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Monday, December 31, 2012

Da un geologo libero



Pubblico di seguito una lettera che mi e' arrivata in questi giorni da parte di un geologo italiano che ho reso anonimo per proteggere chi l'ha scritto. Il testo e' dedicato alle ingarbugliate leggi italiane sulla sicurezza sul lavoro che sono di una salsa per noi comuni mortali e di un altra per i petrolieri e i loro amici.

Guarda caso, le leggi dei petrolieri sono sempre piu' fluide, meno restrittive, piu' blande e soprattutto non vengono mai aggiornate, rispetto a quelle che invece si applicano per noi comuni mortali.

In poche parole funziona cosi: originariamente c'erano due leggi per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Il decreto legislativo 626 del 1994 e' quello che si applicava orignariamente a tutte le attivita' produttive, mentre il decreto legislativo 624 del 1996 era quello che specificatamente si applicava alla sicurezza e alla salute dei lavoratori "nelle industrie estrattive per trivellazione e nelle industrie estrattive e cielo aperto o sotterranee".

Nel corso degli anni la 626 e' stata modificata, aggiornata, resa sempre piu' stringente, tant'e' che alla fine e' stata sostituita in toto dal Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, nel decreto legislativo 81 del 2008 e poi integrata dal decreto legislativo 106 del 2009.

La 624 invece, quella dei petrolieri, e' sempre la stessa e vale a tuttoggi.
 
Come dire tutti si aggiornano, i petrolieri no. Evviva.

Domanda: perche' i petrolieri non devono sottostare anche loro al Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro? Cosa hanno di speciale loro? Tentacoli? Potere? Lobby? Contatti? Soldi? Promesse? Pressioni? Ricatti?

O sono solo piu' belli degli altri?

La democrazia puo' funzionare solo quando c'e' trasparenza e correttezza, e non quando le regole sono fasulle e barare e' facile per chi sa bene oliare il sistema.

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Cara Maria Rita, mi scusi se mi permetto di darle del Tu anche se Lei non mi conosce, ma è da parecchio tempo che leggo i suoi interessanti articoli relativi alle perforazioni petrolifere e per me e come se fosse diventata un’Amica.

Sono un geologo e mi è capitato più volte di visionare studi SIA (studi di impatto ambientale) di società petrolifere.

Le prime volte pensavo di avere a che fare con società supportate da professionisti altamente qualificati e soprattutto gente seria. Mi sono dovuto ricredere fin da subito, quanto meno per l’aspetto relativo agli studi SIA: fatti a stampone, scopiazzati su internet.

Dati di importanza fondamentale volutamente non detti o riportati in modo frammentario o poco chiaro dove lo zapping documentale, che dovrebbe essere un’eccezione, rappresenta la norma. Elemento comune di tutti questi studi è l’acronimo MTD (migliori tecnologie disponibili) che viene riportato in tutte le salse come una sorta di mantra ma che in buona sostanza non significa nulla.

Fanno in tutti i modi per non entrare nello specifico. In uno dei tuoi ultimi articoli citavi dieci buoni motivi per dire no alle perforazioni. Mi permetto di aggiungerne un undicesimo: normativa volutamente vecchia ed inadeguata in materia di sicurezza dei lavoratori nel settore petrolifero.

Sicuramente la lettura ti sembrerà estremamente noiosa, ma ritengo necessario fare alcune premesse.

In materia di igiene e sicurezza del lavoro, la Costituzione (artt. 2, 32, 35 e 41 Cost.) afferma la salvaguardia della persona umana e della sua integrità psico-fisica come principio assoluto e incondizionato, senza ammettere condizionamenti quali quelli derivanti dalla ineluttabilità, dalla fatalità, oppure dalla fattibilità economica e dalla convenienza produttiva circa la scelta e la predisposizione di condizioni ambientali e di lavoro sicure e salubri.

Sulla base di tali presupposti l’opinione pubblica italiana ritiene (anzi è stata portata a ritenere) erroneamente che l’attività di perforazione petrolifera dovrebbe essere un settore all’avanguardia in tematiche di questo tipo. Come tu mi insegni, ogni volta che succede un disastro nelle altre parti del mondo viene sempre detto: “E…ma qui da noi non può succedere, le nostre normative sono così stringenti che è impossibile che succeda’. Completamente falso .

Per i comuni mortali la norma italiana che disciplinava tale materia era la 626 del 1994. Tale norma è stata abrogata con l’avvento del testo unico per la sicurezza DLgs 9 aprile 2008 n° 81. In parte modificato dal DLgs 3 agosto 2009 n° 106. Da allora sono intervenuti una miriade di altre leggi e decreti (circa 22 pagine fitte fitte di integrazioni).

Per quanto riguarda invece i petrolieri, i novelli dei dell’Olimpo: la norma che disciplina tale settore è il DLgs novembre 1996, n. 624 relativa alla “sicurezza e salute dei lavoratori nelle industrie estrattive a cielo aperto o sotterranee”. Questa e' molto simile nei numeri alla 626 del 1994 ed uscita due anni dopo ma con una storia completamente diversa.

Infatti, da allora, tale norma non ha subito alcuna modifica. Tutti gli studi SIA che ho avuto modo di leggere fanno continui riferimenti a questa norma (che gli Dei dell’olimpo si tengono ben stretta) dimenticando che per i comuni mortali vi è stata un’evoluzione normativa di quasi un ventennio.

Ora ti sembra normale (scusami la volgarità) che per costruire un c…..o (pardon una toilette) un povero Cristo si debba riferire a continui aggiornamenti e LORO praticamente se ne sbattono?

Certo per l’ex ministro Passera, amante di vetuste politiche di sviluppo anni settanta, una norma che ha meno di vent’anni sembrerà attualissima.

E d’altronde: come si sarebbe potuto occupare di sicurezza nei luoghi di lavoro nel settore petrolifero considerato com’è stato indaffarato ad ideare l’art. 35 della Legge 134 2012 ?

Comunque sia, questa legge (mi riferisco alla 624, quella dei petrolieri) fa continui riferimenti alla legge 626 (quella abrogata). Tenuto presente questo, mi sono accorto che:

L’art. 304 comma 3 del dlgs 81/2008 così recita:

“ ....laddove disposizioni di legge o regolamentari dispongano un rinvio a norme del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni, ovvero ad altre disposizioni abrogate dal comma 1, tali rinvii si intendono riferiti alla corrispondenti norme del presente decreto-legislativo".

Nella realtà, negli studi SIA, tuttora, si fanno continui riferimenti alla 624 rimandando sempre ad apposite procedure. Comunque sia, sulla base di questo articolo, anche gli DEI sono tenuti ad adeguarsi (almeno si spera), quanto meno per ciò che concerne i rinvii normativi che la 624 fa ad altre leggi.

Prova ne è il fatto che nel disciplinare tipo per i permessi di prospezione, ricerca e coltivazione idrocarburi, emanato con Decreto Ministeriale il 04 marzo 2011, all’art 10 fa una timida apparizione il riferimento al Decreto Lgs 81-2008 oltre all’onnipresente 624-1996.

Ciò non vale per i permessi e le concessioni rilasciati ad esempio nella Regione Sicilia in quanto il Disciplinare Tipo, emanato con Decreto Assessoriale nel 2003 e leggermente modificato nel 2004, risulta essere ancora fermamente ancorato alla 624 del 1996.

Ti auguro un Buon Anno.

1 comment:

Guido Pietroluongo said...

Questo Signore Geologo ha evidenziato un aspetto non da poco...
Anche un bambino si accorgerebbe che le SIA presentate dai petrolieri o da chi per loro, non sono altro che paginette irrisorie ed offensive per qualsiasi persona che si occupa veramente e con sacrificio di ciò di cui parlano (di terra, di fisica, di mare o di politica che sia...).
Ma probabilmente i politici italiani e le commissioni che valutano queste SIA, sono troppo ignoranti per accorgersene o hanno troppi interessi o entrambi! Fatto sta che, come dice questo Signore Geologo in maniera molto chiara, attenta e pacata, a farne le spese sono gli stessi disperati che sono costretti a lavorare per questi petrolieri. Senza parlare delle persone che pagheranno caro sulla propria vita gli impatti di queste attività.
Tutto questo è vergognoso, tutto questo è l'Italia!
Guido Pietroluongo