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Wednesday, February 22, 2012

Giuseppe e Rinaldo Tagliabue: cosa non si fa per denaro














Assolti con formula piena i due gestori della ex petrolchimica, i cugini Rinaldo e Giuseppe Tagliabue, unitamente all'ex direttore di stabilimento Vincenzo Castagnoli.

2400 tonnellate di petrolio nel fiume e nel mare
 Evviva




a viver come bruti...

Stavo per andare a dormire quando mi e' capitato questo articolo sul CorSera sul disastro nel fiume Lambro. Ero curiosa di sapere come fosse a finita, cosa aveva causato quella mega marea nera che aveva tenuto l'Italia in sospeso per qualche giorno nel 2010. Se n'era parlato anche sulla stampa USA.

Non avrei mai potuto immaginare che fosse stato uno sversamento volontario.

Come ricorda il Corriere, un paio di anni fa finirono nel fiume Lambro quasi 2,400 tonnellate fra olio combustibile e gasolio. Morirono decine e decine di pesci, tutto l'ecosistema venne devastato. Il petrolio arrivo' fino al Po. Ci vollero giorni per ripulire la marea nera, e chissa' se e' mai stato tutto veramente messo in ordine.

Credo che a suo tempo in pochi potevano anche solo sospettare che non fosse un incidente, qualcosa di orrendo si, ma pur sempre al di fuori della volonta' di amministratori, gestori, personale. Sara' stata una valvola, poca manutenzione, disattenzione, un qualche squilibrio dei fluidi, chissa'.

Invece no. Era tutto programmato, pensato, calcolato.

Quello che infatti viene fuori dalle indagini dei due PM Emma Gambardella e Donata Costa e con il procuratore Corrado Carnevali, e' che i titolari della Lombarda Petroli, Giuseppe e Rinaldo Tagliabue operavano un traffico illegale di idrocarburi. Per nascondere le imposte evase, avevano ben pensato di rigettare i prodotti petroliferi in acqua, cosi da far quadrare i conti e nascondere che non avevano pagato le tasse.

Si parla di circa 5 milioni di euro.

Semplice no? Tanto il fiume e' una pattumiera, vero?

La Lombarda Petroli era a suo tempo una raffineria con circa 300 persone addette, poi calate a 10 con la trasformazione dell'impianto in un centro di stoccaggio.

Di qui, enormi flussi in entrata e in uscita, e enormi possibilita' di imbrogliare, di non registrare, di evadere. Secondo le indagini, i due fratelli semplicemente hanno avuto paura di controlli della finanza e cosi' non hanno esitato a riversare idrocarburi pesanti nel Lambro, nel fiume della loro stessa citta'.

E ancora secondo il Giorno i due hanno " finto di coordinare i soccorsi e davano ordine agli operai intervenuti di versare acqua sugli idrocarburi presenti sul terreno con lo scopo di aumentare i quantitativi del prodotto disperso e far perdere le tracce degli ammanchi, così causando la tracimazione del prodotto."

Cioe, anche a fatti accaduti, avendo visto il disastro combinato, ancora pensavano ai loro soldi, e a come fare per nascondere i loro carburanti.

I due rischiano fino a 12 anni di carcere per disastro doloso.

Ma come si puo'? Non capisco veramente - e' qualcosa al di fuori della mia comprensione, davvero.

4 comments:

nogat said...

Le conseguenze penali di un reato ambientale dovrebbero essere più temute di quelle di un reato fiscale, ma evidentemente non è così. Vedremo quanti se ne faranno dei 12 anni che rishiano, io personalmente temo pochi.

Anonymous said...

vediamo quando arriva ferdinanda...

Anonymous said...

Ciao signora D'Orsogna, le volevo dire che, abitando vicino alla zona dove sorgerà il centro Oli, i lavori per la costruzione stanno andando avanti... quindi, anche se ci rassicurano che non si farà nulla, lo stanno facendo senza nessuna interferenza. Appena possibile provo a far delle foto a testimonianza, e te le invio.

Italiani, popolo di PECORE, noi abruzzesi, pastori per tradizione, dobbiamo guidare questo paese verso una Giustizia Vera!!!

Teseo Conardi

maria rita said...

grazie... si mi mandi tutto .. vediamo che possiamo fare .. ciao! MR