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Thursday, March 3, 2016

Alberto Clo' consigliere ENI e SNAM, referendum, formiche e polmoni


Alberto Clo', classe 1947

È stato Consigliere di Amministrazione indipendente di Eni, Finmeccanica, Italcementi, Iren, ASM Brescia. Attualmente lo è di Atlantia SpA, Snam, De Longhi, Gruppo Espresso.


La rivista Formiche e' stata fondata da Paolo Messi
a suo tempo consigliere politico del ministro
dell'Ambiente Corrado Clini. 


WARNING

CHEMICALS KNOWN TO THE STATE OF CALIFORNIA TO CAUSE CANCER, BIRTH DEFECTS OR OTHER REPRODUCTIVE HARM ARE CONTAINED IN CRUDE OIL, GASOLINE, DIESEL FUEL AND OTHER PETROLEUM PRODUCTS AND BYPRODUCTS.

Chemicals known to the State of California to cause cancer, birth defects or other reproductive harm are also contained in and around oil fields, service stations, refineries, chemical plants, transport and storage operations, including pipelines, marine terminals and tank trucks, and other facilities and equipment that manufacture, produce, handle, distribute, transport, store, sell or otherwise transfer crude oil, gasoline, diesel fuel or other petroleum products or byproducts. The foregoing warning is provided pursuant to Proposition 65. This law requires the Governor of California to publish a list of chemicals "known to the state to cause cancer or reproductive toxicity". This list is compiled in accordance with a procedure established by the Proposition and can be obtained under the California Environmental Protection Agency. Proposition 65 requires that clear and reasonable warnings be given to persons exposed to the listed chemicals in certain situations.


Aera Energy LLC

British Petroleum America, Inc and its subsidiaries 
(and under the trademarks ARCO and Castrol)

Chevron Coroporation, its affiliates and subisdiaries

ConocoPhilips Company including all its divisions and subsidiaries
(and under the trademark 76)

ExxonMobil Corporation its affiliates and subsidiaries

Shell Oil products US

Tesoro Refining and Marketing Company and its subsidiaries 
(and under the trademarks Miraastar and USA gasoline)

Valero Refining Company - California and its affiliated
companies including Ultramar and Beacon

Venoco, Inc.
 
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La rivista Formiche manda una "analisi" sulla questione trivelle e referendum da parte di tale Alberto Clo'. Una analisi che potevano benissimo risparmiarsi, tanto e' piena di assurdita' e di inganni, e visto che piu che una analisi mi pare propaganda.

Iniziamo con il notare che questo Alberto Clo' e' descritto come "docente di Economia applicata presso l’Universita' di Bologna" nonche' direttore della rivista "Energia". Cosi' almeno dicono loro, quelli di Formiche.

E uno allora dice: perfetto, abbiamo un economista, esperto di energia, vediamo che ha da dire. Interessante pero' che nella lista di qualifiche del Prof. Clo' quelli di Formiche dimenticano di dire che lo stesso Clo 'e' anche stato anche consigliere "indipendente" ENI e dal 2013 consigliere "indipendente" della SNAM.

Una non trascurabile dimenticanza!

Quindi gia' dal primo rigo sai che stai leggendo una "analisi" dalla parte dei petrolieri, e che la rivista Formiche non e' proprio indipendente e bilanciata, perche' omette una informazione fondamentale che il loro economista e' o e' stato al soldo dei petrolieri. Mi pare un dettaglio fondamentale.

Ma ... cosa ha da dire il nostro eroe?

Parla del referendum come di una "occasione sprecata" una  "morte annunciata" perche', secondo lui,

"gli elettori sono chiamati a esprimersi senza che sia fornita loro una ben che minima e corretta informazione sui quesiti referendari, senza la minima parvenza di dibattito, senza dar conto delle conseguenze che ne potrebbero derivare". 


Che ridere. E quindi chi dovrebbe darcela una informazione corretta sulle trivelle? Uno dell' ENI e della SNAM? E dove erano l'ENI e la SNAM e il Prof. Clo' a fare informazione dieci anni fa, quando di petrolio non parlava nessuno? Crede che gli italiani siano scemi e l'informazione che circola da dieci anni a questa parte senza che nessuno sia riuscito veramente a smontare le tesi del "trivellare l'Italia e' ridicolo" sia incorretta perche' va contro gli interessi dell'ENI e della SNAM?

Non mi sono inventata niente in questi anni ed e' stata la forza delle idee e dei fatti a vincere.

Vuole fare questo dibattito? Bene. Facciamolo. Forza, lo organizzi lei, caro Clo', care Formiche, in prima serata, sulla TV nazionale. Avete i soldi dell'ENI dietro, non deve essere difficile. Se vuole, mi inviti e magari inviti pure tutti quello che hanno dovuto vivere le conseguenze delle trivelle in Italia, da nord a sud.

"In un confronto del tutto impari tra le voci contrarie all’attività mineraria fatte proprie e amplificate dai mass media e il niente che vi si contrappone." 

Oh mio Dio, veramente crede che sia un confronto impari? Ma se noi siamo solo dei blogger, e lui e' uno che ha dietro di se una ditta intera di petrolieri! Come puo' dire questo? Dovremmo noi dire che e' una lotta impari considerate tutte le oscene trame machiavelliche progettare da questo governo per farlo fallire il referendum, per non far raggiungere il quorum e per porre quesiti alla fine solo simbolici. Il niente che ci si contrappone sono le motivazioni dei petrolieri: inestistenti non perche' i mass media non ne parlino -- anche se ogni tanto ci sono sempre articoli di "quant'e' bella la Basilicata con le trivelle" -- ma perche' non esistono!

La verita' caro Clo' e' che a lei sembra impari perche' quello dove vinciamo alla grande e e' con le idee, e i fatti e la scienza e non le balle di Assomineraria o di Petroceltic o di Po Valley. La gente ha capito e sa -- e lei di questo ha paura, dei nostri numeri e delle nostra argomentazioni. Come detto, la gente non e' scema.

"Quasi che la questione avesse solo rilevanza locale e non riguardasse l’intero Paese, la sua economia, la sua industria, la sua crescita. Non ultimo: la sua sicurezza energetica, termine tanto abusato quanto ritenuto irrilevante nei fatti e nelle politiche."


Ancora con queste assurdita' della crescita e dell'indipendenza energetica? Ma se in Italia il petrolio ho solo portato morte e distruzione e polmoni anneriti e speranze spezzate! Come puo' dire che il nostro futuro diepnde dalla melma petrolifera che abbiamo sottoterra? Gela, Falconara, Augusta, Priolo, Ravenna, Viggiano, Marghera, Sarroch. Tutte a modo loro distrutte dal petrolio. Vogliamo ripetere la stessa cosa nel resto d'Italia? E' evidente che lei non conosce queste localita' e men che meno le ama, senno' le si rivolterebbbe lo stomcaco a vedere lo schifo che il petrolio ha lasciato dietro di se.

Vuole l'indipendenza energetica?

Ma non sa caro Clo' che il petrolio che abbiamo e' cosi poco che anche se trivellassimo tutta la nazione da cima a fondo, non riusciremo mai e poi e mai ad essere autosufficenti?

Vuole l'indipendenza energetica?

Bene. La risposta non sono i buchi. La risposta e' un pannello su ogni condominio, su ogni impianto industriale. La risposta e' togliere la mafia dall'eolico, la risposta e' il risparmio energetico. La riposta e' la testa e non le anomalie di funzionamento un giorno si e un giorno no a Viggiano.

E forse per lei a Bologna sono solo questioni locali, ma le assicuro che la penserebbe diversamente se lei, sua moglie, i suoi figli e suoi nipoti dovessero respirare aria allo zolfo tutti i santi giorni.

Ma poi quante volte dobbiamo ripeterle queste cose?  Mi stupisce che lei dall'alto della sua cattedra bolognese non sappia che di petrolio ne' abbiamo di poco e di schifoso.

"Ecco perché può ben parlarsi di cronaca di una morte annunciata con un risultato che appare scontato, in cui tutto sembra giocarsi sulla speranza che si raggiunga o meno il quorum necessario. Come scommettere alla carta più alta. Se sarà raggiunto è quasi certa la vittoria dei no-triv. Per la semplice ragione che sui mass media, dalla grande stampa al servizio pubblico televisivo, la disinformazione ha finora trionfato, sostenendo le ragioni degli oppositori senza nulla dire di quelle altrui. Non vi è motivo perché un qualsiasi cittadino di buon senso possa dirsi favorevole ad un’attività che – si proclama ogni giorno – provoca danni irrimediabili alla salute, alla natura, al territorio, alla pesca, al turismo, all’agricoltura. Senza che – si proclama ogni giorno – vi sia alcun vantaggio per le popolazioni o l’intero Paese, perché a guadagnarci, si sostiene, sarebbero solo le fameliche multinazionali del petrolio. Che tutto ciò sia mera propaganda nulla conta, così come il fatto che non vi sia uno straccio di studio che dimostri che estrarre petrolio o metano danneggi il turismo, la pesca, l’agricoltura."

Ce li mostri lei questi studi dove si dice che trivellare fa bene. In questi quasi dieci anni, ovunque sono andata ho prodotto dozzine di articoli, non miei, ma di gente piu' esperta di me, in cui quello che lei ignora e' descritto nei minimi dettagli. L'ho rimessa sopra il testo che compare ogni tre mesi sulla stampa californiana. E' lo stato della California che dice che trivellare fa venire il cancro, feti deformi, e danni genetici. Non lo dico io. O ne sa piu' lei dell'ENI che lo stato di California?

Come detto, ce li mostri lei i dati che sostengono il contrario. Ma poi, e' il buonsenso, e' l'evidenza mondiale, dalle foreste del Peru', fino alle lande del Texas, dai mari del Nord fino a Viggiano che mostrano una sola cosa: il petrolio e' si, la morte per chi ci deve avere a che fare, giorno dopo giorno. Forse non e' cosi' per chi se ne sta seduto a pontificare dai suoi uffici bolognesi, ma per chi vive vicino a pozzi e raffinerie e' tutta un altra storia.

E poi, non so che dire dell'ironia di quello che lei dice. Lei fa la vittima, come dire che poverino, non la vuol sentire nessuno. Ma se L'ENI controlla l'AGI, una delle piu' grandi agenzia di stampa d'Italia, lei e' il direttore di una rivista di energia, Lucia Annunziata e' stata al soldo dell'ENI per qualche tempo. Lei e' pure stato ministro e sono sicura che conosce quelli della Rai, della Corsera. Anzi lei stesso in questo momento e' dentro il consiglio di amministrazione dell'Espresso. Le simpatie di Renzi non e' difficile indovinarle in tema di petrolio. Come fa quindi a dire che la stampa non le da voce? Se la stampa ufficiale e' tutta dei petrolieri e dei suoi amici!

Sono nove anni che faccio questo lavoro. E posso dire che la stragrande maggiornanza di quello che si ripete in Italia sulle trivelle viene da me - airgun, fanghi, H2S, sismicita' indotta, fracking. Ne ho parlato per prima e con maggior dettaglio di chicchessia quando ancora vigeva il paradigma petrolio=ricchezza. Eppure in questi nove anni non ho mai avuto l'onore di essere intervistata dalla TV italiana nazionale. Mai.  Eppure le mie parole e le mie idee hanno camminato, e tanto, le risento dappertutto. Dai politici ai miei detrattori, dalla gente normale, agli accademici che ora si destano dopo tanto torpore.

E' questo perche' sebbene io sia nemico numero uno dei trivellanti italici, caro Prof. Clo', i nuovi strumenti di comunicazione, da Facebook, ai blog, ai video non hanno potuto fermare quello che, dal mio punto di vista almeno, e' la verita'. Non ho interessi, non lavoro per ENI e nemmeno per Solar City. La gente mi ha creduta. E non ha creduto alle vostre petrol-promesse.

Non volevo vedere l'Abruzzo e l'Italia nelle mani di gente senza scrupoli che avrebbero stravolto territori a me cari in cambio di pochi spiccioli. Non avevo niente e nessuno, e vivo in un altro continente. Eppure guardi dove siamo arrivati. L'attivismo, l'onesta intellettuale,  la perseveranza e i moderni metodi di comunicazione non si possono fermare, anche se la TV ufficiale finge che non esisto.  E adesso siamo tanti, ed e' qui che avete paura e gridate che la stampa non vi vuol sentire. Non e' che non vi vuol sentire, e' che la gente sa che la verita' e' altrove e non nei consigli di amministrazione dell'ENI.

Nessuno vi crede piu' non perche' la stampa non vi e' amica, ma perche' non c'e' niente da credere. 

"Per rendersene conto basterebbe farsi un bel weekend a Milano Marittima e guardare dalla battigia le piattaforme al largo o andare all’annuale Festival delle cozze della vicina Marina di Ravenna, pubblicizzate “tra le più pregiate d’Italia raccolte alla base immersa delle piattaforme marine!”. Così come basterebbe, ma la cosa sarebbe più ardua, andarsi a studiare le esperienze estere di collaborazione dell’industria petrolifera con le aziende agricole francesi, le università inglesi, i pescatori norvegesi. Ma tutto ciò con conterebbe nulla."


Ma cosa dice? Ma lei sa, caro Clo' che Milano Marittima a causa delle estrazioni di gas si e' abbassata di ben trentatre centimetri in 27 anni, dal 1984 al 2011? Se continuiamo cosi, non restera' niente ne di Milano Marittima e ne delle sue cozze. Le quali cozze io spero vivissimamente che ci sia qualcuno che faccia le analisi sui contaminanti perche' no so se siano cosi salutari come lei dice.

Una cosa che ho sempre trovato odiosa di Ravenna e dintorni e' che la gente normale non puo' estrarre acqua dai pozzi artesiani, ma l'ENI puo' trivellare metano, nonostante si sa, e anzi studi fatti per conto dell'ENI stessa, confermano il fatto che le trivelle portano alla subsidenza. Perche' la gente normale no, e l'ENI si? Chi sono loro? Sono speciali?

E invece del weekend a Milano Marittima, io le auguro di trascorrere solo qualche ora- -- che basta -- a Viggiano, ai piedi della fiamma del Centro Oli. Oppure di attraversare Gela nei giorni di maggior puzza. O di passare per Falconara Marittima quando suonano gli allarmi-raffineria.

E poi mi dica se e' normale vivere cosi.

"Così come controbattere a un’altra tra le mille mistificazioni che si vanno propinando: che estrarre petrolio sia antistorico, perché fonte ormai marginale nell’offerta mondiale di energia (con il metano conta per il 54%) e penalizzante le nuove risorse rinnovabili (2,4%), mentre si dovrebbe sapere che il primo viene utilizzato quasi solo nei trasporti e le seconde nella generazione elettrica. Lo stesso può dirsi sui rischi di disastri ambientali irresponsabilmente paventati estrapolando sulle nostre coste il caso di Macondo nel golfo del Messico. Nulla si dice, per contro, sulla questione di fondo: che impedire la produzione interna di petrolio o metano significa preferirne l’importazione, magari dalla Libia, finanziando le milizie in guerra; significa preferire versare miliardi di euro all’estero piuttosto che destinarli alla crescita interna; significa aiutare le imprese altrui a discapito delle nostre. Ma temo sarebbe ancora del tutto inutile. Perché la paura, come la calunnia, pesa più di ogni rassicurazione o smentita. Qualcosa resterà sempre."


Please. Non scomodi la Libia, veramente e' patetico, perche' al massimo il petrolio nostrano fornira' il 10% di quello che usiamo. Il resto continueremo sempre ad importarlo. Guardi il sole invece. Li sta la crescita interna. Li sta la ricchezza diffusa. Guardi la Germania cosa ha fatto con le rinnovabili. Guardi la California. Con il petrolio ci vincono solo le cliniche di oncologia, quelli delle bonifiche, le camere mortuarie. E l'ENI ovviamente. E si, trivellare e' antistorico. Lei pensa davvero che il petrolio estratto in Italia finisca nelle taniche degli italiani? E dove sta scritto che ditte irlandesi, americane, canadesi, australiane, debbano vendere lo schifo petrolifero d'Italia agli italiani? Loro lo vendono dove gli fa piu comodo, e dove c'e' piu interesse. Magari lo raffinano prima in Italia, che costa meno e l'ambiente e' un optional. Alla fine sono speculatori, mica benefattori.

Non e' paura. E' buonsenso. E' intelligenza, e' senso critico.


"Meglio allora ragionare sul dopo: su quel che accadrebbe se il referendum dovesse passare. Primo: ne seguirebbe una lettura tutta politica e strumentale del responso referendario, a prescindere dal merito del quesito sottoposto agli elettori. Ottenere una qualsiasi autorizzazione diverrebbe impossibile, esattamente come accadde con il referendum nucleare del 1987 che non chiedeva di esprimersi per il sì o il no al nucleare, ma a favore o meno di una sua temporanea moratoria che la politica avrebbe trasformato in tombale. Secondo: perché la vittoria dei no-triv avrebbe gli stessi effetti del no al nucleare: la distruzione di un’intera industria – quella elettromeccanica – che contava decine e decine di migliaia di occupati, un gran numero di ingegneri, eccellenti capacità manifatturiere, un sapere scientifico e accademico tra i primi al mondo. Tutto distrutto: fabbriche, imprese, scuole, professionalità."

Per carita' divina. A me non mi risulta che' l'economia italiana o le scuole o la professionalita' sia crollata per il nucleare. Se ci sono stati crolli e' perche' in Italia il marciume e' cosi sistemico che non ha retto nulla al mercato globale,  alla competizione con il resto del mondo. Non abbiamo saputo usare la crisi per risistemare alla base il paese e vogliamo illuderci che tutto e' adesso come era 50 anni fa e che sia possibile continuare cosi? Menomale che lei e' economista. Non sa che la prima cosa che serve all'economia sono leggi chiare, giustizia breve, sistema che funziona, gente affidabile. Tutte cose che lontane anni luce dall'Italia. Abbiamo avuto venti anni di Berlusconi e adesso Renzi che si circonda di gente che ogni santo giorno si scopre essere coinvolta in faccende poco eleganti e poco limpide.

Da economista non crede che per ricostruire quello che e' andato perso la prima cosa da fare sia *debellare* la cultura mafiosa, l'amico dell'amico che vince sul piu' qualificato, far si che la giustizia funzioni, le leggi siano chiare, investire in ricerca, dare spazio alla tecnologia moderna, all'industria verde, creare una cultura dell'onesta'? Perche' ci si fossilzza sul fossile?  Ah si, quello e' facile.

Quando mi parlano di economia, io penso sempre ad uno dei miei viaggi lucani. Il supposto polo industriale di Viggiano con "incubatori" per l'imprenditoria locale, creato per far vedere che Viggiano e' di piu' che ENI e petrolio, era fatto di locali vuoti, con i cancelli arrugginiti e pieni di ragnatele. Deserti.

E ancora, faccia lei il conto di quanto turismo verra' perso con le trivelle. Mettiamole queste trivelle alle Tremiti. Chi piu' ci andra' in vacanza?  Lei ha mai sentito di vacanze al mare a Galveston? A Gela? A Porto Marghera? A Sarroch? E chi dice che il petrolio e' meglio del turismo?

Lei? L'ENI?

Non andiamo da nessuna parte con i buchi.

"Con la vittoria dei no-triv avremmo il medesimo risultato: la distruzione di un’altra industria italiana, non tanto quella mineraria che non avrebbe difficoltà a spostare i suoi investimenti all’estero, ma quella che produce beni e servizi a essa strumentale. Un’industria che risale all’unità d’Italia, che si articola in centinaia di imprese raccolte in distretti dei servizi petroliferi, specie in Lombardia, Emilia-Romagna e Abruzzo, che vanta livelli di specializzazione tecnologica ovunque apprezzati, tranne che in Italia. Un’industria che già attraversa gravi difficoltà per il crollo del mercato che ha fatto seguito a quello dei prezzi del petrolio, con molte imprese che stanno chiudendo e licenziando, nell’assoluto silenzio della politica e delle istituzioni"

Auguri con il trasferimento dell'indutria italiana all'estero. Nel Regno Unito smantellano 150 piattaforme e trionfa l'eolico. L'Arabia Saudita inizia con programmi per il solare a grande scala, la Francia boccia tutti i nuovi permessi energetici di petrolio, in Venezuela si muore di fame. Dove crede che andranno i petrolieri? L'Italia e' quasi a livello di svendita per quanto riguada royalties e permessi. La bonanza che hanno da noi, non e' facile trovarla altrove.

E poi, ai tempi dell'Unita' d'Italia le donne non votavano, la mortalita' infantile era alle stelle, la gente non sapeva ne leggere ne scrivere. Il mondo cambia, caro Clo' e questo atteggiamento conservatore e' patetico nel 2016. Ai tempi dell'unita' d'Italia andavamo a cavallo. Forse vuole tornare ai questi tempi? Il mondo va avanti, si evolve, cambia. E noi possiamo fare due cose: aggrapparci alle cose vecchie e perdere la partitrta con la storia, oppure capire che forse occorre lasciarle le cose vecchie ed aprirsi a quelle nuove, con ottimismo, lungimiranza ed essendo noi a guidare la nave e non che siano gli eventi esterni a forzarcele quando non abbiamo piu' alternative.

So che per uno con un passato e presente in ENI e SNAM e' difficile da capire, ma se lei fosse libero e sgombro dai suoi interessi di parte, allora vedrebbe le cose in modo diverso, io credo.

"Un sì al referendum ne decreterebbe la definitiva fine. È questa la vera partita in gioco: anche se i più fingono di non rendersene conto nell’indifferenza generale e nell’irresponsabilità di chi dovrebbe guardare agli interessi del Paese più che ai propri dividendi elettorali."

Io non posso che augurarmi la fine dell'industria petrolifera in Italia.

Perche' non sarebbe la fine. Sarebbe invece l'inizio di una Italia piu' moderna, di una democrazia piu sana, di un ambiente sostenibile, di mille piccole e grandi imprese rinnovabili che veramente porterebbero benessere difuso e non di potere illimitato nelle mani di ENI e SNAM, di una Italia che per una volta guarda al futuro e non che arriva sempre per ultima agli appuntamenti con il domani. Di una Italia migliore.


L'essere umano e' piu' intelligente dei buchi, la civilta' va avanti, il domani e' di chi osa.




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Infine: circa 4 o 5 anni fa quelli di Formiche mi chiesero una intervista sul fracking negl USA. Scrissi al meglio della mia professionalita' ed indipendenza. Credo che non gli piacque quello che lessero, e nonostante l'enorme lavoro (me la sono dovuta scrivere tutta da me l'intervista, domande e risposte) dopo un po di tira e molla (lo mandiamo al prossimo numero, al prossimo mese etc etc) finalmente mi dissero che... non gli interessava piu' perche' non potevano "conciliare tutti gli esperti".

Vedo che invece Davide Tabarelli di Nomisma e questo Alberto Clo' si conciliano bene. 

Evviva.



Mai piu sentiti.
Certo, mica sono una dell'ENI.

Chi e' Formiche? Creata da tale Paolo Messi, a suo tempo consigliere politico di Corrado Clini, quello che si scambiava carteggi con i petrolieri su come aggiustare Ombrina mentre che era ministro dell'ambiente.

E' da qui che parte il marciume che distrugge l'Italia, non certo dai nostri referendum.

4 comments:

Anonymous said...

Vorrei esprimere il mio pensiero riguardo ai due italiani uccisi in Libia di cui si parla tanto oggi.
Sinceramente non mi sento particolarmente dispiaciuta per la loro morte. E non mi sento in colpa per questo.
Loro stavano lì a fare un lavoro "maledetto", e lo hanno scelto loro di farlo quel lavoro.
Adesso si dirà che non è così.
Ma la verità è che tutte quelle persone che lavorano per le compagnie petrolifere e combustibili fossili vari sono di fatto COMPLICI dei CRIMINALI DEL CLIMA!!!
Quindi sono complici delle GUERRE, dei CRIMINI AMBIENTALI, della POVERTA' e di TUTTI I MALI DI QUESTO MONDO.
I soldi che guadagnate con il vostro lavoro sono sporchi di SANGUE e DISTRUZIONE, SAPPIATELO!

Anonymous said...

Complimenti per aver commentato da ANONIMO. Meno male che gli IP sono tracciati. Chissà che una segnalazione non sia il caso di farla.

Anonymous said...

OK .. non trovo il tasto per segnalare il commento al moderatore .... tuttavia, moderatore, se stai leggendo il mio messaggio, a mio avviso è qualcosa che si sarebbe dovuto filtrare. Mi scusi e buona giornata.

Anonymous said...

Caro Anonymous dell'8 marzo, sei forse un dipendente dell'Eni?
Non vedo cosa ci sia da moderare o filtrare.
Se lavori per una compagnia petrolifera sei un criminale ANCHE TU.
Questa è la semplice verità.