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Thursday, March 31, 2016

Federica Guidi: due milioni di euro da Tempa Rossa per il suo compagno



Il petrol-sito di Tempa Rossa.
Tutta salute.


Oggi 31 Marzo 2016 , scopriamo un altro interessante
collegamento fra il Ministro dello Sviluppo Federica Guidi,
il suo fidanzato Gianluca Gemelli e il petrolio.

Invece di parlare d'amore i due parlavano di monnezza petrolifera
e di come aggiustare le cose per intascare due milioni e mezzo di euro.
 
Il ministro si e' dimesso.

Povera Italia.

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Viene intercettato il suo compagno Gianluca Gemelli, "indagato per traffico d'influenze illecite dalla procura di Potenza" come dice La Repubblica.

A quanto pare tale Gemelli voleva fortissimamente che i lavori su Tempa Rossa, il nuovo costruendo centro Oli in Basilicata della Total, venisse sbloccato perche' c'erano in ballo due milioni e mezzo di euro di sub appalti per le sue aziende.  Erano infatti emerse irregolarita' e contestazioni ambientali e cosi era tutto in standby per un po. 

Ma due milioni e mezzo di euro, sono due milioni e mezzo di euro, e mica ce li possiamo scordare cosi facilmente. 

E cosi, la cara Federica Guidi, che non vive ne a Viggiano, ne a Potenza, e a cui evidentemente non importa un fico secco della qualita' di vita dei lucani, aggiusta, parla, sistema. Che vuoi che sia la Basilicata davanti a 2 milioni e mezzo di euro. Poi chiama Gemelli e dice, riferendosi alla finanziaria del 2014: 

 "Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se... è d'accordo anche Mariaelena la... quell'emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte. Alle quattro di notte... Rimetterlo dentro alla legge... con l'emendamento alla legge di stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa... ehm... dall'altra parte si muove tutto!"

Mariaelena sarebbe Maria Elena Boschi.


Cosi' Gianluca Gemelli dopo aver scambiato queste dolci parole d'amore con la sua fidanzata chiama Total:

"La chiamo per darle una buona notizia..ehm.. .si ricorda che tempo fa c'è stato casino..che avevano ritirato un emendamento...ragion per cui c'erano di nuovo problemi su tempa ross ... pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al senato..ragion per cui..se passa...e pare che ci sia l'accordo con Boschi e compagni...(...) se passa quest'emendamento... che pare... siano d'accordo tutti...perché la boschi ha accettato di inserirlo... (...) è tutto sbloccato! (ride ndr)...volevo che lo sapesse in anticipo! (...) e quindi questa è una notizia..."

Detto fatto. I due milioni e mezzo di euro sono salvi, e non contenti del Centro Oli di Viggiano, presto anche a Tempa Rossa la gente continuera' a vivere all'ombra di fiaccole, di "anomalie di funzionamento" e di tuttappostismi.

Cosa ha da dire Marcello Pittella?

Il PD per l'Italia.  

Vota SI il 17 Aprile, a questi non gliene importa niente dell'Italia o degli Italiani.  

Gliene importa solo del portafoglio. 

Tuesday, March 29, 2016

La grande barriera corallina d'Australia: ufficialmente morta


Update Ottobre 2016:
Viveva da 25 milioni di anni, ed e' stata dichiarata morta nell'Ottobre del 2016. 


Era lunga 2000 chilometri
Aveva 2900 micro-barriere coralline su 1050 isolotti
Aveva piu' biodiversita' che tutta l'Europa
Ci abitavano 1625 specie di pesci
3000 specie di molluschi
450 specie di coralli
220 specie di uccelli e tartarughe
30 specie di balene e delfini

 
Era stata creata da coralli, piccoli animaletti che nel corso dei millenni si sono espansi in un enorme labirinto di atolli ed isolotti, di enorme bellezza e ricchezza naturale. 
 
Nel 1960 l'idea di trivellare nei pressi della barriera corallina porto' al primo movimento ecologico d'Australia con il movimento “Save the Reef”. 
 
Nel 1975, scacciati i petrolieri, venne creato il Great Barrier Reef Marine Park.

Nel 1981 l'UNESCO la nomino' World Heritage Site e la chiamo' 
“the most impressive marine area in the world".

Quello stesso anno, 1981, arrivo' il primo episodio di sbiancamento. 
L'aumento di temperatura porto' alla morte delle 
alghe che danno colore e nutrimento ai coralli

Altri sbiancamenti
nel 1997-1998
nel 2001-2002
nel 2005-2006

E non c'era solo la morte delle alghe,
ma un oceano piu acido a causa dei cambiamenti climatici
e di maggior CO2

L'acidita' stava dissolvendo la barriera corallina

Gli scienzati suonarono l'allarme,
nessuno piu' forte di Veron

Nel 2009 disse a Londra, davanti a 350 scienziati

Is the Great Barrier Reef on Death Row?
This is not a fun talk to give, but I’ve never given a more important talk in my life


La sua profezia si e' avverata.

Non sappiamo se intenventi dell'ultima ora avrebbero potuto salvarla,
ma nessun intervento c'e' stato mai

Ne a livello australiano, ne a livello mondiale

L'Australia fece pressioni sull'ONU affinche la grande barriera
corallina fosse rimossa dai siti UNESCO in pericolo
per "salvare il turismo"

Nel 2016 la morte.

Amen.


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17 Maggio 2016:






La cosa triste e scandalosa e' che oggi 17 Maggio 2016 il dramma 
della barriera corallina morente e' stata cancellata da tutti i documenti 
UNESCO per pressioni da parte del governo australiano: 

Questo e' quello che dice l'UNESCO: 

Recent experience in Australia had shown that negative commentary 
about the status of world heritage properties impacted on tourism.
The department indicated it did not support any of Australia’s world heritage 
properties being included in such a publication for the reasons outlined above.
The Department of the Environment conveyed these concerns 
through Australia’s ambassador to UNESCO.

E quindi, cancellata l'Australia.


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29 Marzo 2016


 Come dovrebbe essere e come era

Com'e' adesso, bianca e morente


Qui le immagini aeree della Great Barrier Reef


 Lo sbiancamento e la morte:



This has been the saddest research trip of my life. 
Almost without exception, every reef we flew 
across showed consistently high levels of bleaching, 
from the reef slope right up onto the top of the reef.

 Terry Hughes, James Cook University, Australia 


What we're seeing now is unequivocally to do with climate change

Justin Martin, Universita' del Queensland, Australia 


You have reefs getting hammered time and time again, year after year.
Recovery at this point is very limited.

Mark Eakin, oceanografo NOAA oceanographer


Ci sono le immagini aeree a mostrarlo: la Great Barrier Reef d'Australia e' al 95% "sbiancata".  Non si sa se tornera' mai normale, ma secondo i piu' pessimisti, meta' della piu' grande barriera corallina del mondo, e la struttura vivente piu' grande del pianeta, morira' fra qualche settimana. E' il peggior episiodio di "sbiancamento" delle barriere coralline mai registrato.

Di centinaia tratti di barriera analizzati fra la citta' di Cairns, Australia fino a Papua Nuova Guinea e che si snodano per oltre 400 chilometri, solo 4 su 520 erano sani. Il resto tutti sbiancati. Un ecosistema sano avrebbe presentato invece diversita' di colori e vita.

Terry Hughes, il capo del National Coral Bleaching Taskforce d'Australia che ha eseguito il sondaggio dello stato di salute dei coralli australiani ha detto che questo e' stato il peggior viaggio della sua vita. 

Perche' i coralli sbiancano? Sbiancano a causa dell'aumento della temperatura del mare - fortemente influenzato dai cambiamenti climatici visto che gli oceani assorbono il 93% del calore generato dall'effetto serra sul pianeta. I coralli sono particolarmente sensibili alla temperatura dell'acqua in cui vivono. Anche aumenti modesti di temperatura portano al rigetto dell'alga principale che le compongono e che le danno colore: le zooxanthellae.  Il colore scompare, i coralli diventano bianchi e piu' proni a malattie e alla morte. E con loro scomprare tutta la biodiversita che ospitano visto che un quarto di tutte le specie marine sul pianeta vivono in simbiosi con gli habitat generati dai coralli. 

Secondo il Prof. Justin Martin dell'Universita' del Queensland e' tutto, senza ombra di dubbio,  a causa dei cambiamenti climatici.

Fino a pochi decenni fa, questi sbiancamenti erano rari e geograficamente localizzati, ma in anni recenti sono diventati piu' comuni ed interessano aree sempre maggiori. Il primo evento a grande scala fu registrato nel 1997, con la morte del 18% di tutti i coralli sul pianeta.

Nel 2014, un nuovo fenomeno di moria su grande scala dei coralli, a causa degli aumenti di temperatura degli oceani. Secondo il National Oceanic Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti, l'epidemia dei coralli sbiancati potrebbe impattare il 40% dei coralli sul pianeta. A Febbraio del 2016 la NOAA ha aggiunto che a causa degli effetti aggiuntivi della perturbazione El Niño la moria sara' ancora piu' grave di quanto precedentemente annunciato e che lo stato di stress dei coralli durera' almeno fino al 2017. 

Ce la faranno i coralli a ritornare alla normalita'? Come detto non si sa, anche se i piu pessimisti dicono di no. Ma Mark Eakin oceanografo di NOAA ricorda che tornare alla normalita' sara' molto difficile. I coralli sono delicati e le continue martellate da parte dell'uomo -- usa proprio queste parole! --non lasciano presagire niente di buono.

Forse a Matteo Renzi i coralli d'Australia paiono lontani dalle pressioni e dai portafogli dei suoi petrol-amici. Ma questi coralli sileziosi e lontani sono una ennesima testimonianza del fatto che il pianeta e' fragile e che anche ecosistemi incontaminati e speciali sono minacciati dai cambiamenti climatici, generati dall'uomo e dal nostro uso smodato di fonti fossili.

I coralli sbiancano e muoiono per colpa nostra.

Da qualche parte dobbiamo iniziare, se vogliamo conservare questo pianeta per le generazioni future, dalle barriere coralline che muoiono,  ai ghiacciai dell'Artico che si sciolgono, alle isole del Pacifico che vengono ingoiate dal mare. Non e' giusto che questi ecosistemi vengano obliterati dal pianeta perche' non sappiamo dire di no ai petrolieri.

Non possiamo aspettare un giorno di piu.










L'USGS: la sismicita' indotta mette a rischio 7 milioni di persone negli USA. E in Italia?




Per la prima volta nella sua storia il principale ente geologico d'America, l'USGS (the United States Geological Survey) rilascia al pubblico mappe con il rischio sismico naturale e generato da attivita' umane, principlamente estrazione e reinieizione di idrocarburi e loro scarti.

La sismicita' indotta, secondo l'USGS, mette a rischio 7 milioni di persone nella parte centrale ed orientale degli USA. In alcune di queste localita' il rischio sismico e' lo stesso della Calfiornia, dove invece c'e' una sostenuta sismicita' naturale.

Cioe' l'uomo ha reso fortemente sismiche localita' che prima non lo erano. Anzi, Mark Petersen, a capo del progetto dice che

“By including human-induced events, our assessment of earthquake hazards has significantly increased in parts of the U.S. This research also shows that much more of the nation faces a significant chance of having damaging earthquakes over the next year, whether natural or human-
induced.”

Gli stati piu' a rischio a causa della sismicita' indotta sono Oklahoma, Kansas, Texas, Colorado, New Mexico e Arkansas. In queste zone ci sono stati danni e scosse dovute *principalmente* alla sismicita' indotta. Agginunge infatti Petersen:

“In the past five years, the USGS has documented high shaking and damage in areas of these six states, mostly from induced earthquakes,”

A rischio leggermente minore Alabama, Mississippi e Ohio.

Cosa fare? L'USGS raccomanda a chi vive in queste localita' di essere preparato secondo le linee guida offerte dalla FEMA. Il Federal Emergency Management Agency.

Le nuove mappe non solo indicano le localita' con maggior rischio di sismicita' indotta, ma lo fanno per l'anno 2016: questo per essere piu' precisi e perche' decisioni politiche (di trivellare o no) potrebbero cambiare gli scenari.

E' strabiliante: cambiamo la geologia del nostro sottosuolo con decisioni trivelle si-trivelle no e lo facciamo in tempi rapidissimi su scala geologica.

La parte centrale degli USA ha avuto un repentino cambio nella sua geologia negli scorsi sei anni. Dal 1973 al 2008 c'era una media di 24 terremoti di intensita' superiore alla magnitudo 3.0.
Dal 2009 al 2015 si e' passati ad una media di 318 l'anno.
Nel 2015  sono stati 1,010 terremoti.

Nel 2016, fino a meta' Marzo, ce ne sono stati 226. Di tutte queste scosse la piu' grande e' stata di magnitudo 5.6 nella citta' di Prague, Oklahoma.

La colpa di tutto e' dell'industria petrolifera: le reiniezioni di materiale tossico sottoterra, e in misura minore la pratica diretta del fracking. 

Come hanno fatto a capire se era sismicita' indotta o naturale?

Hanno usato la letteratura scientifica e ingegneristica, la presenza di pozzi di petrolio, gas e/o di reinizione, se fossero attivi, ed hanno parlato a lungo con residenti. L'intensita' dei terremoti indotti e' spesso inferiore a quella naturale, ma a volte se si e' in aree gia' sismiche o in presenza di faglie note o sconosciute, le scosse possono essere forti. Nella parte centrale degli USA, l'USGS stima che potrebbero esserci migliaia di faglie che potrebbero generare forti terremoti. Come per tutti i terremoti, c'e' anche la possbilita' che si generino sciami sismici.

Questo e' quello che dice l'USGS.

Cosa dira' l'INGV?

Aspetto con ansia la mappa dei siti italiani piu' soggetti a sismicita' indotta.

Ma cosa dico, in Italia la sismicita' indotta non esiste, non e' mai esistita e mai esistera'.

Monday, March 28, 2016

Canada: i petrol-disoccupati fanno il tutto esaurito alla scuola delle rinnovabili





Aprono i centri di formazione per chi vuole fare corsi di formazione sull'installazione dei pannelli fotovoltaici ad Edmonton, Alberta. 

Tutto esaurito

Il 98% degli studenti sono ex lavoratori oil and gas. 

Dicono che e' il tempo di diversificare le loro capacita'
perche' il futuro e' nel sole e nel vento.

L'Alberta, la capitale del petrolio dice che 

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28 Marzo 2016: 


"The argument from many governments has been that we need to decide between jobs or the environment. As workers in this sector, we know that we can create new jobs while reducing our impact on the environment, and we are committed to ensuring that this vision is realized."

Ex lavoratori nelle Tar Sands del Canada





Renewable energy construction is similar to the carbon based industries that make up the majority of our existing work scope, but will require some specialized training.  

We are very grateful for the work available to our trades in the oil and gas sector, but also recognize the need to diversify our work scope. We will support our employers in securing contracts in renewable energy projects so that we can physically build the new energy infrastructure we believe in. We recognize the need for progressive policies and public support for these initiatives and will run advocacy campaigns in partnership with the stakeholders we work with as these opportunities arise.  

E mentre in Italia i pro-trivellanti si strappano le vesti sulla presunta disoccupazione che portera' il referendum, ecco cosa succede in Canada.

L'Alberta, il petrol-stato per eccellenza del Nord America e' in crisi: il prezzo del petrolio crolla, i pozzi chiudono, la disoccupazione aumenta, arriva la poverta' dove non si era mai vista prima.

Cosa hanno da dire i lavoratori? Non dicono mica "continuiamo a trivellare", o "trivelliamo le cascate del Niagara" o dateci i sussidi.  Dicono "fateci lavorare con il sole e con il vento".

Proprio cosi', un gruppo di lavoratori delle Tar Sands ha creato una non-profit che si chiama "Iron and Earth" e chiede all'Alberta di sponsorizzare lavori pubblici ed investimenti nel solare. Chiedono come punto di partenza di solarizzare 100 edifici pubblici in tre anni e di fare formazione a mille lavoratori nell'oil and gas, principalmente elettricisti e tecnici di supporto.

Dicono che ci vincono da ogni punto di vista: con l'occupazione, per raggiungere gli obiettivi di diminuzione di CO2 del Canada,  con l'ambiente.

Il direttore di Iron and Earth,  Liam Hildebrand, dice che hanno tutto: professionalita', opportunita', bisogno di diversificare la rete elettrica e di diminuire le emissioni di CO2.

"We have the skills to build the renewable energy infrastructure required for Canada to meet their climate target. That will open up a huge amount of opportunity for us if we can start diversifying our energy grid and it would ensure that we are less vulnerable to price fluctuations."

Ex petrolieri in favore del sole e del vento, checche' ne dicano i petrol-politici d'Italia.

Vuol dire proprio che l'era del petrolio e' al tramonto.

Vota SI il 17 Aprile