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Sunday, February 9, 2014

Terra dei fuochi: will you confront the Camorra?





... the question is whether the Italian government will confront the Camorra 
and clean up the mess — and whether the mess can be cleaned up at all

...the land of the Camorra, 
stretching from the Tyrrhenian Sea to the Apennine foothills, 
is a particularly vivid tableau of ruined beauty

The New York Times, January 29 2014 


Significato di confront:


to oppose or challenge someone especially in a direct and forceful way
opporsi e sfidare qualcuno specialmente in un modo diretto e con la forza

Merriam Webster Dictionary


Si sente spesso dire che occorre incentivare il turismo in Italia come uno dei tanti modi per uscire dalla crisi. Si sente spesso dire investire nel turismo e' fra i modi piu' "facili" per rilanciare l'economia italiana nel senso che abbiamo materia prima in abbondanza,  perche' tutto il mondo sogna il vivere italiano e quindi e' una scommessa su cui non si puo' perdere.

Ed e' proprio cosi: invece che fare buchi e inceneritori e cave e ILVA, l'Italia dovrebbe dare tutto quello che ha per il supporto del turismo, quello nuovo, che vuole cultura, beni artistici, natura, storia, gentilezza, esperienze uniche e personalizzate.

E invece siamo qui a tagliare l'insegnamento dell'arte nelle scuole, con Pompei che crolla, con capolavori piu' o meno grandi lasciati all'oblio, con la maleducazione e l'arroganza galoppante, con l'idea che fare i furbi sulle spalle dei turisti - o in generale dell'altro, turista o non turista - porti chissa' dove.

Ed ecco che arriva circa una settimana fa, questo meraviglioso articolo del New York Times, che come sempre te le dice come sono. 

Si intitola "A Mafia legacy taints the Earth in Southern Italy"

Un titolo che dice tutto: Mafia, Monnezza, Meridione.

Sul New York Times.

Tutte le belle parole sul turismo che vanno a farsi friggere.

E come non fanno a rimanere impresse quelle parole e quelle immagini, per uno che le sente la prima volta?

La storia del triangolo della morte in Italia e' nota, e ci siamo quasi anestetizzati a sentire di tassi di tumore alle stelle, di terreni non bonificabili, di morti su morti, di bruti e non di persone che seppelliscono monnezza fra i campi, proiettili nelle carni,  incivilta' nel vivere comune.

Ma leggerlo cosi, su uno dei principali quotidiani del mondo fa sorgere in me una sorta di vergogna, di rabbia non solo verso chi ha fatto tutto questo - che non e' degno di essere parte del genere umano - ma verso chi vive li ed ha permesso che tutto questo succedesse senza dire o fare niente.

Garbage is strewn along highways, tossed beneath overpasses or dumped atop irrigation canals. 
Rats search for food amid discarded sheets of asbestos, broken computer screens and empty paint cans. Plumes of black smoke often rise, the entrails of trash illegally burned from distant hillsides or abandoned fields.

L'anno scorso sono stata a Napoli e la Coldiretti aveva vendita di verdure a chilometri zero in una delle piazze della citta'.

Ma veramente? 

La marina militare USA fece studi sull'acqua e consiglio' agli americani stazionati li di non berla.
 
E il governo italiano, e il governo campano, e il corpo militare italiani dove erano? Se gli americani avevano dei dubbi sull'acqua potabile, come facevano a non averceli gli italiani?

E chi viveva li, possibile che non ha visto, sentito, potuto niente in venti, trenta anni di tempo?

Di chi e' la colpa?

Beh, inutile negare che i campani, che sono un concentrato del resto d'Italia veramente, sono responsabili dello schifo che li circonda, per i loro silenzi, per avere a lungo tollerato una cosa del genere, per non avere saputo o voluto ribellarsi e non solo alla monnezza, ma al modo di vivere bruto imposto della Camorra e anzi per avere lasciato che tutto proliferasse. Per avere vissuto nei loro piccoli mondi fatti di imbrogli di vari genere, o di buona borghesia, senza essersi mai preoccupati di cosa accadeva a due passi da casa loro, basta solo che lo schifo non entrasse nei loro salottini.

E' facile vivere cosi, lo so, perche' alla sera chiudi la porta e sei tranquillo e chi si e' visto si e' visto. Ma i mali della societa' sono come il tumore, se mai ti ci intestardisci a estinguerlo dal tuo corpo, quello prende il sopravvento, diventa peggio e prima o poi tocca anche te, chiuso nel tuo salottino.

Ma adesso che e' tutto scoppiato, e che e' evidente che il singolo puo' fare ben poco, se non mettere pressione alla classe politica, la palla passa al governo, quel governo che e' colpevole tanto quanto i campani, per non avere potuto, saputo, voluto vigilare e fare le domande, i controlli, le multe.

Ed e' qui, quello dell'articolo del New York Times che piu' mi colpisce: le parole del giornalista al governo italiano "will you confront the Camorra?"

E' in quel "confront the Camorra" che sta l'abisso fra il modo di pensare americano e quello italiano.

Confront che sta per alzerai la voce, punterai i piedi, ti farai valere, imporrai tu la legge invece che subire le regole malate della Camorra? Confront che sta per farai tutto quello che e' in tuo potere per sradicarla questa Camorra e di pulire la monnezza, di chiunque sia la colpa? Confront che sta per guarda che in teoria sei tu ad essere il forte, non la Camorra, perche' sei tu che rappresenti 60 milioni di persone.

Will you confront the Camorra.

E invece mi pare sempre che questi problemi di corruzione, di Mafia siano sempre di poca preoccupazione per l'Italia.  Non ci posso credere che una banda di malviventi sia piu' potente che una nazione intera, semplicemente non posso crederci.E sogno un governo che dica il nostro obiettivo e' di sradicare questa incivilta' e di riportare la legge e il rispetto per la cosa pubblica e le regole e la decenza in tutte le regioni italiane, anche in quelle che uno potrebbe dare per perse.

Will you confront the Camorra.

E noi persone normali?

Beh, invece di stare qui a fare inutili dibattiti sui meriti artistici de "La grande bellezza" faremmo bene a preoccuparci di restaurare quella bellezza perduta, nel paesaggio, nell'ambiente, nelle coscienze di ciascuno di noi.

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“La terra dei fuochi” è l’ area geografica tra Napoli e Caserta denominata tale a causa dello smaltimento illecito di rifiuti tossici tramite interramento e roghi ordito dalla collusione tra alcuni imprenditori, la criminalità organizzata e diversi esponenti delle Istituzioni nazionali.

Essa interessa in modo diretto le province dei capoluoghi suddetti, per un totale di un centinaio di chilometri quadrati, e indirettamente l’intero territorio regionale e nazionale.

I rifiuti tossici, da non confondere con i rifiuti urbani (solamente 1/5 di quelli regionali), provengono da industrie europee e, prevalentemente, del nord Italia, alcune delle quali situate nelle province di Brescia, Padova, Ferrara, Torino, Milano, Varese e della Toscana, secondo quanto accertato tramite la confessione del pentito di camorra Dario de Simone, appartenente al clan dei Casalesi.

Nelle discariche legali e illegali della Campania, tra le sostanze e i materiali pericolosi per la salute umana che si è riusciti ad identificare, vi sono piombo, nikel, solventi chimici, amianto, scorie radioattive, rifiuti ospedalieri, vernici e fanghi nucleari.

Il traffico illegale di rifiuti, come denuncia l’indagine effettuata dalla US Navy nel giugno 2007, ha inevitabilmente originato l’avvelenamento dell’intero ciclo vitale, quindi di terra, acqua, aria e, conseguentemente, di vegetali, animali ed esseri umani. In particolare, il numero dei coinvolti finora nel biocidio -neologismo coniato dagli attivisti- ammonta a 2,8 milioni di abitanti, dato destinato a crescere in modo esponenziale.

Le analisi americane, svelano come le 14 sorgenti della Campania, che scorrono nelle condotte urbane, siano di per sé pure, venendo contaminate successivamente dalle infiltrazioni di acqua proveniente da pozzi privati, il 92% dei quali è considerato mortifero: ciò a causa della scarsa manutenzione e dei carenti controlli sulle tubature cittadine.

Persino l’aria è stata corrotta: dal terreno, infatti, sono sprigionati gas densi di sostanze cancerogene, come Pce, Cloroformio e Dibromo-Cloro-Propano, quest’ultimo alla base di un’insetticida il cui uso in Europa è proibito da due decenni. Giova qui precisare la questione riguardante i roghi, da cui deriva anche la denominazione di “Terra dei Fuochi”: innanzitutto, è da sfatare il mito secondo il quale sia la popolazione civile ad incendiare in segno di protesta i rifiuti urbani (non sono infatti questi ad essere bruciati!). I roghi sono appiccati appositamente per nascondere in modo irreversibile i materiali di scarto prodotti dalla cosiddetta “economia sommersa” locale e nazionale: questi, infatti, non risultando dal fatturato delle imprese coinvolte, non possono essere smaltiti regolarmente, pur dovendo, data la loro natura di rifiuti speciali. In particolare, già nel 2004 la “Commissione Parlamentare d’Inchiesta per lo smaltimento illecito dei rifiuti” scopriva come le sostanze tossiche, qualora non fossero state riversate su cumuli di resti tessili, una volta bruciate, avrebbero provocato pericolose esplosioni.

Oltre all’irreparabile danno all’economia nazionale e locale, basata prevalentemente sul settore agricolo e pastorizio, la conseguenza più tragica riguarda la lesione del diritto alla vita e alla salute della popolazione campana: nella regione, rispetto alla media nazionale, c’è stato un aumento del 300% di leucemie e tumori, nonostante sia una delle più giovani d’Italia (infatti a morire sono soprattutto bambini, molti dei quali nati malformati, uomini e donne entro i 40 anni d’età). Secondo l’oncologo Antonio Marfella, le tipologie di cancro prime per incidenza sono quelle da inquinamento e quelle al colon retto, non riconducibile di certo a fattori genetici, allo smog e agli stili di vita audacemente citati nel 2013 dal Ministro della Salute Balduzzi, rispetto alla situazione epidemiologica locale.

Secondo il rapporto dell’Istituto Nazionale per i Tumori Pascale di Napoli, a Terzigno, nei soli 700 metri della zona in cui è collocata una discarica formalmente legale, si registrano 87 malati di tumore (almeno un malato in ogni casa). Ancora: secondo l’Istituto Superiore della Sanità, nei comuni dello sversamento, come Acerra, Caivano, Giuliano, Villaricca e altri, si riscontrano il 19% in più negli uomini, il 29% in più nelle donne di casi di tumore, rispetto ai comuni in cui la soglia del rischio è normale.

Paradossale è il fatto che in Campania non esista un Registro Tumore regionale: gli unici che erano stati redatti a partire dal 1995 dall’ex Asl di Napoli, riguardante solo parte del Napoletano e la provincia di Salerno, hanno funzionato fino al 2007. Ad oggi l’iniziativa è stata assunta dalla Regione Campania, ma è rimasta tale.

Sono diverse le ombre relative alla questione e la sensazione predominante è quella di una paralisi nazionale: è certo che la diffusa disinformazione e la partecipazione collusa di alcuni esponenti politici e funzionari pubblici al disegno criminale, classificabile come reato di disastro ambientale e di attentato colposo alla vita dei cittadini, rende la situazione aberrante e ineluttabile. Il vero cancro del Bel Paese è la corruzione dilagante delle Istituzioni, che hanno ormai dissacrato nella coscienza del popolo italiano la già debole idea di Stato come bene comune. A causa di un Legislatore sordo alle grida del popolo partenopeo, persino la Magistratura stenta a trionfare: come ha spiegato Federico Bisceglia, magistrato della Procura della Repubblica di Napoli, la proposta di inserimento nel Codice Penale come fattispecie di reato quella dei delitti contro l’ambiente è bloccata dal 1997: in mancanza di una normativa adeguata, si sta facendo riferimento all’art 434 c.p. “Crollo di costruzioni o altri disastri dolosi” risalente al 1930.

L’unica speranza risiede in noi: sono già migliaia i piccoli eroi quotidiani che lottano per un Paese migliore, perché i grandi cambiamenti derivano da persone che si rifiutano di abituarsi a ciò che è erroneamente accettato.

Sabina Grossi
Antonio Manfredonia



























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