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Monday, December 16, 2013

Da pensionato ENI potrei anche essere di parte perche' difendo la ricerca petrolifera.

Ecco cosa mi arriva.

Inizia con "da pensionato ENI potrei anche essere di parte perche' difendo la ricerca petrolifera in Abruzzo."

Di parte? Noooo.

Chissa' perche' quei pochi favorevoli alle trivelle sono tutti ex lavoratori o lavoratori di ditte petrolifere che hanno portato progresso, gioia e felicita' dappertutto.

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Da pensionato ENI potrei essere anche di parte perchè difendo la ricerca petrolifera in Abruzzo.

L'atteggiamento positivo verso le attività minerarie è dovuta dalla lunga esperienza acquisita durante la mia vita lavorativa sia nel campo della ricerca, ''Trivellazione pozzi'' a terra e in mare, che nel campo della gestione della produzione, centrali per la produzione di gas metano e centri olio per la produzione di petrolio.

Analizzando i dati storici delle attività di produzione di idrocarburi in Abruzzo nel corso dei sessant'anni non si è mai verificato alcun danno all'ambiente e/o alle persone.

Le società petrolifere durante la vita produttiva di una concessione del sottosuolo dello Stato, dovrà gestire le risorse produttive, in assoluta sicurezza nel rispetto delle rigide normative di legge e degli standards internazionali per la salvaguardia di persone, ambiente e territorio.

Alla fine della vita produttiva del giacimento in concessione, la società petrolifera ha l'obbligo di riconsegnare le superfice occupate ai vecchi propietari, previa bonifica delle aree.

Nel merito potrei citare due siti che in passato hanno avuto attività petrolifera:

* nel comune di Alanno, contrada Madonna della Croce località Valle Cupa, erano stati perforati circa 15 pozzi per lo sfruttamento del giacimento ad idrocarburi liquidi e la costruzione di un centro olio per il trattamento, sia le aree pozzi che quella della centrale, sono state bonificate e riconsegnate ai proprietari pronti per la coltivazione agricola;

* in Val di Sangro nel comune di Paglieta località Santa Maria Imbaro, perforati cinque pozzi per lo sfruttamento del giacimento ad idrocarburi liquidi e la costruzione di un centro olio per il trattamento, le aree pozzo già bonificate riconsegnate ai proprietari, per il centro olio si stà completando la fase di bonifica per la riconsegna del sito.

Dagli anni settanta le attività minerarie in Abruzzo hanno avuto il massimo sviluppo d'investimento e produzione parallelamente all'affermarsi della '' Regione dei Parchi ''.

In provincia di Chieti, nei Comune di Lentella, Cupello e San Salvo, negli anni sessanta/settanta, sono stati perforati circa 120 pozzi, grazie a quegli investimenti e ad approfondite ricerche, sono stati rinvenuti due grossi giacimenti ben distinti dal livello geologico: gas con presenza di idrogeno solforato (H2S) proveniente dai calcari e gas metano umido proveniente dalle sabbie.

Per lo sfruttamento dei due giacimenti l'ENI, in quegli anni si chiamava ''AGIP Mineraria'', ha investito molte risorse sul territorio Cupello/San Salvo, esattamente a Montalfano, per costruire la centrale di trattamento del gas metano che è andato in esercizio a novembre del 1960 con una produzione giornaliere di gas naturale di circa 3.850.000 Smc, successivamente, favorito dal consenso dei cittadini e della politica locale, è stato realizzato l'impianto di trattamento più complesso per la separazione e l'abbattimento dell' idrogeno solforato, a novembre del 1971 è entrato in produzione con una portata giornaliere di gas trattato di 650.000 Smc.

Durante la vita produttiva dei due giacimenti citati:

* dai calcari sono stati estratti 3.938.000.000 Smc periodo novembre 1971 febbraio 1995,

* dalle sabbie sono stati prodotti 14.667.000.000 Smc periodo novembre 1960 dicembre 2001.

Questo patrimonio di energia naturale ed il consenso dei cittadini dell'epoca con i rappresentanti della politica locale, hanno invogliato le aziende ad investire sul territorio creando un'area industriale nella zona di San Salvo, le società erano facilitate ad investire grazie anche all'energia a basso costo, ricordo quando lavoravo alla centrale gas di trattamento di Cupello c'era un metanodotto dedicato direttamente allo stabilimento della S.I.V. di S.Salvo.

L'ENI durante la gestione della produzione del gas metano dalle sabbie ha proseguito con degli investimenti mirati verso studi specifici per utilizzare il giacimento come dei grossi serbatoi di stoccaggio.

L'area di Cupello e San Salvo è diventata una risorsa strategica per la Nazione, infatti durante il periodo di bassissimo consumo energetico (periodo estivo), il gas proveniente dall'Algeria o da altre parti del mondo con dei metanodotti con portate quasi sempre costanti sia d'inverno che d'estate, l'eccedenza viene rimesso in giacimento e riconsegnato nei momenti di fabbisogno per la Nazione, nel periodo invernale il giacimento è talmente strutturato che permette di riconsegnare il gas con una portata giornaliera di circa 30.000.000 di Smc.

Ci sono altre realtà operative nel nostro territorio abruzzese in off-shore, a largo delle coste Teramane, dove sono state installate piattaforme di produzione per l’estrazione del gas dal fondo del mare e trasferito a terra, tramite metanodotti, nella centrale di trattamento in località Scerni di Pineto.
Attualmente la centrale è ancora in esercizio con una portata giornaliere residua di 1.000.000 Smc, durante i 35 anni di attività ha prodotto circa 38.000.000.000 Smc.

Non riesco perciò a comprendere, per un valore di rilevanza nazionale, come l’energia possa essere condizionato da comportamenti e considerazioni ambigue e faziose manifestate da alcune persone che, senza le adeguate conoscenze tecniche, continuano a confondere lo sviluppo e la produzione di idrocarburi naturali con la costruzione di fantomatici impianti petrolchimici di raffinazione, per niente attinenti alla attività estrattiva.

Regioni adriatiche a noi vicine, quali Marche, Emilia Romagna e Molise, pur proseguendo con le attività annesse allo sfruttamento del sottosuolo, hanno considerevolmente sviluppato il settore turistico e sono cresciute nonostante la presenza delle attività minerarie in terraferma e/o a mare di fronte alle spiagge più rinomate dai turisti. Atutt’oggi sono in produzione oltre settanta piattaforme.

In Abruzzo negli ultimi 10 anni non son stati fatti ritrovamenti di nuovi giacimenti, le perforazioni sono state quasi annullate e le ricerche sospese.

Con il perdurare del periodo di crisi economica mondiale, l’Abruzzo non può permettersi di rinunciare a questo suo patrimonio energetico naturale che può diventare locomotiva trainante dello sviluppo economico regionale con grandi investimenti e positive ricadute nel campo occupazionale.

Tramite la rete stò seguento le vicente dello sfruttamento del piccolo giacimento di Bomba. Gli ambientalisti con le loro ideologie faziose verso il territorio, sono riusciti a creare un clima esasperato ed ostile della cittadinza di Bomba nei confronti dei tecnici della società americana, che cercavano, pacificamente e democraticamente in un’assemblea pubblica, di illustrare un progetto per la realizzazione di un impianto di estrazione e trattamento di metano.

I rappresentanti della Forest Oil Corporation con gli esperti del progetto, sono stati letteralmente travolti da una popolazione che non voleva sentire ragioni, e che, per tutta risposta, rivolgeva agli intervenuti un continuo coro aggressivo fatto di improperi, insulti e fischi. Questi eventi negativi nei confronti di una Società che porta risorse sul territorio per lo sviluppo, sono difficili da non commentare. Se negli anni cinquanta/sessanta, i cittadini e la politica locale, un po’ più a sud di Bomba, nel territorio Cupello, Lentella e S.Salvo, avessero avuti gli stessi atteggiamenti nei confronti delle società petrolifere di quel periodo ‘’Agip Mineraria, attuale ENI‘’ lo sviluppo, industriale, turistico e demografico della zona non ci sarebbe stato.

Se fossero vere le tesi del comitato del “NO” allo sfruttamento del piccolo giacimento di Bomba con n° 5 pozzi, il territorio di Lentella, Cupello e S. Salvo con i suoi 120 pozzi, sarebbe sprofondato nell’asta fluviale del fiume Trigno per effetto della subsidenza.

Le caretteristiche del gas del giacimento di Bomba presenta la stessa composizione in H2S del vecchio giacimento di Cupello/San Salvo. Durante la vita produttiva (25 anni), la centrale di trattamento dell’ENI nella contrada di Montalfano di Cupello ha trattato 3.983.000.000.Smc di gas desolforato, non si è mai verificati incidente verso l’ambiente e la salute delle persone, chi vi scrive ha lavorato per sette anni come capoturno nell’impiato di trattamento: sono vivo e vegeto e godo di buona salute grazie a Dio, con quasi settant’anni sulle spalle.

Le argomentazioni sopra esposte si basano su dati storici verificabili andando sul territorio, non comportamenti e considerazioni ambigue e faziose manifestati dai comitati senza le adeguate conoscenze tecniche fornendo informazioni tecnicamente non attendibili eslusivamente per creare allarmismi e paura.

1 comment:

Unknown said...

Al di là che si possa veramente verificare sul campo, c'è il problema di valutare l'impatto nel tempo sull'ambiente (ad es. la tenuta dei pozzi).
In ogni caso, anche da fonti interne a ENI, mi dicono che trivellazioni in mare, non si riesce a garantire, assolutamente, che non ci siano perdite e danni all'ambiente e ... sono danni che non possono essere verificati, se non con costosissime misurazioni.