.

.

Friday, June 19, 2015

Ci avviamo verso la sesta era delle estinzioni di massa - ed e' colpa nostra




"We are now entering the sixth great mass extinction event"

“Our calculations very likely underestimate the severity of the extinction crisis. 
There are examples of species all over the world that are essentially the walking dead.”

  Paul Ehrlich, professore di biologia, Stanford University


Stiamo entrando in una nuova era di estinzioni di massa di specie animali e vegetali, in cui le specie viventi si estinguono ad un tasso che e' cento volte superiore al normale.

Lo conclude Paul Erlich professore di biologia di Stanford in uno studio appena pubblicato su Science Advances. Ehrlich non solo mostra i dati, ma invoce azioni urgenti per preservare specie in via di estinzione e i loro habitat, ricordando che il tempo fugge.

I dati parlano chiaro, e non e' neanche Erlich il primo a diffonderli: c'e' un consenso scientifico che i tassi di estinzione delle specie sono ai tassi massimi sul pianeta da quando sono scomparsi dal pianeta i dinosauri -- 66 milioni di anni fa.

Nel loro lavoro, Erlich ed i suoi collaboratori, Anthony Barnosky di Berkeley, Andrés García dell'Universita' del Messico, Robert M. Pringle di Princeton e Todd Palmer dell'Universita' della Florida, mostrano che le specie scompaiono a ritmi cento volte maggiore del normale e che se andiamo avanti cosi ci vorranno milioni di anni per recuperare i livelli di diversita' sul pianeta e che anche la specie umana potrebbe essere a rischio.

Pare catastrofico, ma i ricercatori hanno usato il conto delle specie estinte in tempi recenti con quelle di secoli fa, stimate attraverso tabulati di fossili di varie ere, ed hanno paragonato le estinzioni attuali con quelle del passato . Il risulato e' che prima della rivoluzione industriale, fra il 1600-1700 sono andate perse 22 specie in cento anni. Il numero e' aumentato sempre di piu nei secoli successivi. Fra il 1900 ed il 2010 sono andate perse 396 specie.
 
La loro conclusione? Noi umani stiamo generando uno "spasmo" globale di perdita' di biodiversita'.

Aggiungono che i loro calcoli molto probabilmente sottostimano l'urgenza della crisi perche' hanno cercato di essere il piu' prudenti possibile.  I motivi della perdite di queste specie sono l'arrivo di specie invasive, la perdita di terreno a causa di cementificazione, argricoltura, deforestazione, emissioni di CO2 e cambiamenti climatici, l'introduzione di tossine in atmosfera che alterano ed avvelenano gli ecosistemi.

Ricordano anche che uno strabiliante 41% di tutte le specie anfibie sono in pericolo, e cosi pure il 26% dei mammiferi secondo l'International Union for Conservation of Nature che tiene il conto. Erlich dice che molte sono le specie che sul pianeta sono essenzialmente degli zombie, morti viventi.

E non solo alcune specie soccombono, e' tutto l'ecosistema che cambia - il ciclo di pollinazione delle api, la purificazione delle acque dalle lagune, e questo alla fine non fara' altro che avere conseguenze negative anche sull'uomo.

Secondo Ehrlich occorrono adesso azioni forti e grandi per evitare che specie in pericolo possano aggiungersi alle liste di cui sopra, cercando di ripristinare gli habitat, evitare lo supersfruttamento dei terreni e rallentare i cambiamenti climatici. Un miracolo insomma.

Per adesso, Ehrlich spera che il suo lavoro possa aiutare a prendere coscienza di questi problemi.

No comments: