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Tuesday, June 6, 2017

Crolla il petrol-prezzo, crolla la valuta norvegese. Ma le petrol-riserve di Oslo sono a 960 miliardi di USD





Melkøya, Statoil, Norvegia







Le mille contraddizioni della Norvegia sono affascinanti, tristi e sorprendenti allo stesso tempo.
Sanno un po di real politik, di accordi con il diavolo, di qualcuno che vuole fare il virtuoso, e forse lo e' in tanti modi, ma ha enormi segreti nell'armadio. 

Per quanto avanzati i norvegesi possano essere in tema di ambiente, e' un dato di fatto che la loro economia dipenda, per poco o per tanto, ancora non si sa', sul petrolio.

Sono stati e sono tuttora un grande produttore di greggio, ed e' per questo, fra l'altro, che non sono mai entrati nell'UE.

E quindi, con il crollo il prezzo del petrolio, non potevano non esserci problemi per la moneta nazionale, la corona norvegese.

Il petrolio e' sotto i $50 al barile, e la corona e' ai suoi minimi da Agosto 2016. Da gennaio 2017 finora e' calata del 4% rispetto all'euro.

La nazione e' anche andata in recessione -- brevemente -- e anzi, quando se ne sono accorti era gia' passato il peggio.

Tutto questo per dire, che anche nella civile e ricca Norvegia, il petrolio non e' sempre rose e fiori. 

Intanto c'e' il timore che ditte non norvegesi, e non europee comprino quel che resta dell'industria petrolifera del paese, ed Oslo e' particolarmente preoccupata dei russi, e che il capitale di Mosca possa subentrare nell'economia nazionale.

Dopo il crollo dei prezzi infatti, le grandi del petrolio -- BP e Exxon -- hanno abbandonato il paese, e sono subentate ditte piccole, alcune finanziate da capitale privato. E dunque si teme che ditte piu' grandi possano comprarle. Esempio? La Gazprom di Russia.

E' gia' arrivato qui un tale Mikhail Fridman, uber miliardario russo che nel 2015 ha acquistato percentuali di investimento in 43 concessioni di Norvegia, per un totale di 1.6 miliardi di dollari, in partenership con la Statoil e rilevando vecchie quote BP.

E poi ci sono accordi fra Russia e Norvegia per esplorare assieme l'Artico, con la Statoil che collabora con Rosneft e Lukoil.

Tutto questo e' un troppo per la Norvegia, che cosi' decide di cambiare le regole: sara' piu' difficile per stranieri comprare e sfruttare riserve petrolifere per questioni di sicurezza nazionale e la protezione dei "segreti" logistici del petrolio di Norvegia.

Pero' intanto vanno avanti con i russi a fare ispezioni sismiche in Artico!
Ultimo appunto sulle contraddizioni del paese. La Norvegia, con tutte le sue contraddizioni, grazie al petrolio e' riuscita a creare un fondo pensioni di 960 *miliardi* di dollari.  I proventi vengono qui versati dal 1998, e l'investimento e' del 3.79%. 


Fanno 185,000 dollari per ogni persona che vive in Norvegia.
Viene gestito dalla Norges Bank Investment Management e risponde alla banca centrale e al governo di Norvegia.

Investono in azioni e obbigazioni ma solo stranieri.

Si calcola che l'1.3% delle obbligazioni a livello mondiale sia nelle mani dei norvegesi. Le principali obbligazioni sono di USA, Giappone e Germania.

Ogni anno si puo' usare solo il 3% del fondo, in modo da preservarlo per la posterita'.

Non si puo' investire in armi e tabacco. 

Gli investimenti principali sono in Apple, Nestle e Shell. 

Si, proprio cosi. Non si puo' investire in tabacco ed armi, ma nel petrolio si. 
Alla fine, sempre petrol-dollari sono. 

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