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Tuesday, May 21, 2013

#noombrina - da mandare ai ministri

Al Ministro Flavio Zanonato
Ministro dello Sviluppo Economico
Via Veneto n. 33
00187 Roma

Al Ministro Andrea Orlando
Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Via Cristoforo Colombo n. 44
00147 Roma

Al Ministro Massimo Bray
Ministro per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo
Via del Collegio Romano n. 27
00186 Roma






Oggetto: Contrarieta’ alle trivelle MOG - Ombrina Mare – Costa dei Trabocchi - Abruzzo


Il popolo e’ sovrano
Articolo 1 della Costituzione Italiana



Gentile Ministro Flavio Zanonato,
Gentile Ministro Andrea Orlando,
Gentile Ministro Massimo Bray,


le scrivo da cittadino italiano, libero ed informato, per esortarla a non autorizzare il rilascio del “si” alla concessione petrolifera detta ”Ombrina Mare” come proposto dalla Mediterranean Oil and Gas di Londra e che dovrebbe sorgere a circa 5 chilometri dal costituendo Parco della Costa Teatina, in provincia di Chieti.

La concessione prevede il trivellamento di almeno 6 pozzi di petrolio, l’installazione di una piattaforma petrolifera, di una nave desolforante FPSO, di vari oleodotti verso la costa nonche’ un viavai continuo di petroliere e di navi dedite al trasporto di materiale da scarto da e verso la riva.

Il petrolio presente nella concessione Ombrina e’ di qualita’ scadente, saturo di impurita’ sulfuree, difficile da estrarre e da raffinare. Stime della stessa MOG parlano di riserve complessive fra i 20 e i 40 milioni di barili, quanto serve all’Italia per 2 o 4 settimane e che vanno a spalmarsi su un arco produttivo di 30 anni.

E’ evidente a qualsiasi persona intelligente e senza interessi di parte che questo e’ un progetto folle, assolutamente privo di buon senso, e di cui gli unici a beneficiare sarebbero i petrolieri inglesi della MOG e i loro investitori.

Ombrina Mare snaturera’ l’essenza stessa della costa teatina ed e’ del tutto incompatibile con l’economia attuale, con la nascente industria turistica della riviera d’Abruzzo, con la presenza di varie riserve naturali lungo la costa e di una riserva di pesca finanziata dall’UE all’interno della concessione stessa.

Soprattutto, Ombrina Mare e’ incompatibile con le aspirazioni e la volonta’ di un popolo intero che dal 2008 ad oggi, in vari modi ed occasioni continua ad esprimere il suo piu’ totale dissenso ad Ombrina Mare.

Tutta la classe politica d’Abruzzo, dal consiglio regionale di Gianni Chiodi, ai vari senatori, ai presidenti delle province interessate, ai sindaci hanno ripetutamente detto no ad Ombrina Mare, coprendo con voce unanime tutto lo spettro politico, dall’estrema destra all’estrema sinistra. Forte dissenso e’ stato espresso anche dalla Confcommercio, dall’ intera Conferenza Episcopale d’Abruzzo e Molise, da Assoturismo, dal FAI, da WWF, da Legambiente, da una molteplicita’ di accademici indipendenti e da una miriade di associazioni in rappresentanza di pescatori, albergatori, subacquei ed altre attivita’ culturali , religiose, ambientali, giovanili e studentesche.

A testimonianza di quanto il popolo d’Abruzzo non desidera essere petrolizzato e’ la manifestazione del 13 Aprile 2013, in cui circa 40,000 persone sono scese in piazza a Pescara a dire, per l’ennesima volta, no ad Ombrina e alle trivelle in Adriatico.

I petrolieri affermano che sara’ tutto realizzato nel migliore dei modi, che ci saranno vantaggi per l’Italia, ma sappiamo che non e’ vero: non esiste nessuna comunita’ nel mondo in cui qualita’ di vita e petrolio si sposano. Non a caso lungo le coste atlantiche e pacifiche degli USA, esiste il divieto integrale alle trivelle entro 160 chilometri da riva. In Florida si arriva a 200 chilometri.

Il Ministero dell’Ambiente, sotto l’onorevole Stefania Prestigiacomo, aveva decretato parere negativo ad Ombrina Mare nell’ottobre del 2010 secondo le diciture riportate in calce. Fra i vari motivi del no, e non certo il principale, il Decreto 128 del 2010 in cui si imponeva una fascia di rispetto di 12 miglia (circa 20 chilometri) da riva in presenza di riserve naturali.

La successiva forte opera di lobby eseguita sul governo Monti da Sergio Morandi della MOG ha pero’ portato all’Articolo 35 del Decreto Sviluppo del 2012 in cui il vincolo delle 12 miglia non era piu' applicabile ai progetti antecendenti il 2010, fra questi Ombrina Mare. Tutti gli altri fattori di pericolosita’, di inquinamento, di effetti deleteri su persone, pesci e ambiente, sottolineati dal precedente parere del Ministero dell’Ambiente, restano pero’ immutati.

Questo nuovo governo afferma di volersi aprire all’insegna del bipolarismo, della voglia di cambiamento, di trasparenza, di partecipazione popolare.

Il no ad Ombrina Mare da parte dei vostri ministeri, in modo forte e chiaro, sarebbe allora un ottimo modo per dimostrare nei fatti questi intenti e di mostrare il cambiamento di rotta nel conceto: prima i cittadini e poi gli interessi speciali di lobbisti e petrolieri. E’ il buonsenso che lo chiede, e’ la democrazia, e’ la voglia di proteggere e di migliorare l’Italia, e’ la voglia di guardare liberi al futuro, speranzosi che il domani possa essere migliore dell’oggi.

Considerato che progetti simili riguardano tutti i mari d’Italia, in Adriatico, nello Ionio, ed in Sicilia, ci auguriamo che ci sia una azione decisiva, concentrata ed intelligente da parte dei vostri ministeri, per proteggere tutte le nostre coste, da nord a sud.

Il mare dell’Italia non e’ della MOG, della Petroceltic, della Shell, della Transunion, della Audax o dell’ENI.

Il mare dell’Italia e’ degli Italiani.

Grazie,

firma e data










--- Dal Ministero dell’Ambiente – Ottobre 2010 --


CONSIDERATO che le osservazioni presentate da Enti Pubblici e Privati, da Associazioni, esercizi commerciali e singoli cittadini attengono nella quasi totalità dei casi a:


· timore di nocumento per lo sviluppo turistico;

· timore di degrado ambientale per la presenza di una nuova torre di perforazione;

· impatto negativo di traffico, presenza di strutture a mare, smaltimento rif iuti, rilascio metalli pesanti;

· timore di possibile inquinamento da vernici, combustibili, reflui;

· timore per la paventata diminuzione di presenza turistica;

· timore di possibili nocumenti irreversibili per le aree SIC presenti sulla costa, e le altre aree protette nella zona di eventuale interferenza, in particolare per le specie arboree e l’avifauna;

· timore di nocumento per la pesca;

· timore per il possibile sversamento di idrocarburi liquidi in mare;

· timore di nocumento per le specie ittiche, per i rettili, i mammiferi marini e avifauna;

· timore di spiaggiamento cetacei;

· timore di possibili insorgenze di patologie nell’uomo in conseguenza dell’attività di sfruttamento
idrocarburi legate al rilascio di sostanze pericolose volatili e/o solubili e/o solide;

· Timore di interferenza con la flotta peschereccia e con le linee commerciali;

CONSIDERATO che il comma 17 dell’art. 6 del D. Lgs. 152/2006 come modificato ed integrato dal succitato Decreto Legislativo 29 giugno 2010, n. 128 prevede che:

"Ai fini di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, all’interno del perimetro delle aree marine e costiere a qualsiasi titolo protette per scopi di tutela ambientale, in virtù di leggi nazionali, regionali o in attuazione di atti e convenzioni internazionali sono vietate le attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare, di cui agli articoli 4, 6 e 9 della legge 9 gennaio 1991, n. 9. Il divieto è altresì stabilito nelle zone di mare poste entro dodici miglia marine dal perimetro esterno delle suddette aree marine e costiere protette, oltre che per i soli idrocarburi liquidi nella fascia marina compresa entro cinque miglia dalle linee di base delle acque territoriali lungo l’intero perimetro costiero nazionale. Al di fuori delle medesime aree, le predette attività sono autorizzate previa sottoposizione alla procedura di valutazione di impatto ambientale di cui agli articoli 21 e seguenti del presente decreto, sentito il parere degli enti locali posti in un raggio di dodici miglia dalle aree marine e costiere interessate dalle attività di cui al primo periodo . Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche ai procedimenti autorizzatori in corso alla data di entrata in vigore del presente comma”


CONSIDERATO che l’intera estensione dell’area di ricerca d 355 CR SR si trova interamente entro il limite di 12 miglia marine dalla costa in cui sono presenti le aree protette;


CONSIDERATO che nella zona costiera prospiciente l’area di ricerca sono presenti due Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) ai sensi della legge 394/91 la cui ubicazione è illustrata nella carta dei vincoli allegata al SIA denominati “Fosso delle Farfalle” e “Lecceta litoranea di Torino di Sangro e Foce del Fiume Sangro”;


CONSIDERATO che sulla costa insiste un’area sottoposta a vincolo paesaggistico dichiarata di notevole interesse pubblico dalla L. 1497/39 (oggi art. 136 del D.Lgs 42/2004). In particolare con D.M. 21/06/1985 è stata vincola l’area di costa (codice del vincolo 130102) denominata “Fascia costiera che va da Francavilla al Mare fino a San Salvo con colline degradanti sul mare” che interessa tutta la coste della Provincia di Chieti e parte delle aree più interne, inglobando le singole aree vincolate istituite in precedenza;


ESPRIME

parere negativo riguardo alla compatibilità ambientale del progetto “Progetto di coltivazione del giacimento di idrocarburi Ombrina Mare nell’ambito della concessione di coltivazione d30 B.C-MD” in considerazionedi quanto previsto dall’art. 6 del D. Lgs. 152/2006 come modificato ed integrato dal succitato Decreto Legislativo 29 giugno 2010, n. 128.

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