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Wednesday, December 31, 2014

Scoppio di Oleodotto sul Mar Nero








Ecco, ci risiamo. Il giorno 23 dicembre 2014 un oleodotto e’ scoppiato nei pressi della citta’ russa di Tuapse, rilasciando una marea nera di petrolio nel Mar Nero. La notizia e’ passata in silenzio, ma essendo le operazioni di pulizia difficili e lente a causa del mantempo, la citta’ ha dichiarato lo stato di emergenza.

Siamo a circa 120 chilometri dalla Sochi dei giochi olimpici dell'inverno del 2014. Tuapse e' una citta' petrolifera con una raffineria statale, gestita dalla russa Rosneft e da cui parte l'oleodotto, ma non lontano sorgono villaggi per le vacanze del ceto medio russo. I residenti hanno visto petrolio in mare, e hanno dato l'allarme. La Transneft, che gestisce gli oleodotti del paese in regime di monopolio assieme alle sue sussidiarie, all'inizio non ha rilasciato stime sui quantitativi finiti in mare.

Dopo qualche giorno, la sussidiaria ChernomorTransneft, ha annunciato che si e' trattato di circa 8.4 metri cubi di petrolio finiti nel fiume Tuapse che sfocia nel Mar Nero e che lo scoppio e' dovuto ad una frana a circa nove chilometri dalla costa. 8.4 metru cubi sono 8400 litri.

Secondo gli ambientalisti del WWF russo le cifre potrebbero essere molto superiori a quanto annunciato dalla Transneft: circa 800 metri cubi invece che 8.4, cioe' ottocentomila litri. A causa delle tempeste e delle onde alte vari metri, non e' stato possibile usare navi per le operazioni di polizia, e ad oggi, 30 dicembre 2014, sono ancora all'opera trecento persone per la pulizia. Lo stato di emergenza e' stato dichiarato il giorno di Natale.

Il WWF stima che sono stati inquinati gia' nove miglia di costa, con enormi effetti per la flora e fauma locale e accusa Rosneft e Transneft di non avere agito sufficentemente in fretta, acunendo possibili danni all'ambiente.

Anno nuovo, scoppio nuovo.


















Tuesday, December 30, 2014

L'albo d'oro della Forest Oil Corporation

** Questo articolo e' stato scritto per la rivista Chissidicie curata da Antonio Piccoli. La versione cartacea e' qui. Le informazioni qui raccolte sono tutte pubblicamente scaricabili da internet.**

La regione Abruzzo dovrà presto esprimere il suo parere sulla concessione petrolifera Colle Santo. Gianni Chiodi e il suo governo dovranno decidere se lasciare che il lago di Bomba e i suoi dintorni vengano trivellati dalla Forest Oil Corporation di Denver alla ricerca di petrolio e di gas. Gli idrocarburi Abruzzesi sono di qualità scadente, scarsi in quantità, fortemente inquinanti e, per quanto riguarda Bomba, dai forti rischi idrogeologici per la diga del lago.

È importante allora cercare di capire chi stiamo per invitare in casa nostra, perchè i comportamenti passati sono spesso indice di comportamenti futuri. Oggi è tutto alla luce del sole, basta cercare. Siamo andati così a spulciare su internet ed abbiamo trovato molte informazioni su cui riflettere attentamente. Gli incidenti e le storie che riportiamo sono solo quelli che siamo riusciti a mettere insieme noi, ma potrebbero essercene anche di più.

Negli Stati Uniti, la Forest Oil Corporation è proprietaria e gestisce varie piattaforme di petrolio nel golfo del Messico e qualche concessione in terraferma in Texas. L’ente americano che si occupa di vigilare sull’operato delle ditte petrolifere si chiama Mineral Management Services (MMS), in queste settimane messo sotto torchio dal presidente Obama a causa dei forti legami fra controllori e controllati, legami definiti “corrotti” da Obama. Indagando sul sito della MMS risulta che la Forest Oil Corporation nel decennio 2000-2010 è stata responsabile di almeno11 incidenti, in media un incidente grave all’anno, fra rotture di oleodotti, incendi su piattaforme, incidenti su operai, fra cui sversamento in mare di 200 barili di petrolio, circa
35 mila litri.

In alcuni di questi casi, specie per gli incidenti più gravi, ci sono state delle indagini approfondite.

Nel 1997 il signor Jerry Hodgen lavorava per un gruppo di subappaltatori della Forest Oil. Assieme ad un collega, doveva andare su una piattaforma nel golfo del Messico per andare a leggere i contatori. Non c’era nessuna urgenza di farlo, il mare era mosso e loro avrebbero voluto o rimandare o prendere l’elicottero. La Forest Oil li obbligò ad usare una barca da cui si sarebbero dovuti lanciare con una corda sulla piattaforma.

Fatte le misure, a causa del mare mosso, nel tornare sull’imbarcazione il signor Hodgen cadde, compromettendosi la spina dorsale. Rimase paralizzato e incontinente. La
Forest Oil fu riconosciuta colpevole dei danni fisici al signor Hodgen, ma invece di risarcire il lavoratore chiese che i danni venissero pagati dalla ditta subappaltatrice per la quale il signor Hodgen lavorava. La corte della Louisiana bocciò anche questa mozione e finalmente fu la Forest Oil a pagare per i danni incorsi dal signor Hodgen.

Un altro caso interessante è quello del 2004 che riguarda il signor Terry Hudson, rimasto gravemente ferito dopo l’esplosione di una pompa petrolifera della Forest Oil mentre era su una piattaforma a mare. Fece domanda di risarcimento alla Forest Oil, secondo una legge americana che protegge i lavoratori a mare. La Forest Oil si rifiutò di pagare, affermando che la legge non poteva essere applicata perché il danno era accaduto su una piattaforma e non su una imbarcazione. Ma la corte della Louisiana diede ragione al signor Hudson, obbligando la Forest Oil a risarcire il suo ex-lavoratore.

Infine, la storia di James Mc Allen, certamente la più allarmante. Già dalla fine degli anni ‘80, la Forest Oil aveva avuto dei problemi legali con il signor James Mc Allen, un ranchero del Texas sulle cui terre la Forest Oil aveva delle concessioni per le estrazioni di gas. L’oggetto della contesa era che la Forest Oil non aveva propriamente pagato i diritti estrattivi al signor Mc Allen.

La situazione fu risolta solo nel 1999, con un pagamento da parte della Forest Oil e con la firma di un documento di accordo fra le due parti. Intanto, nel 1992 la
Forest Oil, facendo finta di essere generosa, donò al signor McAllen 700 tubature dismesse. Il signor Mc Allen aveva messo su un’area per il ripopolamento di rinoceronti provenienti dallo Zimbabwe ed in via di estinzione sul suo ranch. Il metallo delle tubature sarebbe servito per creare recinti agli animali e così il signor Mc Allen trascorse molte ore a tagliarlo e a rimodellarlo.

Una volta finito il lavoro i rinoceronti iniziarono a soffrire di lesioni alla pelle, si ammalarono e morirono in massa. Lui stesso perse una gamba per colpa di un tumore raro. Intanto, nel 2002 un impiegato della Forest Oil che era andato in pensione, allertò gli ufficiali della sua compagnia che i tubi regalati al signor Mc Allen erano radioattivi. La radioattività era dovuta alla presenza di sostanze tossiche durante la lavorazione del petrolio. Nessuno però pensò di parlarne al signor Mc Allen in persona.

Finalmente nel 2004, fu l’impiegato stesso a dire di questi tubi radioattivi al signor Mc Allen. “È entrato con tutte queste carte. Mi avevano già amputato la gamba. Quando me lo disse sono quasi svenuto”. Il signor McAllen iniziò a fare indagini sul suo ranch e scoprì a sue spese che la Forest Oil aveva pure seppellito sostanze di scarto altamente tossiche a base di mercurio nella sua terra.

Anche se è impossibile provarlo al 100%, i legali del signor Mc Allen dicono che c’è
una correlazione di tumori come quello che ha colpito il loro cliente e l’ingestione di sostanze radioattive, sicuramente entrate nel corpo del signor Allen durante le molte ore trascorse a tagliare le tubature, esponendolo alla polvere radioattiva. C’è quantomeno il sospetto che sia la morte degli animali che il suo tumore, siano collegati alle tubature della Forest Oil. Il costo dello smaltimento corretto del ferrame radioattivo sarebbe stato di 10mila dollari per ogni 20/30 tubi, a seconda della lunghezza. Al signor McAllen ne donarono 700. Quanti soldi ha risparmiato la Forest Oil sulla sua gamba?

Nel 2005 allora iniziò la causa del signor Mc Allen e altri comproprietari del ranch contro la Forest Oil. Quest’ultima però si ricordò del contrattino del 1999, nel quale c’era scritto piccolo piccolo che il signor Mc Allen firmando quel documento rinunciava a qualsiasi futura azione strettamente legale contro la Forest Oil.

“Non ho dubbi - dice il signor Mc Allen - che loro sapessero che mi stavano dando la mela avvelenata. Me l’hanno data per sbarazzarsi di me? Chissa! La Forest Oil mi ha regalato quelle tubature per evitare di doverle smaltire in proprio. Hanno pensato, perchè pagare per smaltirle, quando questo idiota non solo se le prenderà ma ci ringrazierà pure? L’industria petrolifera deve essere riconosciuta responsabile di questo tipo di attività. Una giuria deve mandare il messaggio che non puoi comportarti cosi con la gente come se niente fosse”.

Forest Oil risponde che non sapeva che i tubi fossero radioattivi e che il lavoratore che lo ha rivelato al signor McAllen è solo un lavoratore scorbutico. La corte suprema del Texas ha detto che il documento firmato nel 1999 è vincolante e che la causa non può procedere. Al massimo si potrà chiedere un arbitrato, una sorta di soluzione trovata da un terzo, la cui decisione è inappellabile e che spesso è più superficiale che una giuria popolare o un giudice.

Vedremo come andrà a finire, per il signor McAllen e per Bomba!



Incidenti Forest Oil:

31 Ottobre 2000 - Rottura di un oleodotto

1 Marzo 2001 - Incendio su piattaforma

18 Luglio 2002 - Incendio su piattaforma

5 Marzo 2003 - Incendio su piattaforma

20 Luglio 2005 - Incendio sulla piattaforma. Un ferito con bruciature diprimo e secondo grado

Gennaio-Marzo 2006 50 miliardi di barili di petrolio riversati in mare a causa di malfunzionamenti di una piattaforma che era stata chiusa durante l'uragano Rita dell'estate 2005 e poi riaperta.

8 Gennaio 2006 Incidente sul lavoro di un operaio che si e' fratturato polso e caviglia

20 Febbraio 2006 Incidente mortale di un lavoratore che stava chiudendo un pozzo in disuso.

29 Marzo 2006 Incidente sul lavoro di un operaio che installava un lubrificatore a 30 metri adal suolo.

23 Luglio 2007 Un incendio e' scoppiato mentre alcuni operai tagliavano assi di supporto per piattaforma marina. Una cisterna di contenimento si' e' dilaniata con rilascio a mare di modeste quantita' di petrolio

1 Ottobre 2007 Incidente sul lavoro ad un ingegnere durante fasi di carico/scarico materiale su piattaforma marina

16 Dicembre 2008 Incendio su piattaforma in mare




Fonti: ForestOil1, ForestOil2 , ForestOil3, ForestOil4, ForestOil5, ForestOil6, ForestOil7, ForestOil8, ForestOil9 , ForestOil10, ForestOil11, ForestOil12, ForestOil13

La Chevron abbandona l'Artico. Obama vieta le trivelle a Bristol Bay, Alaska











Credo che siano buone notizie.

A causa di quelle che chiama "incertezze economiche nell'industria", la Chevron ha deciso di rimandare indefinitivamente i progetti di trivellazione del Beaufort Sea nella parte canadese dell'Artico e in particolare abbandona il blocco EL 481 a 250 kilometers a nordest di Tuktoyaktuk.

La Chevron programmava la trivellazione dal 2009. Altre ditte, fra cui la Imperial Oil in collaborazione con la Exxon Mobil e la BP, hanno detto invece di non avere cambiato idea sulle trivelle nel Beaufort Sea ma che devono ancora prendere una decisione finale.


Questo della Chevron e' il principale progetto petrolifero accantonato dopo il dimezzamento del prezzo del petrolio negli scorsi sei mesi. Parlavano qui di potenzialita' "altamente significanti", visto anche che avevano pagato circa cento milioni di dollari sono per esplorare l'area.

Una diversa, bella notizia e' che Obama ha permanentemente vietato le trivelle a Bristol Bay, in Alaska, una baia di circa centomila chilometri quadrati.

E' da questa baia che arriva il 40% del pescato `selvaggio` USA, e l'economia della pesca qui genera circa due miliardi di dollari l'anno. Le stime delle riserve di petrolio erano di circa 7.7 miliardi di dollari, cinque volte di piu'.

Obama ha detto che Bristol Bay e' stata al centro dell'economia e del modo di vivere per gli Indiani d'America per secoli e secondo e che essendo una meraviglia naturale, merita di essere conservata, perche' preziosa e non venduta al migliore offerente. 

"Bristol Bay has supported Native Americans in the Alaska region for centuries. It is a natural wonder, and it’s something that’s just too precious to be putting out to the highest bidder”

Nel 2010 il governo aveva gia' messo una moratoria temporanea che sarebbe scaduta nel 2017, adesso Obama ha vietato permanentemente le trivelle. I permessi erano stati venduti nel 1986, ma le trivelle non sono mai arrivate: nel 1989 ci fu l'incidente della petroliera Exxon Valdez e il governo' ritiro' le licenze gia' accordate, ripagando i petrolieri di circa 95 milioni di dollari.

Ovviamente i petrolieri non sono contenti e dicono che questo petrolio ci serve per maggiore
indipendenza economica.

Vuol dire che e' stata una decisione saggia.
Finalmente.



Monday, December 29, 2014

Ombrina, le contro-osservazioni dei petrolieri e i cinque chilometri di Foggia

** Email inviata il giorno 24 dicembre 2014. Risponderanno i nostri eroi o faranno finta di niente, e in Italia ci sono due metri e due misure, una per i petrolieri e un altra per la gente normale? **


** Altre sollecitazioni reiniviate il giorno 13 Gennaio 2015 **


Voi vedere che quando arrivano le osservazioni del pubblico o dei privati la comissione VIA e tutti questi gran dirigenti le girano alle societa' petrolifere?


Invito tutti a fare copia incolla (o a scrivere testi ex novo)
e a lamentarsi con questi signori che non hanno capito
che la sovranita' appartiene al popolo,
che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.


dva-udg@minambiente.it;
dva@minambiente.it;
fornari.dario@minambiente.it
dva-II@minambiente.it;
dva-IV@minambiente.it

Dario Fornari

Giuseppe Lo Presti

Antonio Venditti

Angelo Presta

Mariano
 Mariano Grillo

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Gentile Dr. Fornari,
Gentile Dr. LoPresti,
Gentile Dr. Venditti,
Gentile Dr. Presta,
Gentile Dr. Grillo,


Mi chiamo Maria Rita D'Orsogna e scrivo questo email in qualita' di cittadino d'Abruzzo
riguardo la proposta petrolifera 'Ombrina Mare'  d30 BC MD da parte della Medoilgas Italia, ora Rockhopper Italia.


Spero che possiate aiutare a capire vari interrogativi:



1. Ho notato che alla Medoilgas e' stato concesso di inviare "contro-osservazioni" sul progetto Ombrina, presentate nell' Ottobre 2014. Queste contro-osservazioni sono in relazione alle osservazioni presentate dai cittadini, e in particolare dalla sottoscritta. Le nostre osservazioni, a loro volta, erano state scritte in merito alla proposta iniziale della Medoilgas.



Perche' la Medoilgas ha potuto mandare contro-osservazioni? Secondo quale legge? E' giusto che alla Medoilgas spetti la prima e l'ultima parola? A rigor di logica questo dovrebbe essere un "one shot game" in cui la Medoilgas fa la sua proposta, e noi cittadini rispondiamo. E poi le decisioni devono essere prese in base a queste due argomentazioni. Altrimenti non e' un processo democratico. E se alla Medoilgas e' stato concesso di mandare contro-osservazioni, questo vuol dire che noi possiamo mandare contro-contro-osservazioni? Se si, perche' nessuno ci ha comunicato questo fatto?


In democrazia e' importante che tutti vengano trattati allo stesso modo, anche se siamo in Italia. La Medoilgas ha gia' avuto i suoi canali preferenziali quando in questo ministero c'era Clini, e non e' assolutamente giusto che le siano concessi privilegi rispetto a noi cittadini.


Spero che possiate far luce su questo modo antidemocratico di gestire la cosa pubblica e che in seguito queste contro-osservazioni non vengano piu' accettate, quale che sia il proponente.
I progetti si scrivono per bene dall'inizio.





2. E' notizia di qualche giorno fa che l'autorizzazione per il proposto pozzo Masseria Sipari 1 dir della stessa Medoilgas e' stata negata per la seconda volta, questa volta dal TAR della Puglia che ha decretato che “il pozzo esplorativo interessa un’area troppo prossima al centro residenziale”. Questa sentenza conferma il parere negativo espresso dal Comitato VIA il giorno 19  Giugno 2012, per gli stessi motivi: il pozzo e' troppo vicino alle case dei residenti.


La localita' scelta per il pozzo Masseria Sipari 1 dir dista fra i cinque e i sei chilometri dalla periferia sud della citta' di Foggia. Ombrina Mare nel suo punto piu' vicino alla riva, in localita Vallevo, a San Vito Marina dista circa 5.5 km da riva, esattamente la stessa distanza dal pozzo Masseria Sipari 1dir da Foggia Sud.


In che modo la decisione del TAR influenza l'autorizzazione alla AIA per il pozzo Ombrina Mare? In fin dei conti si tratta esattamente delle stesse preoccupazioni: la vicinanza di un pozzo di idrocarburi alle case e alle vite delle persone. Per di piu', mentre a Masseria Sipari si trattava di un pozzo esplorativo di gas, qui si tratta di una proposta piattaforma di permanenza pluridecennale, con circa 4-6 pozzi estrattivi di petrolio ed una nave FPSO, con il suo via-vai continuo di petroliere, nei pressi della costiera teatina.


Ombrina portera'  rischi di gran lunga superiori rispetto al pozzo Masseria Sipari 1 dir. Se va protetta Foggia, va protetta anche San Vito Marina, anche se i residenti sono numericamente inferiori, perche' la vita di ciascuno merita sicurezza, a prescindere da quanto grande sia il proprio comune di residenza.

 



3. Infine, in che modo questa decisione del TAR si applica ad altri pozzi e impianti petroliferi d'Italia? La stragrande maggioranza dei pozzi proposti o esistenti nella nazione - oltre che gli impianti di stoccaggio a Rivara, a Bordolano, a San Benedetto del Tronto, o il Centri Oli a Tempa Rossa - sono a pochi chilometri da centri abitati, e la logica comune porterebbe a pensare che cio' che e' pericoloso per la citta' di Foggia, lo sia anche per le altre comunita' interessate dalla futura presenza di centri petroliferi.
Grazie e buon Natale,


Maria Rita D'Orsogna

Friday, December 26, 2014

Il collasso dell'industria petrolifera nei mari dei Nord








La BBC - North Sea Industry close to collapse








 Prezzi del petrolio


E intanto le rinnovabili trionfano



Le turbine della MeyGen

Le turbine sotto il mare

Una delle turbine

Pentland Firth

Pentland Firth

Scozia, MeyGen


Wales, Spirit of the Sea

 

La BBC ha appena mandato un articolo dal titolo presciente:  L'industria del petrolio nei mari del nord e' vicina al collasso" 

Non e' una cosa inaspettata visto che in questi mesi si parla di vendite, abbandono di progetti, fusioni fra ditte petrolifere, tagli di personale e di investimenti per risparmiare. Qui pero' le parole sono piu drammatiche: Robin Allan, presidente dell'associazione Brindex esploratori indipendenti, ha detto alla BBC che siamo "vicini al collasso."

Secondo Allan, quasi nessun nuovo progetti nel Mare del Nord puo' essere redditizio ad un presso inferiore ai 60 dollari al barile e che quindi tutti si stanno ritirando.


"In termini di nuovi investimenti - non ci sarà nessuno nel 2015, tutti licenziano, e i bilanci per il 2015 sono tagli da parte di tutti". Allan dice anche che non ci saranno notizie eclatanti di tagli di posti di lavoro perche' la maggior parte del personale lavora a progetto o a contratto, e quindi, semplicmente, non li chiamano piu' invece che licenziarli.


Si parla pero' di "un'ondata di perdite di posti di lavoro" nel corso dei prossimi 18 mesi.

Nel solo Regno Unito, la ConocoPhillips ha tagliato 230 su 1.650 posti di lavoro ed ha annunciato il taglio del 20% degli investimenti. La Schlumberger ha cancellato vari progetti di esplorazione petrolifera e ha smantellato la flotta di navi air-gun nel paese accollandosi 800 milioni di dollari di perdite e la perdita di un numero imprecisato di posti di lavoro. La ditta petrolifera Wood Group ha annunciato un congelamento dei salari, mentre la Apache, un altra grande ditta trivellante britannica, ha imposto un taglio del 10% dei salari.

Secondo la Goldman Sachs per rimanere competitivi, sarebbe necessario che le ditte petrolifere tagliassero il 30% delle loro spese ed investimenti.

E cosi, i rappresentanti di categoria di "Commercio, Industria, Petrolio e Gas" nel Regno Unito, ricordano che "la caduta del prezzo del petrolio sta influenzando l'attività in tutto il Regno Unito" e che "le aziende devono prendere decisioni difficili in questo contesto economico difficile."

In realta' i giacimenti del mare del nord sono stati sfruttati da tanto tempo e la produzione di petrolio e gas e' in declino dal 1999. L'idea per loro era di aumentare gli investimenti, le ricerche in modo da soppiantare con giacimenti nuovi quelli vecchi. Ma non ci sono mai veramente riusciti e adesso questo e' il colpo di grazia. 


Siamo in un contesto di "high-cost" e di "low return". 

In Italia siamo nel contesto di "non sappiamo cosa stiamo facendo" con lo sblocca Italia e sblocca trivelle, ma a questo siamo abituati!










Tuesday, December 23, 2014

Scoppio di piattaforma in Oklahoma: due morti, tre feriti




10 Gennaio 2015, Lima, Ohio: raffineria esplosa, incendio per ore, nubi tossiche di fumo, rumore e puzze per dieci miglia. I residenti hanno pensato che fosse un attacco terroristico, per il troppo caos.





Un altra notizia che non fara' notizia.

Il giorno 19 Dicembre 2014 un esplosione su un pozzo dell'Oklahoma e' esploso e sono morte due persone di 26 e 27 anni - Gary Keened e Kelsey Bellah.

La piattaforma era della texana Pablo Energy e si trovava a due miglia da Coalgate, Oklahoma.
Altri tre feriti. Non ci sono state perdite dell'ambiente e la ditta madre non ha avuto niente da commentare. Un bel Natale.

E poi, oggi 10 gennaio 2015, una esplosione ad una raffineria dell'Ohio ha distrutto finestre alle case e si e' sentito nel raggio di 10 miglia. Era la Husky Lima Refinery, con un incendio che e' durato per ore.

Evviva.


Monday, December 22, 2014

Monroe County, Ohio - Dieci giorni di metano in aria



Ecco qui, l'incidente giornaliero. Siamo a Monroe County, Ohio.

Un pozzo di gas e' scoppiato il giorno 14 Dicembre 2014 ed e' ancora li che il metano fuoriesce dal sito, piu di dieci giorni dopo.  Strade chiuse, case evacuate nel raggio di 1.5 miglia, no-fly zone.

Alla gente e' stato detto che non ci sono fiamme ma solo "pericolo di esplosione".

Il pozzo era stato chiuso un anno fa, ma poi hanno fatto fracking su altri tre pozzi a poca distanza. E poi un paio di settimane fa hanno cercato di riaprire il pozzo, ma c'era troppa pressione inaspettata e ... voila', il tappo si e' forse spostato, o forse si e' crepato, o.. chi lo sa!

Questo e' quello che dicono quelli del fracking in un perfetto stile corporate - tranquilli, e' tutto sotto controllo!

“Despite numerous precautionary measures taken in connection with the temporary plugging and abandonment operation, the well began to flow uncontrollably while recommencing production operations"

Aggiungono anche che hanno cercato di aggiustare il tappo ma che non sono stati capaci di fare granche'. Chissa' cosa hanno combinato sottoterra...

This whole situation is uncommon in general. A full investigation will give us more information as to what happened, what led up to the incident and why there was so much pressure."

Uncommon? Ma se in Ohio i fraccidenti sono del tutto comuni - uno scoppio ha portato a perdite di petrolio in nel fiume Ohio nel Maggio 2014  e poi a Giugno 2014: fiamme da un sito da fracking della Halliburton con esplosione di camion, migliaia di camion con monnezza tossica finiti nel fiume Ohio, e la morte di 70,000 pesci. In Ottobre un altro pozzo e' esploso con l'evacuazione di circa 400 famiglie. Tre incidenti in tre giorni, con un morto pure.

E va bene, qui intanto dopo dieci giorni, quello che sappiamo e' che il metano avvolge tutta l'area. Volevo proprio riposarmi per un po e invece qui uno non fa a tempo a postare di incidenti a destra e a manca...

Ma tuttapposto, le trivelle sono sicure.


Sunday, December 21, 2014

Cat Island - l'isola scomparsa in pochi mesi

31 Marzo 2015 - the end








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 Prima

 Dopo

 Cat Island, 2006

Cat Island, 2010
circondata dal petrolio

 Cat Island 2012



Cat Bay, con Cat Island, l'isola piu' grande.




Una delle prime cose a scomparire a causa dei cambiamenti climatici sono isole ed atolli. Non fa eccezione Cat Island, nel golfo del Messico, un tempo imporante punto di riferimento per gli uccelli migratori.

Prima del 2005 era una isola sola, poi, con l'innalzamento dei livelli del mare si e' "spezzata" in due. 

Ma non e' finita qui: il petrolio fuoriuscito nel 2010 dal pozzo Macondo della BP gli ha dato il colpo di grazia, uccidendo la vegetazione che aiutava a fermare l'erosione dell'isola.

Come Cat Island molte altri isolotti nel circondario di Barataria Bay sono stati sommersi e ingoiati dal mare, isole piccole e fragili che formavano la prima difesa del golfo del Messico contro uragani e mareggiate e che rappresentavano l'habitat di varie specie di uccelli. 

Che fare? Non lo sa nessuno. The US Army Corps of Engineers ha gia' dichiarato che cerchera' di ricostruire l'isola di Cat Island depositando in loco sedimenti dal fiume Mississippi. Una sorta di ripascimento americano.

Questi tipi di tentativi sono stati gia' fatti in altre localita' con problemi di erosione, ma non hanno quasi mai avuto successo. Per di piu' i sedimenti del Mississippi contengono rifiuti industriali, dovuto al fatto che l'industria del carbone di vari stati che attraversa ha riversato rifiuti di vario genere nel corso dei decenni.

E cosi, in localita' gia' interessate dal ripascimento si sono ritrovati petcoke e pezzi di carbone nel mare.

 4000 chilometri quadrati di terreno persi






Il progresso.