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Sunday, October 31, 2010

La Gabanelli e Report sul petrolio in Italia



Sono contenta che il programma della Gabanelli si sia occupato della questione petrolio in Italia. Oggi Repubblica racconta anche la storia della petroliera Haven, che incagliata nei mari antistanti Genova nel 1991 dopo essersi incendiata, continua ancora adesso a tirare fuori veleni
e a inquinare pesci, mari e gente.

Era gia' tutto scritto - ricercatori sia francesi che italiani ne avevano gia' parlato tante volte, e io stessa lo sapevo. Qualche volta ne ho parlato in giro per l'Abruzzo dagli articoli di scienza che pure sono stati pubblicati, ma ci e' voluta la televisione e poi le telecamere per dare ampio risalto a questa faccenda.

Chissa' dove erano nel frattempo gli accademici genovesi e liguri? Chissa' perche' non hanno dato l'allarme, non hanno sensibilizzato la cittadinanza. Una persona di scienza, a mio avviso, ha una certa responsabilita' verso la societa' , come ce l'hanno i medici e gli insegnanti, di fare il megli che possono per il bene comune, nell'informarla, nel curarla, nel educarla al senso del dovere.

Ma la storia di Arenzano e' la stessa di Terzigno, e' la stessa di Pieve Vergonte, e' la stessa di Manfredonia, e' la stessa di Taranto, e delle navi radioattive in Calabria.

E' la storia del paese occidentale piu' corrotto del mondo - l'Italia - dove l'ambiente che non si vede, non si sente, non vota e non paga mazzette, e' sempre trascurato e bistrattato, e dove chi governa e' piu' interessato al bunga bunga, alle ville in giro per il mondo, alle leggi ad personam, agli affari per i suoi amici.

E non e' solo Berlusconi, e' tutta la classe politica, ignorante, inutile e impreparata.

Ma prima o poi la natura presenta il conto. Sono le leggi semplici e lineari della fisica e della causa e dell'effetto - veleni mi dai, veleni ti riprendi.

Non sono solo i pesci ad ammalarsi di cancro, sei tu che ti ammali perche' in mezzo a quei veleni ci vivi e non fai niente.

Il disastro della Haven e' accaduto 19 anni fa. Si e' succeduta una serie di politici, di amministratori, di commissioni, possibile che nessuno prima della Gabanelli abbia mai potuto indagare, porsi domande, studiare, denunciare?

Alla fine e' la storia degli italiani, un popolo cosi eccellente nei suoi individui talora, ma allo stesso tempo cosi poco curante del bene comune, delle generazioni future, del darsi da fare disinterssato, del prossimo, della giustizia vera.



Da la Repubblica:

Dimenticate da chi avrebbe dovuto bonificare la zona, inquinano l'acqua, intossicano e ricoprono di una melma grigiastra i pesci che si ammalano di cancro. Solidificato dal tempo fino ad apparire come massi lunari, il petrolio affolla le reti dei pescatori liguri nonostante vadano a gettarle lontano dalla zona off limits.

Il petrolio sul fondo del mare sembra non interessare, dalla riva non si vede, sulla superficie dell'acqua neanche. Tanto che i 60 miliardi che vanno a risarcire i Comuni vengono impiegati per rifare la passeggiata a mare di Arenzano, mettere a posto le fogne o la zona dell'ex ferrovia.

Nel 1995, a quattro anni dal disastro della Haven, ad esempio, i ricercatori dell'Istituto per la ricerca applicata al mare, incaricati dal ministero dell'Ambiente di preparare un piano per la bonifica, si calano con un batiscafo fino a 700 metri. E vedono distese interminabili di catrame, pesci negli anfratti di bitume.


Il problema è che i residui degli idrocarburi sono capaci di indurre cancro. Abbiamo trovato pesci che vivono a stretto contatto col fondo e notato come una specie in particolare, mostrasse sintomi, segni di tumore al fegato.

Reazioni? "Si è deciso di fare finta di nulla, come se il problema non esistesse" racconta Ezio Amato, allora responsabile scientifico del governo per la bonifica Haven.


Noi in Abruzzo di questo abbiamo prova diretta - volevano trivellare Ombrina Mare a ridosso di una riserva di pesca, senza saperlo. E quando la Confindustria dice che occorre incentivare il traffico petrolifero per Ortona, occorre ricordarsi di Arenzano e dei 20 anni di veleni.

Il parco della costa teatina serve anche per questo.




Friday, October 29, 2010

I deliri di Paolo Primavera




In questi giorni una serie di deliri petroliferi, alcuni in cattiva fede, altre per ricrearsi una buona immagine. In mezzo a questo marasma, qualche notizia positiva.

1. La Confindustria - i megalomani

Iniziamo con i deliri della Confindustria. Dicono che se in Abruzzo non si trivella sara' un disastro economico per noi tutti.

Si commentano da soli!

Dice Paolo Primavera, il portavoce designato di Confindustria che nessuno aveva mai sentito nominare prima di adesso, che si tratta di terrorismo ecologico, e che se non si trivella in Abruzzo, tutte le ditte petrolifere si trasferiranno in Basilicata! La Confindistria parla di rigore scientifico, di 1 miliardo di euro di investimenti, mille e trecento posti di lavoro persi.

Per quanto riguarda il rigore scientifico, credo che non ci piova. Trivellare = qualita' della vita diminuita, sotto ogni profilo, economico, salutare, turistico, agricolo. Solo gli speculatori ci guadagnano.

Io invece e' da parte loro che non vedo alcun rigore, e non capisco da quale cilindro abbiano tirato fuori questi numeri. Dove sono le famiglie di agricoltori e pescatori che perderanno il proprio lavoro? Sono solo degli affaristi spaventati, tutto qui e giocano al ricatto lavoro-salute, dicendoci che sara' una tragedia se non trivelliamo l'Abruzzo.

Ma dove si presentano?

Sono balle, tutte balle e lo sappiamo tutti. Abbiamo vissuto bene senza petrolio finora, vivremo meglio in futuro coi polmoni sani e con la nostra agricoltura, l'industria leggera, il turismo, il parco della costa teatina - ve lo giuro.

Guardate come sono finite Brindisi, Marghera, Taranto, Livorno, Sarroch, Ragusa, tutte localita' dove hanno iniziato con poco e dove sono arrivati a creare dei mostri industriali con l'inquinamento a tutto spiano.

E' questo che vogliamo? La Confindustria ha il solo scopo di costruire inceneritori, raffinerie e pozzi di petrolio = CI DEVONO SPECULARE. Idem per Assomineraria.

A loro non importa niente ne degli operai, ne dell'Abruzzo. Gli importa solo delle loro tasche. Gia' nel 2002 hanno smatellato tutto il reparto ENI di Ortona, senza alcun tipo di remora per il lavoro. Achi la danno a bere?

Paolo Primavera, questa propaganda valla a raccontare a qualcun altro.


1. Gianni Chiodi - la mollezza

Continuiamo con Gianni Chiodi e la sua supposta legge anti petrolio. Ricorderemo tutti che a gennaio il nostro timido governatore propose una legge per fermare il petrolio in Abruzzo, poi giudicata incostituzionale da Roma - dopo sole tre settimane.

Questo vuol dire che - secondo me - che o la legge era stata scritta male dall'inzio e Roma gia' sapeva che sarebbe stata anticostituzionale, o che sono proprio degli incompententi in materia e scrivono cose palesemente sbagliate.

Chiodi ci mise MESI per presentare ricorso, e in questi giorni Roma decide che questo ricorso, grazie alla sua mollezza, non sara' tenuta in considerazione.

Un uomo, zero coraggio.

Se ne avesse, ancora adesso, Chiodi potrebbe andare sulla stampa nazionale a denunciare la situazione, potrebbe pubblicamente dire che e' inacettabile che l'Abruzzo non possa decidere da se che fare del suo territorio, farebbe ricorso all'UE. Tutto si puo' fare, specialmente in Italia dove si trovano scorciatoie per tutto.

Semplicemente Chiodi non ha il coraggio di fare niente e si china come puo'.

Ecco allora una nuova legge, ancora piu' molle della prima in cui la regione Abruzzo delega a Roma ogni tpo di intervento sulle coste. Si dira': il mare e' di competenza nazionale, ed e' vero. Ma esistono degli strumenti legislativi per far si che le regioni mettano dei controlli, dei limiti, su varie attivita' per proteggere la costa dall'erosione, dall'inquinamento. Si sarebbe potuto usare questo tipo di strumento per almeno dare delle DIRETTIVE per proteggere il mare, e far si che in qualche modo venisse pure discussa la presenza di idrocarburi nel nostro mare.

Le Marche e la Toscana ce l'hanno quello che si chiama Piano di Gestione Integrata delle coste.

L'Abruzzo grazie a Gianni Chiodi no.

Ma poi, lo sappiamo tutti che Chiodi non brilla di virilita' governativa. Schwarzenegger dove sei?


3. Franco Caramanico - la smemoratezza

Poi i deliri di Franco Caramanico, che ha sicuramente ragione sulla mollezza di Gianni Chiodi e del suo governo regionale per quanto riguarda le leggi salva-Abruzzo, ma che continua a dimenticare LE SUE COLPE. Nella lista che fa per indicare i responsabili del progetto del centro oli di Ortona dice che quest'utlimo

è stato autorizzato con D.M 19 aprile 2002 dal governo Nazionale (Berlusconi) con l’assenso della Regione Abruzzo (Pace), Provincia di Chieti (Febbo) e dalle amministrazioni comunali di destra di Ortona e Miglianico , rimane il Piano della Qualità dell’Aria, approvato dal centro sinistra, e che il Presidente Chiodi ignora o fa finta di ignorare.

Sara' pure tutto vero, ma di nuovo Caramanico dimentica che sotto Ottaviano Del Turco e per vari anni, l'assessore all'ambiente era lui che NON HA DETTO E NON HA FATTO NULLA PER FERMARE IL CENTRO OLI.

Sono dovuta venire io dall'America a dire alla gente che sarebbe stato un progetto nefasto, prima di allora il vuoto da parte dei governanti d'Abruzzo.

L'assessore all'ambiente infatti non aveva ritenuto opportuno parlare alla sua gente dei problemi connessi ad una raffineria fra i vigneti. Addirittura sotto di lui venne pure approvata la compatibilita' paesaggistica del Centro Oli con le campagne del Montepulciano.

Caramanico farebbe bene a chiedere scusa per la sua ignavia al tempo che fu invece di dare le colpe - che pure ci sono - sempre agli altri. La Stati ha fatto pena perche' taceva, ma pure lui a suo tempo non lo ricordo particolarmente attivo PRIMA che la gente si ribellasse.

4. Enrico di Giuseppantonio - l'uomo ombra

Poi ci sono i silenzi della Provincia di Chieti. Cosa ha da dire Enrico di Giuseppantonio? La vuole o no questa Catalogna d'Italia o era solo per parlare?

Avra' il coraggio di dire alla Confindustria che la provincia di Chieti NON VUOLE ESSERE PETROLIZZATA?


5. Il Parco della Costa Teartina - la speranza

Infine, il parco della Costa teatina, l'unica cosa buona in tutto questo caos. E' importante il parco, perche' non solo ci da uno strumento in piu' proteggere il nostro mare, ma perche' da un segnale che il tipo di crescita che vogliamo e' in simbiosi con la natura, con il turismo di qualita', con il mare per la gente e non per i petrolieri.

Il Corriere della Sera non fa mica i reportage su Francavilla e le vacanze li? Il Corriere della Sera fa i reportage sulla Costa dei Trabocchi, sulle calli nascoste, sulle spiaggette nascoste, sui boschetti in riva al mare. E' per questo che la gente verra' a visitarci, non certo per vedere condomini, o porti petroliferi o piattaforme.

Qualcuno pensera' che il parco portera' a vincoli sull'edilizia, ma questi vincoli sono fatti per preservare quello che abbiamo e per far si che quel che viene costruito abbia un suo valore economico a lungo termine, perche' il paesaggio attorno e' ancora integro.

Di nuovo, basta pensare a Francavilla. Chi mai andra' a spendere i suoi soldi per andare in vacanza a vedere condomini, e poi altri condomini in riva al mare?

Friday, October 22, 2010

L'asma, i bambini e la Basilicata



Ogni tanto mi imbatto in articoli che parlano di malattie nei pressi di raffinerie.

Ce ne sono tanti, e come dico sempre solo le persone ignoranti possono fare finta che vivere vicino a centri di lavorazione del petrolio sia un elisir di lunga di vita.

Questo e' dedicato al governatore della Basilicata, Vito de Filippo che dice che le preoccupazioni della gente di Marsicovetere sono solo "emotive" e le cui parole lasciano trasparire che costruire pozzi di petrolio dietro l'ospedale, tutto sommato, va bene.

Un articolo del 2009, svolto in Canada porta il seguente titolo:

Risk of Asthmatic Episodes in Children Exposed to Sulfur Dioxide Stack Emissions from a Refinery Point Source in Montreal, Canada

Rischi di episodi di attacchi di asma in bambini esposti alle emissioni di diossido di zolfo da punti di emissione di raffinerie a Montreal, Canada.

L'articolo dice che avevano gia' fatto un studio sugli effetti a breve termine delle emissioni delle raffinerie nei bambini, dove avevano gia' trovato un elevato tasso di ricoveri in ospedale per motivi respiratori in bambini che vivono vicino alle raffiniere di Montreal.

Qui hanno studiato invece il rischio di episodi di asma nel bambini fra 2 e 4 anni
in relazione alle variazioni di emissioni di diossido di zolfo. I bambini vivevano tutti fra 500 e 700 metri dalle torri di emissione della raffineria.

Semplicemente hanno preso i dati delle visite all'ospedale dal 1996 al 2004 e le hanno messe correlazione con le emissioni di livelli di SO2 nelll'aria usando le centraline poste vicino alle raffinerie, stimando le dispersioni degli inquinanti tramite dei metodi di dispersione atmosferica e tenendo in considerazione tutti i parametri di umidita', temperatura, inquinamento di base.

Il risultato? Beh, gli autori lo dicono da se:

Short-term episodes of increased SO2 exposures from refinery stack emissions were associated with a higher number of asthma episodes in nearby children.


Episodi di esposizione ad elevate emissioni di SO2 dovute alle raffinerie sono associate ad elevati episodi di asma nei bambini che ci vivono vicino.

Le tabelle con la media giornaliera sono qui. I tassi giornalieri di diossido di zolfo oscillano attorno ai 10 ppb, circa 28 microgrammi per metro cubo.

Secondo le stime dell'ARPAB, l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Basilicata in 53 - dal 7 ottobre al 30 novembre 2009 - il tasso di diossido di zolfo giornaliero oscillava fra i 106 microgrammi per metro cubo e i 0.1 microgrammi per metro cubo.

Non si sa l'andamento temporale dei dati, ma solo che sono contenuti entro la finestra
0.1 - 106. In ogni caso, a Montreal tassi attorno a 30 hanno portato i bambini agli attacchi di asma.

Chissa' se pure i bambini di Viggiano sono emotivi.


Intanto scovo questo online sul quotidiano della Basilicata del gennaio 2010 - guarda caso.

Altrettanto significativo appare il dato per i tassi di ospedalizzazione per asma, dove a fronte di una media regionale di 5,5 si è osservato un valore di 10,4 nell'Area 2, con un rischio relativo di ospedalizzazione di 1,9 contro 1,0 della media regionale. Lo studio concludeva asserendo che nelle aree considerate a “più alto rischio ambientale” nella Regione Basilicata, si erano osservati tassi di ospedalizzazione per eventi sentinella cardio-respiratori mediamente più elevati rispetto ai livelli medi regionali. In particolare, l'area nella quale ricade il centro oli mostra tassi più elevati (dal 50% a 2,5 volte) per asma, altre condizioni respiratorie acute, ischemie cardiache e scompenso.

Tutto torna. Solo i governanti lucani non vogliono saperlo.


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Qui l'abstract dell'articolo - ma ce ne sono tanti di questo tipo....

ABSTRACT: Health data used to measure asthma episodes included emergency department (ED) visits and hospital admissions from 1996 to 2004. We estimated daily levels of SO2 at the residence of children using a) two fixed-site SO2 monitors located near the refineries and b) the AERMOD (American Meteorological Society/Environmental Protection Agency Regulatory Model) atmospheric dispersion model. We used conditional logistic regression to estimate odds ratios associated with an increase in the interquartile range of daily SO2 mean and peak exposures (31.2 ppb for AERMOD peaks). We adjusted for temperature, relative humidity, and regional/urban background air pollutant levels.

RESULTS: The risks of asthma ED visits and hospitalizations were more pronounced for same-day (lag 0) SO2 peak levels than for mean levels on the same day, or for other lags: the adjusted odds ratios estimated for same-day SO2 peak levels from AERMOD were 1.10 [95% confidence interval (CI), 1.00-1.22] and 1.42 (95% CI, 1.10-1.82), over the interquartile range, for ED visits and hospital admissions, respectively.

CONCLUSIONS: Short-term episodes of increased SO2 exposures from refinery stack emissions were associated with a higher number of asthma episodes in nearby children.

Thursday, October 21, 2010

Alla corte di Los Angeles


Sono tornata da poco dalla corte, dove ho fatto parte del processo di selezione della giuria popolare per un processo criminale, e poi da un dibattito petrolifero, sulla Prop. 23. Ero parte del pubblico, ma il 30 ottobre mi hanno invitata per parlare della nostra storia d'Abruzzo a Santa Monica. Sono tutti esterrefatti che siamo riusciti a mandare in bancarotta la MOG!
Ne parleremo fra un po. Sono stanca e allora ecco qui l'intervista che mi ha fatto qualche giorno fa Melania Barone per ilPescara. it. Grazie Melania.

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Professoressa D'Orsogna, come ha accolto la notizia della bocciatura del progetto di Ombrina Mare?


Sono contenta e fiera del popolo abruzzese che ha risposto con vigore a tutte le azioni promosse contro Ombrina Mare - l'invio di osservazioni, le manifestazioni, le pressioni sulla classe politica. E' stato molto bello il coinvolgimento degli studenti, in particolare del comprensorio Gabriele d'Annunzio di San Vito Marina e dell'istituto Cesare de Titta di Lanciano. Personalmente, ancora adesso ci sono degli istanti silenziosi in cui mi commuovo nel ripensare alle cose strordinarie che siamo riusciti a fare in questi tre anni.

Crede che questa sia una vittoria? Non c'è il rischio che il progetto rimanga e cambi veste?

E' una vittoria, ma come sempre occorre restare vigili e non pensare che il ruolo di custodi del nostro territorio finisca qui o che non ci siano altre battaglie da combattere. In realtà attivismo e partecipazione non dovrebbero finire mai in una società adulta. Il petrolio e' ancora presente nei nostri mari, e certo, potrebbe anche succedere che la MOG o altri possano ripresentarsi o cercare di trovare scorciatoie per rovesciare le decisioni del governo. Sta a noi impedirglielo.

Come si è arrivati alla bocciatura del progetto?

E' stato un duro lavoro inziato gia' nell'autunno del 2009 quando presentammo le prime osservazioni per i pozzi Elsa2 della Petroceltic e che si e' ripetuto poi per Ombrina, Bomba, Vasto. E' una tecnica che stanno ora usando anche in Basilicata e in Veneto su esempio dell'Abruzzo.

Per molto tempo ho cercato un dialogo con le istituzioni regionali, sapendo che difficilmente sarei stata ascoltata. Ho deciso allora di coinvolgere direttamente la popolazione. Il trattato di Aarhus, approvato dall'Italia, consente ai residenti di esprimere il proprio parere quando si tratta di decisioni importanti per la collettività e ho voluto applicarlo al nostro caso. Non sapevo se sarebbe stato utile o no, ma ci ho voluto credere e così le nostre osservazioni sono state sempre più numerose e ricche di contenuti.

Con il tempo anche la provincia di Chieti ha ritenuto opportuno lavorare con i cittadini ed abbiamo potuto contare anche sul loro supporto istituzionale per il quale siamo grati a Enrico Di Giuseppantonio e alla sua amministrazine provinciale. Ma tutto e' partito dalla gente ed e' stato della gente fino alla fine.

Nel corso dei mesi abbiamo tenuto alta la guardia presso il ministero, telefonando, mandando email, controllando i siti ministeriali, ricordandogli che attendavamo risposte e che secondo Aarhus la nostra opinione era importante. Ci sono stati poi reportage dalla Francia, dall'Inghilterra dagli Stati Uniti sul tema trivelle in mare in Abruzzo.

Io credo che senza le nostre osservazioni il Ministero avrebbe approvato Ombrina molto tempo prima dello scoppio in Louisiana. Un alto funzionario del Ministero mi ha detto in una telefonata, che non gli era mai capitato prima di essere sommersi di così tante osservazioni e che era chiarissimo come la pensavamo.


Dopo questa battaglia da Lei condotta e fiancheggiata dai cittadini, siamo liberi anche dalla possibilità di impianti di raffinazione?


Purtroppo no. Ci sono ancora altri progetti sul territorio - penso soprattutto a quello di Bomba dove la Forest Oil Corporation vuole costruire una raffineria accanto ai pozzi di idrocarburi e ai piedi della diga. Finchè c'è petrolio nel nostro sottosuolo non saremo mai liberi dallo spettro di impianti insalubri, ed e' per questo che occorre inculcare nelle generazioni piu giovani un senso di rispetto dell'ambiente, cosicche fra 20, 30 anni le multinazionali del petrolio - se ci riprovano - troveranno la stessa tenacia di adesso nel dire no.


Come vede oggi la politica abruzzese relativamente all'attenzione per i danni ambientali provocati dall'estrazione e lavorazione di petrolio?


L'Abruzzo ha bisogno di una legge ferrea che vieti le estrazioni su terraferma, di petrolio e di gas. Se lo può fare la Toscana, lo può fare anche l'Abruzzo. La costa teatina ha bisogno di un parco perimetrato e non di elettrodotti dal Montenegro, di centrali nucleari o di inceneritori a Punta Penna. L'Abruzzo ha bisogno di incentivare le piccole e medie imprese che vogliono puntare sul nostro ambiente come forma di sviluppo economico. Bisogna che parchi, incentivi e divieti siano eseguiti per davvero e non solo che se ne parli.

Chiodi qualche mese fa annunciò che in Abruzzo entro il 2014 arriveremo a produrre il 51% di energia da fonti solari. Dove sono gli investimenti in tal senso? Dove sono gli incentivi? Come si arriverà a questo numero? Era vero o era propaganda?

Lei è stata una figura centrale per lo studio e la divulgazione dei danni provocati dal petrolio. Chi vorrebbe ringraziare? Chi è stato dalla sua parte sin dall'inizio?

Vorrei ringraziare tutti quelli che si sono attivati contro Ombrina, anche dai gesti più piccoli, da Sara di Ortona che ha inseguito i politici con una telecamera, a Guido del gruppo podistico il Quercione di Lanciano che ha annunciato la raccolta di osservazioni da un altoparlante in giro per la città. Abbiamo vinto tutti e a tutti sono grata.

In modo speciale, vorrei ringraziare Fabrizia Arduini che è da 30 anni che si occupa di protezione dell'ambiente in Abruzzo e che è stata il mio braccio destro in tutti questi mesi. E poi voglio ringraziare tutti i miei compagni di Emergenza Petrolio Abruzzo fra cui Giosuè Guidone, Pasquale Cacciacarne, Assunta di Florio e Lulù Santarelli che hanno cercato di raccogliere quante più adesioni possibili fra la gente. Infine, i miei genitori Nicoletta e Filippo per avermi aiutata a coordinare tutto, per avermi incoraggiata e fatto ridere quando ero stanca e mi chiedevo "ma chi me lo fa fare?".

Cosa l'ha spinta a condurre questa difficile battaglia?

Al di là dell'ambientalismo, un forte senso di giustizia sociale. Non e' giusto che le compagnie petrolifere loro possano pensare di andare in una comunita' che non conoscono, metterla a soqquadro, fare quello che vogliono senza che nessuno dica niente. Io ho voluto fare quello che potevo per impedirglielo. Mi dispiace solo di non poter far di più per la Basilicata, alla quale dobbiamo essere tutti solidali.

Pensa che sia finito per l'Abruzzo l'incubo della petrolizzazione della Regione? Oppure ci sono altre sorprese in vista?

I progetti petroliferi sono tanti e c'e spazio ancora per l'attivismo petrolifero. Più in generale c'è spazio per l'attivismo ambientale e sociale. Ciascuno può e deve fare la sua parte. Superman non viene a salvarci, dobbiamo salvarci da soli. Dobbiamo instillare nei nostri figli il senso della moralità, della giustizia, del bene comune, dell'incorruttibilità. L'ambiente è solo un corollario di questi ideali. Solo così eviteremo tutte le altre "sorprese" ai danni della collettività, petrolio o qualunque altro sia il nome del malaffare.

Wednesday, October 20, 2010

Aiutiamo la Basilicata


Mandiamo osservazioni per altri progetti petroliferi in Val D'Agri. Le istruzioni sono qui.
Vogliono trivellare ancora nei parchi....

Appena ne so di piu' ne parlero'. Da domani sono a fare il jury duty. Cioe' la giuria popolare presso la corte di Los Angeles.

La Total, titolare di maggioranza dei permessi di ricerca Teana ed Aliano, ha presentato, ai fini del rilascio del parere VIA, in data 15 ottobre 2010 presso l’Ufficio Compatibilità Ambientale del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata l’istanza dei permessi di Ricerca denominati “Teana ” (vedi area del permesso di ricerca) e “Aliano ( vedi area del permesso di ricerca) che comprendono anche parte dei territori dei parchi nazionali del Pollino e l’area dell’istituendo parco dei Calanchi. Sono previste per il momento attività di prospezione sismica finalizzate all’estrazione di idrocarburi e studio del sottosuolo dal punto geofisico. Chiunque può presentare osservazioni entro il termine dei 45 giorni dalla data dell’avvio del procedimento e cioè entro il 29 novembre 2010. Gli Enti parco dovranno esprimersi nel merito di queste nuove attività petrolifere che ormai in Basilicata non conoscono alcuna limitazione.

Tuesday, October 19, 2010

Sulla stampa anglosassone




** Volete compare la MOG? Ecco come si fa. Modulo acquisto e Descrizione dell'acquisto. **

Ecco il comunicato stampa che abbiamo mandato in inglese. Grazie a Sammy che l'ha scritto e inviato da Teramo. L'annuncio e' stato raccolto da vari siti, blog, e quotidiani internet e pure dagli investitori.

Qui uno dei commenti piu belli di uno degli investitori inglesi :

You and your environmental lobby have certainly pulled the rug under the feet of the oilers wishing to exploit your local resources. All I can say is well done. Its nice to see the locals rally to protect their soil. I certainly will not be investing here. Good luck with the tourism.

Per chi volesse mandare commenti agli investitori i link sono qui (occorre registrarsi)

lse.co.uk

iii.co.uk

Infine ecco qui la lettera che ho mandato ai signori che vendono Ombrina Mare, e che nemmeno ci pensassero a dire che "la VIA e' ancora in fase di valutazione".

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To: Stuart Cooper, Chris Folan, David Warkentin and Mary Jobson at CIBC


Dear Sirs,

my name is Maria D'Orsogna, I am a physicist and math professor here in Southern California and I have led the now victorious campaign to stop Ombrina Mare from being developed in Abruzzo.

I just came across your MOG sales document and the most important information regarding Ombrina Mare is missing:

On October 7th 2010, Ombrina Mare failed to get approval by Italian authorites. It did not get
environmental clearance and thus cannot be developed.

The well sits within the 5 mile no-drill zone. This news has been extremely well covered in the Italian news, especially in Abruzzo. I believe you should disclose this important information to
potential buyers who should also know that the people there are dead set against turning their land and sea into an environmental cemetery.

Sincerely,

Maria R. D'Orsogna, PhD

Sunday, October 17, 2010

La MOG in vendita al miglior offerente!




La nostra vittoria sulla MOG e' completa.

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La ditta inglese Mediterranean Oil & Gas, proprietaria della Medoilgas e titolare della concessione Ombrina Mare, e' in vendita. L'annuncio viene pochi giorni dopo la bocciatura del progetto Ombrina da parte della Commissione di Valutazione Impatto Ambientale ed e' stato
pubblicato sull'Independent di Londra in data 17 Ottobre 2010.

Secondo l'Independent la compagnia bancaria CIBC, che si occupa di gestire la profonda crisi economica della MOG, ha inviato a tutti gli investitori un invito per l' acquisto della compagnia,
preferenzialmente in un unico blocco.

Gia' in un comunicato del 30 Settembre 2010 la MOG aveva denunciato una situazione economica in peggioramento rispetto all'anno precedente e le crescenti difficolta' a reperire fondi a causa delle incertezze sul futuro di Ombrina Mare 2, fiore all'occhiello della compagnia. Oggi, l'annuncio della sua vendita.

Al momento non ci risultano ancora comunicazioni ufficiali da parte della MOG sulla bocciatura del progetto Ombrina Mare da parte del Ministero dell'Ambiente. Per questo motivo nella giornata di Lunedi' 18 Ottobre sara' diffuso un comunicato stampa internazionale per
rendere noto agli investitori di lingua inglese le vicende della MOG in Italia.

Agli abruzzesi resta ancora molto lavoro da fare per scongiurare i pozzi a mare della Petroceltic e la raffineria della Forest Oil a Bomba. La vicenda Ombrina, inclusa la sua vendita al migliore offerente, deve darci coraggio, fiducia ed una marcia in piu' per il futuro.

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In poche parole li abbiamo fatti quasi fallire!

Saturday, October 16, 2010

Alla Basilicata


Ora che siamo tutti un po piu felici per la fine dell'incubo Ombrina, il mio pensiero va, come sempre, alla Basilicata martoriata. Sono convinta che tutte le cose che vado predicando in giro per l'Italia sarebbero molto meno incisive se non ci fosse il caso eclatante della Basilicata a fare da supporto a cio' che dico.

Mi dispiace che abbiano dovuto bucare quella regione in lungo e in largo e che nessuno gli abbia detto 15, 20 anni fa cosa sarebbe successo. Eppure si sapeva gia' tutto.

E di chi e' la colpa? Secondo me le responsabilita' stanno nell'ignoranza endemica della classe politica italiana, che non sa, non si pone domande e va come va il vento - la stragrande maggioranza dei politici di allora, cosi come quelli di adesso, inutili, ignoranti e senza spina dorsale.

Ogni tanto esce un articolo di cronaca sulle falde inquinate, sul petrolio nel miele, sulle dighe inquinate, sull'aumento di tumori e sui pozzi dietro l'ospedale. Si possono dire tante cose, ma di certo il petrolio non ha migliorato la qualita' della vita in Basilicata.

Uno direbbe, beh allora dopo 15 anni, ci sara' pure qualcuno che CHIARAMENTE dica che e' ora di mettere una moratoria su TUTTI i nuovi pozzi che vogliono costruire in Basilicata?

Esiste pure una commissione di medici che valutera' i danni ambientali in Val D'Agri, ma arriva dopo 12 anni dall'inizio dell'attivita' del Centro Oli di Viggiano. A che serve se intanto vanno avanti coi loro progetti di morte? E questi medici non hanno il dovere morale di usare il loro ruolo per dire: fermiamoci, almeno temporaneamente?

Da come la vedo io e' tutto gestito da persone molliccie - perche' infatti l'ENI gia annuncia che vuole aumentare la produzione a 85,000 barili al giorno, che entro Natale metteranno in produzione altri 4 pozzi. Tutto questo con il beneplacito della regione Basilicata che approva altre trivelle a Calvello.

In questa localita' esistono gia' pozzi ENI e guarda caso "qualcuno" ha gia' inquinato le falde acquifere con materiale petrolifero, inclusa una zona del Parco Nazionale della Val D'Agri che e' stata chiusa.

Ma la politica perche' continua a dare permessi alla cieca?

E dov'e' la chiesa lucana? Dove sono i vescovi? Non mi pare che nessuna voce si sia levata dal clero lucano in questi anni. Cosa aspettano?

Si sono dimenticati di quando il Vangelo diceva (Matteo 10:34): non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra, non sono venuto a portare pace, ma una spada?

Perche hanno paura di prenderla questa simbolica spada della giustizia e usarla, loro che potrebbero farci le cose giuste?

Qualcuno ricordera' la storia del pozzo Alli2 dietro l'ospedale e del fatto che a causa delle forti proteste della gente non se n'e' fatto - pare - niente.

Queste sono le dichiarazioni di Vito de Filippo, presidente della regione Basilicata, che in quanto a coraggio potrebbe stringere la mano all'Abruzzese Gianni Chiodi:

Il principio che guida la nostra opera di sorveglianza sulle attività estrattive è di andare oltre la sola osservanza delle norme per garantire il minimo impatto sul territorio e sulla tranquillità delle persone. Per questo motivo la Regione Basilicata ha chiesto all’Eni di soprassedere alla realizzazione del pozzo ‘Alli 2’ a Villa d’Agri per cercare soluzioni alternative che contemperino le esigenze produttive con quelle di sviluppo del comune di Marsicovetere ma riducendo l’impatto, sia pure sotto il solo profilo emotivo, sul territorio”.

Non è in discussione la legittimità della posizione della compagnia, né ravvisiamo motivi di allarme nella localizzazione del pozzo stesso, ma non per questo va tralasciata la ricerca di soluzioni alternative più gradite alla comunità. E' per questo che, pur sopportando in silenzio gli strali di quanti ci accusavano di non intervenire sulla questione, abbiamo avviato un'interlocuzione con l'Eni, certi che le ragioni di relazioni positive con le popolazioni e l’istituzione avrebbero prevalso su quelle dei costi e dei tempi di produzione”.

Eh? Ma che significa? Allora il pozzo andava bene li dove era secondo De Filippo, dietro l'ospedale ma solo a causa delle proteste "emotive" si e' deciso di intervenire?

Ma la regione Basilicata come la pensa a prescindere dalle proteste "emotive"?

A giudicare dalle parole di De Filippo, va tutto bene - e' solo la gente che e' "emotiva" e l'ENI non ha niente da recriminare.

Ma come fa questo governatore ad essere cosi' cieco davanti alla realta'? Io credo che lo sappia anche lui che l'impatto non e' emotivo, ma reale, polmonare, agricolo, cancerogeno - umano.

Che razza di governatore e' uno che e' piu' preoccupato dei tempi di produzione dell'ENI che della sua gente?

Ma sono il governo della Basilicata oppure l'ufficio servizi ENI? Sono li per la gente o per l'ENI? Non si capisce.

Che ce ne facciamo di governatori cosi in Italia?

Tuesday, October 12, 2010

Ombrina Mare - numero uno: le nostre osservazioni!



Nota: queste sono le motivazioni del NO al Ombrina Mare espresse nell'Ottobre del 2010. 
Il lavoro di sensibilizzazione e di attivismo nasce nel 2008.

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Devo andare ad insegnare fra un po e non ho tempo, pero' sono giunte le motivazioni ufficiali del NO a Ombrina Mare. Il primo motivo sono le nostre osservazioni! Grazie a tutti voi. E' veramente una vittoria nostra e di nessun politico, checche' ne dicano.

Grazie! Questo e' quello che dice il Ministero:

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CONSIDERATO che le osservazioni presentate da Enti Pubblici e Privati, da Associazioni, esercizi commerciali e singoli cittadini attengono nella quasi totalità dei casi a:

· timore di nocumento per lo sviluppo turistico;
· timore di degrado ambientale per la presenza di una nuova torre di perforazione;
· impatto negativo di traffico, presenza di strutture a mare, smaltimento rif iuti, rilascio metalli pesanti;
· timore di possibile inquinamento da vernici, combustibili, reflui;
· timore per la paventata diminuzione di presenza turistica;
· timore di possibili nocumenti irreversibili per le aree SIC presenti sulla costa, e le altre aree protette nella zona di eventuale interferenza, in particolare per le specie arboree e l’avifauna;
· timore di nocumento per la pesca;
· timore per il possibile sversamento di idrocarburi liquidi in mare;
· timore di nocumento per le specie ittiche, per i rettili, i mammiferi marini e avifauna;
· timore di spiaggiamento cetacei;
· timore di possibili insorgenze di patologie nell’uomo in conseguenza dell’attività di sfruttamento
idrocarburi legate al rilascio di sostanze pericolose volatili e/o solubili e/o solide;
· Timore di interferenza con la flotta peschereccia e con le linee commerciali;

CONSIDERATO che il comma 17 dell’art. 6 del D. Lgs. 152/2006 come modificato ed integrato dal succitato Decreto Legislativo 29 giugno 2010, n. 128 prevede che: 

"Ai fini di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, all’interno del perimetro delle aree marine e costiere a qualsiasi titolo protette per scopi di tutela ambientale, in virtù di leggi nazionali, regionali o in attuazione di atti e convenzioni internazionali sono vietate le attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare, di cui agli articoli 4, 6 e 9 della legge 9 gennaio 1991, n. 9. Il divieto è altresì stabilito nelle zone di mare poste entro dodici miglia marine dal perimetro esterno delle suddette aree marine e costiere protette, oltre che per i soli idrocarburi liquidi nella fascia marina compresa entro cinque miglia dalle linee di base delle acque territoriali lungo l’intero perimetro costiero nazionale. Al di fuori delle medesime aree, le predette attività sono autorizzate previa sottoposizione alla procedura di valutazione di impatto ambientale di cui agli articoli 21 e seguenti del presente decreto, sentito il parere degli enti locali posti in un raggio di dodici miglia dalle aree marine e costiere interessate dalle attività di cui al primo periodo . Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche ai procedimenti autorizzatori in corso alla data di entrata in vigore del presente comma”

CONSIDERATO che l’intera estensione dell’area di ricerca d 355 CR SR si trova interamente entro il limite di 12 miglia marine dalla costa in cui sono presenti le aree protette;

CONSIDERATO che nella zona costiera prospiciente l’area di ricerca sono presenti due Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) ai sensi della legge 394/91 la cui ubicazione è illustrata nella carta dei vincoli allegata al SIA denominati “Fosso delle Farfalle” e “Lecceta litoranea di Torino di Sangro e Foce del Fiume Sangro”;

CONSIDERATO che sulla costa insiste un’area sottoposta a vincolo paesaggistico dichiarata di notevole interesse pubblico dalla L. 1497/39 (oggi art. 136 del D.Lgs 42/2004). In particolare con D.M. 21/06/1985 è stata vincola l’area di costa (codice del vincolo 130102) denominata “Fascia costiera che va da Francavilla al Mare fino a San Salvo con colline degradanti sul mare” che interessa tutta la coste della Provincia di Chieti e parte delle aree più interne, inglobando le singole aree vincolate istituite in precedenza;

ESPRIME parere negativo riguardo alla compatibilità ambientale del progetto “Progetto di coltivazione del giacimento di idrocarburi Ombrina Mare nell’ambito della concessione di coltivazione d30 B.C-MD” in considerazione di quanto previsto dall’art. 6 del D. Lgs. 152/2006 come modificato ed integrato dal succitato Decreto Legislativo 29 giugno 2010, n. 128.

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Ad maiora.

Monday, October 11, 2010

Ombrina Mare e' morta



Nota: questi sono i commenti all'indomani della prima vittoria su Ombrina, nel 2010, quando il Mnsitero boccio' Ombrina grazie alle centinaia di osservazioni mandate dall'Abruzzo. 
Poi, nel 2013, la decisone venne rovescaita e Ombrina approvata.
Finalmente nel 2016 Ombrina muore definitivamente, o cosi' pare per adesso.



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Questo e' l'articolo del 2010:


Siamo tutti felici di avere finalmente rispedito al mittente "Ombrina Mare", il pozzo di petrolio con annesso centro oli a mare che la ditta inglese MOG avrebbe voluto trivellare in localita' Rocca San Giovanni, a 5 chilometri dalla riva.

E' una vittoria della gente e nessun politico può in sua coscienza vantare di essere il responsabile di questo importante passo nella difesa dell'Abruzzo costiero, nessuno. In aprile e maggio abbiamo messo su una importante campagna mediatica per mandare testi di contrarietà presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Circa duecento lettere distinte sono state inviate a Roma, in rappresentanza di migliaia di residenti.

I rappresentanti del Ministero, raggiunti telefonicamente, hanno affermato che non era mai successo prima. Oggi il Ministero indica per come primo motivo del rigetto ufficiale di Ombrina Mare, le nostre osservazioni ribadendo che il parere negativo è dovuto ai timori che la comunità ha espresso per lo sviluppo turistico, per il degrado ambientale, per lo smaltimento rifiuti, per il rilascio di metalli pesanti, per le interferenze con la pesca, e la vita animale in zone protette.

Voglio ringraziare tutti quelli che si sono adoperati per questa vittoria e condividere il mio entusiasmo con l'Abruzzo civile anche se lontana. Questa vittoria deve darci fiducia e coraggio per le prossime battaglie - petrolifere, ambientali e sociali. Tutti possono fare qualcosa, occorrono solo impegno e sincerità. Assieme possiamo veramente cambiare le cose che non ci piacciono, in democrazia e trasparenza. La prossima meta è la perimetrazione del Parco della Costa Teatina.

Qui in America direbbero "Yes we can".
 
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La commissione nazionale VIA ha finalmente bocciato il pozzo Ombrina Mare, grazie al decreto Prestigiacomo che proibisce la trivellazione a 5 miglia da riva, entro la quale Ombrina giaceva.

Abbiamo vinto!

Il mio primo grazie va a tutti voi che avete mandato lettere, che siete andati alle manifestazioni, che ne avete parlato con amici, parenti, che vi siete scandalizaati di fronte a questa mostruosita' che ci voleva regalare la MOG.

E non solo Ombrina Mare e' una cosa del passato, la MOG stessa sta per fallire!

Sapete meglio di me che mai e poi mai il pozzo sarebbe stato bocciato se non fosse stato per il nostro attivismo, e per le nostre incessanti proteste.

Io lo so che ora i politici si riempiranno tutti la bocca sbandierando i loro meriti e usando il tutto come capitale durante le prossime elezioni. E va bene anche questo, fa parte del gioco.

Il fatto resta che la vittoria e' della gente, non e' ne di Legambiente, ne della provincia di Chieti, ne del Ministero, ma nostra.

La vittoria e' di Giosue' Guidone che ha continuato a martellare il Ministero tutte le sante settimane, telefonando e non lasciandoli pensare che avrebbero potuto passarla liscia. La vittoria e' di Assunta Di Florio che si e' fatta il giro dei ristoratori e commercianti della zona per mandare osservazioni a Roma. La vittoria e' di Pasquale Cacciacarne che ha fatto lo stesso fra gli albergatori teatini. La vittoria e' di Fabrizia Arduini che e' da 30 anni che lavora per difendere l'Abruzzo. La vittoria e' di Emilio Caravaggio che ha organizzato la prima manifestazione di massa in Aprile, specificatamente contro Ombrina Mare. La vittoria e' di Nicoletta e Filippo D'Orsogna che ancora ringrazio per avermi aiutato in tutte le iniziative che ho cercato di promuovere cosi da lontano.

Ma ora occorre meritarsela questa vittoria, e occorre che tutti si facciano l'esame di coscienza. Io vorrei che questo fosse un punto di partenza - abbiamo salvato il mare dalla MOG ora salviamolo dalla nostra incuranza. Si parte dal basso.

Non si lasciano cicche sulla sabbia.

Non si lasciano rifiuti e cartaccie in spiaggia.

Se vediamo dell'immondizia, cerchiamo di fare un atto di amore, e se non fa troppo schifo raccogliamola anche se non l'abbiamo messa li noi stessi.

Premiamo per il Parco della Costa Teatina.

Premiamo per fermare la cementificazione selvaggia.

Premiamo per depuratori funzionali.

Sono stanca, ma soddisfatta - in tutto questo so che una componente speciale e' stata la mia testardaggine, la mia americanita', la mia voglia di giustizia sociale.

Ad maiora.

Friday, October 8, 2010

Ombrina Mare sull'orlo della bancarotta!

Nella primavera del 2010 il signor Sergio Morandi comparve sulla televisione abruzzese per dire a noi cittadini che avrebbero presto inziato a trivellare e che tutto sarebbe stato cosa buona e giusta. Parola dell'ammistratore delegato della Mediterranean Oil and Gas.

Invece qualcosa gli e' andato storto, pover'uomo e anche lui si ritrova oggi con la coda fra le gambe, assieme al suo compare, presidente della MOG Micheal Bonte Friedheim.

Grazie alle nostre proteste, grazie alle lettere di opposione, grazie alle molteplici manifestazioni estive, e complice il disastro del golfo del Messico e la conseguente legge della Prestigiacomo che VIETA LE TRIVELLE a meno di 9km da riva e a meno di 20 in caso di riserve naturali, la MOG e' sull'orlo della bancarotta.

In data 30 Settembre 2010 hanno infatti rilasciato un comunicato in cui affermano di stare

seek a sale of assets or the company if funding dries up in the wake of Italy's ban on near-shore drilling.


cercando di vendere le proprieta' della compagnia se i fondi evaporano grazie al divieto Italiano di trivellare vicino alla riva.

Queste sono parole carine per dire che hanno bisogno di vendere. Dicono che possono sopravvivere fino a meta' 2011. I dati sono strazianti per loro:

Nel 2009 la MOG ha perso circa 2.5 milioni di euro

Nei primi sei mesi del 2010 la MOG ha perso circa 5 milioni di euro

Poi aggiungono che

the Italian decree in June banning exploration and production within five miles of the coast had resulted in uncertainty around development of the Ombrina Mare oil and gas field, the group's principal asset.

il decreto italiano che proibisce esplorazione e produzione a 5 miglia dalla costa ha dato luogo a incertezze sullo sviluppo di Ombrina Mare, la risorsa principale del gruppo.

Non hanno capito niente! Non e' incerto - OMBRINA MARE E' ILLEGALE!

Infine dicono che c'e'

a material adverse effect on its ability to access further funding.


c'e' un concreto affetto avverso nella capacita' della MOG di accedere ad ulteriori fondi.

E ci credo! E chi vuole andare a mettere i propri soldi in una ditta che sta per fallire???

Morale della favola: Non si sa bene come va a finire, e mai cantare vittoria finche' non e' tutto sulla carta, e finche' il Ministero - che continuiamo a sollecitare- non abbia dato il suo no definitivo a Ombrina Mare, ma di certo il nostro attivismo gli ha fatto mare alla MOG e ai suoi sogni di gloria. Un po e' anche merito di tutti noi se la MOG sta per fallire.

Questo mostra quanto sia importante protestare, arrabbiarsi, PARTECIPARE alle decisioni che riguarda il territorio e non arrendersi mai. Se non c'eravamo noi cittadini con tutto il fracasso che abbiamo combinato in questi mesi, la MOG, l'ENI e chi per loro avrebbero gia' piazzato trivelle e navi FSPO in bella vista.

Continuiamo a tenere alta la guardia, ma un po piu fiduciosi che sconfiggere chi vuole fari affari sul nostro mare e sulla nostra terra e' possibile.

Uno a uno li rispediremo tutti al mittente.

Ecco il video di Rete8, realizzato da Raffaella Cartledge sulla questione



Fonti: Stock Market Wire


Tuesday, October 5, 2010

Mario Rainone? Non Crediamogli!




Compare sul Centro di ieri un articolo di tale Mario Rainone, professore all'universtia' d'Annunzio di Chieti e di Pescara, che in sostanza dice che i pozzi di petrolio vanno bene, sia in terra che in mare.

Dice in che l'Abruzzo e' gia' inquinato dai contadini, per cui continuiamo ad ammazzarlo. Dice che non meglio specificati "ambientalisti" stanno facendo terrorismo psicologico e che da noi in Abruzzo e in Italia niente di male potra' mai succedere.

E che c'ha la sfera di cristallo lui?

Intanto questo Rainone non lo aveva mai sentito nominare nessuno fino a ieri, e la prima domanda che mi pongo e': come mai proprio adesso se ne esce con questo articolo fuoriviante e pieno di inesattezze? C'e' lo zampino di Assomineraria? Della Forest Oil? Della Halliburton? O che forse ci si sta preparando per altre concessioni o per approvare Ombrina Mare? O c'e' odore di consulenze e denaro?

Dice che "le estrazioni petrolifere non sono un rischio per il nostro mare perche’ i giacimenti la nell'Adriatico non hanno pressioni tali da poter creare incidenti."

Pero’ aggiunge che le perforazioni “in caso di incidenti possono essere facilmente raggiunte dai tecnici”.

Allora sono pericolose o no? Incidenti si o no?

La verita’ e’ che nessuno puo’ assicurare con matematica certezza la sicurezza dei pozzi.

Nessuno.

Anche la BP fino al giorno prima dello scoppio garantiva che non sarebbe successo nulla alle loro infrastrutture!

Il Professor Rainone dimentica che proprio in seguito al disastro della Louisiana il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo ha imposto un divieto trivelle a 9km da riva, per precauzione.

Se davvero fosse tutto cosi’ sicuro come afferma il professor Rainone, perche’ il nostro ministero avrebbe approvato questa legge - per me assolutamente insufficiente, ma meglio di niente?

Che dire della California dove vige il divieto di trivellare a 160 chilometri dalla riva? O della Florida, dove il limite e’ di 200 chilometri dalla costa? O dei grandi laghi americani, dove e’ totalmente vietato trivellare, anche se l’intera superficie e’ una volta e mezza superiore a quella di tutto l’Adriatico? O della Norvegia dove i pozzi di petorlio sorgono almeno a 50 chilometri da riva? Il professor Rainone pensa che questi limiti siano messi per sport?

Il "professore" ha dimenticato l’incidente della piattaforma Paguro, nel Ravennate, che esplose nel 1960 a meno di tre chilometri da riva causando la morte di tre persone e rilasciando metano ed acqua per tre mesi, incontrollatamente, creando una colonna di decine di metri di altezza.

Il "professore" non sa che il piu’ grande disastro petrolifero in termini di vite umane e’ stata l’esplosione della piattaforma Piper Alpha, che nel 1988 costo’ la vita di 167 persone nel Regno Unito e che era posto in acque considerate basse, o del caso Ixtoc che scoppio’ in Messico rilasciando petrolio per 9 mesi nel 1979, anche questa in acque poco profonde.

Allo stesso modo il "professore" non conosce lo scoppio di una piattaforma a Santa Barbara, anche questa in acque basse, che nel 1969 causo’ l’inquinamento di tutta la costa e dopo il quale nessuna piattaforma e’ stata costruita lungo la costa pacifica americana.

Soprattutto al "professore" manca una visione d'insieme e non dice che secondo i piani petroliferi META' del la nostra regione e' da diventare un distretto minerario.

Non staimo parlando di un pozzo - qui si vuole trivellare lungo in lungo e in largo lungo tutta la costa! Si vuole installare un cosiddetto centri oli a mare, una nave gigante per la raffinazione a 9km da Rocca San Giovanni in bella vista sul litorale teatino, con inceneritore incorporato ed attivo 24 ore su 24. Mica queste sono bazzeccole!

Gli FSPO non sorgono cosi vicino alla costa in nessuna parte del mondo occidentale! Anche qui, il "professore" non sa della Maersk Ngujima-Yin danese che sottoposto a tutte le perizie per accertarne la sicurezza scoppio’ esattamente un anno dopo!

Il "professore" dimentica che a regime le piattaforme rilasciano tonnellate di inquinanti nel mare che hanno ripercussioni sulla salute dei fondali, dei pesci, delle persone che mangiano quei pesci e che nuotano in quei mari.

Lo afferma il governo Norvegese sulla sua pagina ufficiale dedicata al tema dell’ambiente e non "gli ambientalisti" che fanno terrorismo psicologico.

Rainone passa poi alle trivellazioni su terraferma e afferma

che arrivare ad evocare scenari come il Vajont è puro terrorismo psicologico. Le norme di sicurezza adottate nel nostro Paese sono molto severe. Non è un caso se, da quando l'estrazione di idrocarburi è attiva nelle nostre aree, non si siano mai verificati incidenti.


Questo e’ falso. Il pozzo di petrolio di Trecate, in provincia di Novara, e’ scoppiato per ben due volte. La prima esplosione, la piu grave nel 1994. Piovve petrolio per tre giorni, i campi e le risaie furono impraticabili per oltre un decennio, e vennero intaccati oltre 100 chilometri quadrati di territorio con conseguenze econmiche devastanti per gli agricoltori della zona. Una seconda esplosione, meno grave, nel 2006.

Come per gli esempi in mare, le esplosioni sono rare ma che ne basta UNA SOLA, per distruggere tutto. E come gia’ detto non ci sono solo gli scoppi, ma tutti gli altri effetti nefasti che l’ENI e le ditte petrolifere portano alle comunita’ in cui si insediano. Basta guardare il caso Basilicata, dove 15 anni di trivellazioni hanno portato a sorgenti idriche inqunate, dighe di acqua potabile inquinate da scarti petroliferi, petrolio nel miele, campi decimati, tumori in forte aumenti.

E’ questo il vero scenario delle trivellazioni e non solo il rischio di scoppio. Lo scoppio si vede e fa rumore, la morte progressiva e lenta no.

Per quanto riguarda “lo scenario Vajont” e’ stata la Forest Oil – ditta americana che vorrebbe trivellare ai piedi del lago di Bomba – a parlare per prima di questi rischi in un comunicato del suo dirigente per gli affari esteri, Ronald Brown che esplicitamente citava questa possibilita’. E’ stato lo steso brown a ricordare che la stessa ENI ha deciso di non trivellare ai piedi del lago di Bomba, oltre 40 anni fa per I gradni rischi di frane e smottamenti. In questo caso dunque, il terrorismo psicologico l’ha fatto la Forest Oil e non certo le persone che si ergonno in difesa dell’ambiente per il beneficio di tutti, anche del Prof. Rainone.

Infine, il professor Rainone conclude con un affondo sui contadini – classe cosi spesso trascurata e poco rispettata in Abruzzo accusandoli di

un uso sconsiderato di concimi e diserbanti in decenni di attività agricole.


Caro Rainone, qui non stiamo giocando a chi distrugge l’ambente di piu’. Se lei avesse davvero a cuore l’Abruzzo, si farebbe portatore di una campagna per sensibilizzare i contadini ad un uso piu rispettoso del territorio, e non certo usare l’uso di concimi come paravento per invocare una devsatazione ambientale ancora maggiore. Mi aspetterei da un accademico di voler migliorare la societa’ in cui vive, e non di avvallarne la distruzione.

Il "professore" conclude con un invito ad un incontro scientifico. Bene, ci sto. Se vuole un dialogo vero e non semplice propaganda, concordi con me luogo e ora, e sono sicura di smontare tutte le sue tesi.

In questi tre anni in cui leggo, viaggio, parlo, studio il tema del petrolio non ho ancora trovato una sola comunita’ che sia felice di ospitare l’industria petrolchimica nei suoi mari, nelle sue terre. Una sola non l’ho trovata.

Agli Abruzzesi onesti e intelligenti invece posso solo ribadire quello che ho scritto nella pagina informativa comparsa sul Centro in data 28 Agosto 2010: Non crediamogli.

Sunday, October 3, 2010

Al sindaco di Marsicovetere, Claudio Cantiani



Dovere del medico è la tutela della vita,
della salute fisica e psichica dell'Uomo
e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà
e della dignità della persona umana,
senza distinzioni di età, di sesso, di etnia, di religione,
di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia,
in tempo di pace e in tempo di guerra,
quali che siano le condizioni istituzionali o
sociali nelle quali opera



Mi capita per caso di leggere un articolo del sindaco di Marsicovetere, Claudio Cantiani, in teoria di professione medico, che e' favorevole, assieme ad altri 13 membri della sua giunta comunale all'installazione di un pozzo di petrolio amaro e pesante a meno di 500 metri dall'ospedale e a 200 metri da una zona residenziale.

Avevo gia' parlato di questo sindaco in questo post di qualche tempo fa, chiedendomi come sia possibile che una persona che in teoria ha due forti responsabilita' morali verso la sua gente - da medico e da sindaco - abbia deciso di prendere una folle decisione di morte per il suo intero paese.

Oggi il sindaco attacca tutti, e in particolare Giovanni Mazziotta, l'unico bravo consigliere che ha votato no all'installazione del pozzo di petrolio Alli2 dietro l'ospedale.

Mazzotta vuole saperne di piu nei ritardi ai pagamenti ai dipendenti comunali, e nel gestire la raccolta differenziata. Ovviamente non sono li e non posso giudicare su questi temi. Ma e' interessante dal mio punto di vista che l'ENI abbia pagato 98 mila euro di recente a Marsicovetere, che abbiano pure recuperato fondi dall'evasione fiscale laggiu' ma che la gente non sia stata pagata in tempi ragionevoli. Qualche spiegazione se e' vero occorre pur darla alla gente, no?

Poi Cantiani - sindaco e medico - passa al tema petrolio.

Qui dice che si tratta di una "strumentalizzazione da parte della Stampa per vendere copie in piu'" .

Dice che si tratta di "menzogne e disinformazione da parte delle associazioni ambientaliste".

Dice che le associazioni ambientaliste peccano di "non coerenza come quella di protestare contro il petrolio e poi fare richieste di porgetti con fondi finanziati dal PO Val D'Agri, gestito da royalties petrolifere. Parenti e figli di appartenenti agli ambientalisti dove lavorano e fano relazioni geologiche con le compagnie petrolifere. Insomma un doppio gioco."
E infine se la prende con la Stampa locale "per la non informazione e non il accertamento dei fatti."
Tutto questo e' assolutamente indegno di un sindaco e di un medico. I fatti sono fatti. La sua giunta ha o no approvato l'installazione di un pozzo di petrolio a due passi dall'ospedale, si o no?

Tutto il resto sono chiacchere caro Cantiani. E lei puo' pure arrampicarsi sui muri e dire che la colpa e' degli ambientalisti, della stampa, degli avversari politici, di tutti fuorche' guardare alle proprie responsabilita'.

Ma li, su quella autorizzazione c'e' la firma di Claudio Cantiani e della sua giunta comunale, non la mia. Ed e' qui che lei deve difendersi, e deve spiegare alla sua gente, non inventandosi congiure e perscuzioni che non esistono.

Se lei avesse rifiutato di autorizzare il pozzo Alli2, pensa che la stampa non lo avrebbe riportato? Pensa che la gente non avrebbe apprezzato il suo coraggio? Pensa che la stampa non avrebbe risposto riportando la soddisfazione della gente?

Ma se lei - medico e sindaco - approva un progetto di morte, cos'altro puo' esprimere la gente se non un senso di rabbia e di non fiducia verso chi dovrebbe proteggerli, e in piu' con una sensibilita' maggiore, visto che e' un medico?

E no, guardi, io non faccio parte di nessuna delle categorie di cui parla lei - non ho parenti che prendono royalties dall'ENI, non ho giornali da vendere, non ne prendo di soldi per me, ho rifiutato di far parte di commissioni molliccie sul petrolio in Basilicata finanziate dall'ENI, neanche ci vivo in Basilicata e non faccio il doppio gioco. Stia tranquillo.

Semplicemente sono un cittadino italiano indignato davanti a tanto malcostume, indignato che chi sta ai posti di comando anche locali - come lei - non abbia minimamente a cuore il benessere del suo popolo, non si batta per le cose giuste e che abbia paura, secondo me, a combattere i poteri forti.

E' piu' facile accontentarsi di centomila euro l'anno e far finta di niente, mentre la gente muore e si ammala. E' piu' facile chiudere un occhio e pure l'altro e vivere tranquilli, accusando tutti invece che farsi l'esame di coscienza su quello che si fa in una terra gia' martoriata da veleni di ogni tipo.

Ma lei e' un medico, e nel suo intimo lo sa meglio di me che le estrazioni petrolifere e tutto quello che comportano, bene non possono fare alla cittadinanza, a quella cittadinanza che LEI ha liberamente chiesto di amministrare.

Il suo primo dovere e' verso la gente, sa? Veda su la citazione dell'ordine al quale lei appartiene. Li dice che la prima cosa e' di tutelare la salute delle persone, e che questo deve essere a prescindere dalle condizioni istituzionali o sociali nelle quali si opera. Io credo che sia incluso l'essere parte di un distretto petrolizzando.

So che lei non e' neanche il piu' grande dei pesci, e che ci sono casi di inquinamento e di mala gestione del territorio ben piu' gravi del suo, ma sfortunatamente lei ha incontrato me sulla sua strada e io sento di dovere usare la mia voce per fare quel che posso affinche' venga fatta la cosa giusta e che chi prende decisioni scandalose almeno se ne vergogni e non resti tutto in silenzio.

Spero che ce ne siano tanti di attivisti, in Basilicata e nel resto d'Italia a puntare l'attenzione su tutti gli scempi ambientali, morali e sociali di questa nazione che affonda ogni giorno un po di piu'.

E non si tratta di ambientalismo fine a se stesso, sa? Per come lo intendo io, il mio operare va ben oltre l'ambientalismo e si chiama giustizia sociale, si chiama difesa dei ceti piu' deboli, si chiama voglia di dare una voce a quelli che una voce non ce l'hanno, si chiama responsabilita' civica.

Si chiama affetto per l'Italia tutta, da nord a sud.

PS: Scopro ora che parte delle royalties di luglio sono finiti nelle tasche dei consiglieri comunali - 7 mila euro ... Bell'affare! Il prezzo della salute.

Saturday, October 2, 2010

Scoppio BP e conseguenze




Nessuno sa esattamente quali saranno le conseguenze dello scoppio del pozzo BP in Louisiana a lungo termine, occorrera' monitorare e seguire l'evoluzione dell'ambiente, e della vita umana e acquatica. Ma di certo, quale che sia sono tutti concordi nel dire che il prezo da pagare sara' alto. E' sempre cosi.

Gia' le prime analisi indipendenti rivelano che le concentrazioni di idrocarburi policicilici aromatici sono saltate di un fattore 40 fra Maggio e Giugno 2010. Un fattore 40 in un mese!

Il professor Kim Anderson inizio' a prendere campioni di acqua subito dopo lo scoppio e vide questo innalzamento spaventoso dei valori, che persiste anche adesso dopo che il buco e' stato tappato.

Alcuni di questi idrocarburi policiclici aromatici non sono tossici, altri possono anche essere gravemente cancerogeni, mutagenici (ti cambiano il DNA) e teragenici (causano danni ai nascituri). Il prof. Anderson ha rilevato aumenti di tutti i tipi di questi IPA - PAH in inglese - sia di quelli innocui che di quelli inquinanti.

Le agenzie governative - guarda caso- dicono invece che va tutto bene.

Allora, facciamo un passo indietro. Gia' nel 2002 ci fu uno scoppio in Spagna, in Galizia, l'affondamento della petroliera Prestige che causo' il rilascio di 80 milioni di litri di petrolio e che inquino' le coste per mesi.

Modalit'a diverse rispetto alla BP ma pur sempre una vasta marea nera e decine e decine di persone impegnate nella pulizia.

Dopo un anno dall'incidente gli studi dell'Universita' de La Coruna mostrarono che a causa del petrolio della Prestige, pesci, crostacei e polipi avevano alti livelli di questi idrocarburi aromatici policiclici. Gli IPA si erano disciolti in mare e si calcolo' che la vita marina sarebbe stata impattata dagli scarichi per almeno 10 anni e che tutta la catena alimentare ne avrebbe risentito, dal plankton all'uomo. Ancora adesso si consiglia ancora di non mangiare pesce della Galizia.

E l'uomo? Come fa l'uomo a restare immune da tutto cio'?

Siamo allora all agosto di quest'anno: dopo otto anni i pescatori spagnoli che avevano partecipato alle operazioni di bonifica della marea nera della Prestige presentano oggi problemi di salute gravi ai polmoni e mutazioni del DNA.

Lo studio dal titolo Health Changes in Fishermen 2 Years After Clean-up of the Prestige Oil Spill
e pubblicato sulla rivista fisiologica Annals of Internal Medicine afferma che

Participation in clean-up of a major oil spill was associated with persistent respiratory symptoms, elevated markers of airway injury in breath condensate, and chromosomal damage.

The risk for elevated levels of exhaled 8-isoprostane, vascular endothelial growth factor, basic fibroblast growth factor and structural chromosomal alterations seemed to increase with intensity of exposure to clean-up work.

Come sempre e' difficile dire con assoluta certezza se quelle mutazioni siano dovute al contatto con il petrolio e con le altre sostanze inquinanti - sono passati anni, e tanti possono essere i fattori che portano a malattie o a deformazioni varie. Pero' l'articolo afferma anche che "l'esposizione a sedimenti di petrolio, anche per un breve periodo, può avere degli effetti negativi sulla salute" e che dunque non e' da escludere, ed anzi e' molto probabile, che quelle malattie siano venute per colpa del petrolio e degli inquinanti.

Intanto a Genova, nel 2008, diciotto anni dopo lo scoppio della petroliera Haven - il piu' grande incidente petrolifero del Mediterranneo dove morirono 5 persone e per cui non ci furono maicolpevoli - stavano ancora bonficando la zona e oltre 100 tonnellate di petrolio che giacevano li indisturbati da anni.

Oil spills are forever.

Fonti: PonenteVarrazzino

Friday, October 1, 2010

Assomineraria: "creiamo consenso"




Non sapevo se ridere o piangere quando ho letto di Assomineraria che vuole promuovere il settore parapetrolifero per "crearsi consensi", visto che sono odiati un po' in tutta Italia.

Cos'e' questo parapetrolifero? Gia' di per se, il nome fa ridere ed e' un modo per rendere piu' delicato quello che delicato non puo' essere.

Non e' petrolio, ma parapetrolio!

Praticamente, vogliono coinvolgere un po di piu' le industrie locali in modo da aumentare il proprio "consenso" fra la gente. Della serie: io ti do un pochino di mansioni da svolgere in loco e in cambio cerco di crearmi una immagine di industria santa e che vuole bene alla gente del posto.

Come se fossimo tutti nati ieri!

Ecco allora il parapetrolio - praticamente i servizi petroliferi. Se l'ENI fosse riuscita a trivellare in Abruzzo, la Buonefra, Fratino e Marrollo sarebbero stati anche loro para-petrolieri.

Secondo un comunicato di giugno 2010 - contorto, barocco e prolisso - Assomineraria sta preparando un nuovo filone di attivita' con una serie di incontri nelle sedi piu' interessate al petrolio - e alla sua devastazione ambientale. Dicono:

In questo contesto, il Workshop punta a creare maggiore consapevolezza e consenso presso gli opinion-makers locali intorno all’idea che le Imprese di Beni&Sevizi del settore upstream, in ciascuna Regione, si debbano comportare anche come parte di un “sistema a rete” per gestire insieme una serie di problemi di comune interesse, dalla creazione dei necessari supporti logistici ed infrastrutturali ai rapporti con le diverse istanze locali, allo sviluppo di risorse tecnico-professionali, alle questioni ambientali etc.

Cioe' in poche parole vogliono farci il lavaggio del cervello, dopo 15 anni che hanno distrutto la Basilicata che andra' tutto bene perche' ci sara' il parapetrolio.

Il primo di questi incontri per "creare consenso" e' svolto proprio a Matera. Ma davvero pensano di "crearsi consenso" in Basilicata dopo che gli hanno rovinato campi, miele, acqua potabile, polmoni e speranza per il futuro?

Interessante che non abbiano scelto Potenza - li hanno gia' preso tutto facendo leva sull'ignoranza della gente e non gli serve piu' il consenso per le operazioni future. Si sono gia' presi tutto con la prepotenza. Siccome ora vogliono investire anche in provincia di Matera, cercano li di passare per santi e dicono di avere invitato 50 esponenti "altamente qualificati"

di imprese di Beni e Servizi associate ad Assomineraria, di compagnie petrolifere, di Confindustria e Regione Basilicata, del Ministero dello Sviluppo Economico, di Organizzazioni sindacali, dell’Università e dei media regionali e con la partecipazione di un numerosissimo pubblico di osservatori.

Dicono di avere portato avanti un dialogo molto serrato e che

l’obiettivo è stato quello di discutere delle esperienze fin qui sviluppate dagli operatori impegnati nella valorizzazione delle risorse del sottosuolo, e le prospettive che si possono aggiungere a questo impegno, evidenziando anche la necessità di sostegno e condivisione da parte delle diverse istanze locali che hanno il compito di promuovere la crescita del sistema produttivo regionale.

Tante parole per dire che gli serve una regione ancora piu asserviente cosi' anche Matera e' stata conquistata.

Le mie domande: ma come mai della gente normale nessuno ne sapeva niente? Come mai non si parla in nessun posto dell'ambiente? Come mai neppure una parola sulla devastazione ambientale che l'ENI ha portato in Basilicata? Come mai non si parla del fatto che i tumori scoppiano in Basilicata? Del fatto che vogliono trivellare dietro l'ospedale? Del fatto che trovano scarti petroliferi nelle dighe, nelle falde acquifere, nel miele? Del fatto che la gente emigra senza sosta dalla Basilicata?

Ah gia' il parapetrolio li salvera' tutti!

Poi dicono che

Numerosi sono stati i riferimenti allo crescita negli ultimi trent'anni del comparto parapetrolifero a Ravenna.

Puo' darsi, ma si dimenticano di dire che per colpa delle estrazioni di metano Ravenna e' affondata di oltre un metro, e hanno fortissimi problemi di erosione alle costa che e' indietreggiata anche di 50 metri in alcuni posti, con gravi conseguenze sull'industria turistica.
Forse il parapetrolio e' meglio dell'attivita' turistica?


I prossimi workshop-lavaggio del cervello saranno in Emilia Romagna e in Sicilia, anche li si parte con la disinformazione. Interessante che in Abruzzo nemmeno ci provano!

Assomineraria - che vergogna, e che vergogna per chi di quei 50 esponenti "altamente qualificati" gli crede a queste balle.

Ma poi, cosa vuole dirti Assomineraria?

Il loro obiettivo non e' di voler bene alla Basilicata, alla Puglia o all'Abruzzo o all'Italia.

Il loro obiettivo e' di trivellare questa nazione, da cima a fondo, possibilmente indisturbati e con il consenso di un popolo, il piu' supino possibile.

Sta a noi fargli vedere che non ci crediamo nemmeno un pochino e che siamo piu intelligenti di loro e delle loro bugie.

Fonti: Assomineraria