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Saturday, April 25, 2009

L'ENI a Manfredonia


Giuro di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento; di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerà con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale.

Ippocrate


Il 26 settembre 1976 lo stabilimento ENIchem di Manfredonia, in provincia di Foggia, esplose e rilascio' trentadue tonnellate di anidride arseniosa, di formula chimica As2 O3. L'arsenico veniva usato nella formazione di fertilizzanti prodotti dall'ENIchem.

Fu tutto messo subito a tacere. Alla popolazione, terrificata, si disse che la nube nera che avvolgeva la citta' era dannosa tanto quanto il fumo di sigaretta e che non c'erano danni anche se gia' da allora si sapeva che l'arsenico era fortemente tossico.

L'arsenico e l'anidride arseniosa infatti sono cancerogeni. A dosi piu' o meno basse, quest'ultima causa vomito, dolori addominali, perdita di sangue, diarrea, problemi agli occhi, cardiovascolari, infiammazione del fegato e dei reni, problemi alla coaugulazione del sangue. Spesso le unghia diventano fragili e si perdono i capelli. Fra i problemi riproduttivi dovuti ai derivati d'arsenico ci sono aborti spontanei, feti sottosviluppati e deformazioni congenite.

Bene, l'ENIchem, che fa capo alla benefattrice dell'umanita' ENI, dopo avere riversato questa robaccia su duemila operai e su 50,000 cittadini di Manfredonia, mando' alcuni dei suoi lavoratori a ripulire la zona alla meno peggio. Strumenti in dotazione: la scopa. Tipo di precauzione per proteggere le vie respiratorie, la pelle o l'apparato digerente: nessuno. Toglievano il veleno a mani nude.

Fra questi operai un uomo di 30 anni, Nicola Lovecchio. Per mesi lavoro' alla pulizia dell'area contaminata, e continuo' a lavorare nello stabilimento Enichem fino al 1996 quando ando' in pensione perche' colpito da tumore ai polmoni qualche tempo prima, a 47 anni. Era un non-fumatore.

In tutti quegli anni, prima e dopo l'esplosione, l'ENIchem aveva continuato ad usare e a produrre arsenico senza un minimo di precauzione verso i propri operai e la citta'. Gli incidenti si sono ripetuti. La falda acquifera e il ciclo alimentare sono stati inquinati. Alcuni bambini sono nati con il fegato liquefatto per colpa dell'arsenico. Nel 1988 la produzione di caprolattame (l'ingrediente di base per fare il nylon) dell'Enichem venne fermata perché gli scarichi a mare causarono una moria di delfini e tartarughe nell' Adriatico.

Nel 1994 il colpo di scena. La Regione Puglia decide di autorizzare la reindustrializzazione dell’area di Manfredonia senza una valutazione d’impatto ambientale, e dando pure le sovvnezioni all'ENichem. Nel 2002 l’Unione Europea apre una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia che

"non ha adottato le misure necessarie ad assicurare che i rifiuti, stoccati o depositati in discarica presenti nel sito Enichem, fossero recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e pregiudizio per l’ambiente”.

Intanto, le analisi delle urine dei lavoratori continuarono a mostrare valori troppo alti di arsenico: ben quattordicimila volte superiore alla norma. Mica uno o due, quattordici mila!

E allora, facile facile, ci furono alcuni "medici" che decretarono che l'arsenico era dovuto ai troppi crostacei mangiati dagli operai. Le aragoste infatti bioaccumulano arsenico. Ecco dunque il colpevole di tutto quell'arsenico: i due chili al giorno di aragoste mangiate dai lavoratori!

Con questa spiegazioncina si pote' tornare a vivere tranquilli. Invece che a tarallucci e vino qui fini' ad aragoste e vino per vent'anni. Intanto l'infermieria ENIchem nascondeva le cartelle cliniche.

Verso la meta' degli anni '90, dopo avergli diagnosticato il tumore, l'oncologo Maurizio Portaluri, decise di unire le sue forze a quelle di Nicola Lovecchio. Fanno indagini fra amici, ex lavoratori, persone che erano in ENIchem quella mattina del 1976. Degli operai messi a pulire l'arsenico, 23 sono morti o hanno avuto patologie tumorali in eta' relativamente giovane. Nicola Lovecchio presenta un esposto alla magistratura di Foggia che sfocia in un processo per dieci dirigenti ENIchem e due professori universitari di medicina del lavoro consulenti per l' Enichem all’epoca dei fatti.

I nomi dei docenti-consulenti dell'Universtia' di Bari accusati sono

LUIGI AMBROSI
VITO FOA'


Le accuse per tutti furono di disastro colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni e omissioni di controllo.

Nel 2001 parte di processo. Furono diciannove le famiglie che si costituirono contro l'ENIchem, assieme a varie centinaia di persone collegate ad associazioni ambientali fra cui Medicina Democratica e un gruppo di sole donne detto Bianca Lancia.

L'ENIchem decide allora di usare una strategia infame: diamo delle somme di denaro agli accusanti in cambio del ritiro della denuncia. Oltre a diciassette famiglie, i comuni di Manfredonia nella persona del sindaco Paolo Campo, e altri due comuni vicini, Mattinata e Monte Sant'Angelo, se li presero quei soldi e NON si sono presentati parte civile al processo.

Alla fine del processo, nel 2007, oltre alle associazioni ambientaliste, a combattere l'ENIchem era rimasta solo la famiglia di Nicola Lovecchio, nella persona di sua moglie AnnaMaria, e quella di un altro operaio, Elio Amicarelli. Tre sindaci e diciassette famiglie su diciannove presero i soldi. Sono colpevoli anche loro.

Il 5 Ottobre 2007 la "giudice" Michela Valente da ragione all'ENIchem: tutti innocenti. Il fatto non sussiste. La colpa e' delle aragoste.

Intanto, da una parte lo studio promosso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2003 a Manfredonia dove si conclude che nella citta' c'e'

"un eccesso di mortalità per tumore allo stomaco nei maschi e un aumento dei tumori alla laringe, alla pleura e mielomi multipli nelle donne, nonche' aumenti generali di leucemie e malattie non tumorali all'apparato genito-urinario. Gli eccessi riscontrati possono essere indicativi di effetti dalle esposizioni da arsenico, e in particolare all'emergere dei primi effetti a lunga latenza che potrebbero aggravarsi negli anni successivi"

Dall'altro lato, nel 2008 i professori di Bari e di Foggia ripetono le proprie analisi e dicono che si tratta ancora di aragoste come riferisce il sito sicurezzaonline. Gli illustri scienziati pugliesi che ci salvano dalle aragoste sono:

LUIGI VIMERCATI,
ANTONIO CARRUS,
TOMMASO GAGLIARDI,
GIUSEPPE SCIANNAMBLO,
FRANCESCA CAPUTO,
VIVIVANA MINUNNI,
MARIA ROSARIA BELLOTTA,
GIGLIOLA DE NICHILO,
LUCIA BISCEGLIA,
VINCENZO CORRADO,
P. DE PASQUALE,
GIORGIO ASSENNATO.

Queste sono le ultime dichiarazioni di Nicola Lovecchio:

Il senso della mia vita è quello di continuare a lottare: voglio vivere, non voglio andarmene così. Non posso stare seduto ad aspettare la fine che questa malattia mi consuma del tutto e senza aver fatto nulla per riacquistare la mia dignità di uomo. Dirò ai miei tre figli: vedete nella mia sfortuna lotto perché ho un debito nei vostri e nei miei confronti. Se sentite di stare nel giusto andate avanti senza alcun timore.

Nicola Lovecchio e' morto di tumore a 50 anni nel 1997.

Dopo 30 anni, la bonifica di Manfredonia in seguito ai riversamenti di arsenico non e' ancora completa. Trecento ettari di terra e centro cinquanta in mare sono ancora contaminati.

La gente continua a morire.

Il 1976 e' un ricordo lontano.

Non esistono colpevoli, ma solo aragoste assassine.

Io mi vergogno di essere parte di un paese cosi'.



Fonti dirette: Damiano Cafiero cittadino di Manfredonia,
Fonti: Peacelink, Panorama, Medicina Democratica, Medicina Democratica 2, La Repubblica, Il Manifesto, Wikipedia

Friday, April 24, 2009

E' sera, sono stanca


Ho appena finito di leggere il post di ApocalisseItalia sul fatto che la Buonefra (ditta abruzzese di cui fa parte il sindaco di Ortona, l'eloquente Nicola Fratino) ha ricevuto ben 300,000 euro dall'ENI dopo averne gia' preso 800,000 un anno fa per "Esplorazione ed estrazione di gas e di petrolio".

Piu' chiaro di cosi si muore. L'Abruzzo petrolizzato va avanti, a partire da Ortona e alla faccia degli Abruzzesi che nemmeno lo sanno, o che anestetizzati, credono alla propaganda di Chiodi che dice che il centro oli non si fa. E' molto comodo crederci e tornare alla vita di tutti i giorni. E' facile lasciare che a vigilare, a denunciare, a scrivere, a fare, siano gli altri, e pensare che "tanto l'ha detto Berlusconi, tanto l'ha detto Chiodi", mentre intanto dietro le quinte i programmi petroliferi vanno avanti a gonfie vele. Beata ignoranza.

1,100,000 euro. Che ci faranno? Buchi nel mare, nella terra, oleodotti? Magari anche le basi della raffineria di Ortona, aspettando il primo gennaio 2010, o i risultati della anticostuzionalita' del mangia-pane-a-tradimento Daniele Toto? O magari la raffineria la Buonefra la costruisce a Piana di Navelli, a Teramo. Chi lo sa.

Ma gli Abruzzesi di buona volonta' dove sono? Non sarebbe forse un nostro diritto sapere che ci deve fare l'ENI con queste oeprazioni sul NOSTRO territorio? E il giornalismo d'inchiesta dov'e'? E la stampa? E la provincia? E la regione? Perche' queste notizie devono partire da bloggers d'oltreoceano che lo fanno per volontariato? Quanta amarezza.

Dovrei sentirmi felice di vivere cosi lontano, e di non vedere la tragedia annunciata che si sta per spiegare davanti ai miei occhi. Dopotutto ho vissuto in Abruzzo solo 10 anni, ed e' ormai piu' il tempo che ho trascorso negli USA che laggiu'. Sarebbe cosi facile metterci una pietra sopra e dire: ho dato tutto quello che potevo, ora basta.

Piu' in generale sarebbe molto piu facile dimenticarsi dell'Italia, e maledire un paese che lascia la Mafia essere la prima azienda della nazione, che lascia ai costruttori di fare case di pastafrolla in zone supersismiche, dove la liberta di stampa e' allo stesso livello del Burundi, dove Gabriella Carlucci si permette di insultare uno dei fisici piu' rispettati in ambito internazionale, e dove la quasi interezza della classe poltica e' fatta di gente corrotta, stupida, piccola, provinciale.

Come mi piacerebbe pensare pure a me che tanto ci pensera' qualcun'altro, o che il petrolio ci fara' bene.

Il mio angolo del pianeta non e' perfetto, ma qui come cittadino conto qualcosa, la mia voce, e quella di tutti, ha un peso, un significato. Qui si discute, si parla con la gente, la si ascolta. Un mese fa mi hanno invitata ad un incontro per parlare di come vogliamo la Los Angeles del 2030! Piccole riunioni di quartiere per parlare di reciclaggio, compostaggio, rifiuti zero, come piantare gli alberi, disposizione dei pannelli solari e cose di questo tipo. Questa e' una citta' di 10 milioni di persone e ci chiedevano a uno a uno che vogliamo fra 20 anni!

Non riesco ad accettare che in Italia la democrazia debba essere soltanto una parola vuota. Non lo accetto, non e' giusto, non va bene, e non per me, che sono grande e vaccinata, ma per un ideale piu' grande di me: il bene comune del proprio popolo, della propria terra, delle generazioni future.

Che Abruzzo lasciamo ai nostri figli? Cosa gli insegnamo? Che 800,000 euro sono piu' importanti della volonta' e del benessere della propria gente? Che basta farsi i fatti propri perche' tanto il sistema e' tutto marcio? Non sapete che tristezza quando andavo nelle scuole e qualche ragazzo di 16, 17 anni mi diceva "si sa' che le cose vanno cosi, e non ci possiamo fare niente". A 16 anni si erano gia' arresi. Anche io mi sento impotente adesso, ma domani mi inventero' qualcosa.

Per motivi che non so spiegami, mi pare di non avere scelta che continuare fino alla fine, che io lo voglia o no. Mi dispiace solo che questo fuoco nelle vene io non possa darlo agli altri Abruzzesi. Io non conto niente, ma se fossimo un milione di Abruzzesi, a scrviere, a protestare, a rompere le scatole, e chi ci ferma?

Ma il sentimento piu' profondo che provo e' il disgusto pietoso per Nicola Fratino, Gianni Chiodi, Daniela Stati, Mauro Febbo, Ottaviano del Turco, Franco Caramanico e tutti gli altri amministratori che non hanno saputo o voluto far nulla. Possono raccontare tutte le balle di questo mondo a tutti quelli che vogliono, ma io so che la responsabilita' e' loro, per ignavia o ignoranza non e' importante, ed e' questo sapere che mi fa sentire libera, pulita e forte per il domani.

Fonti: e-gazzette, dgmarket1 , dgmarket2

Wednesday, April 22, 2009

Stefania Prestigiacomo: La trave e la pagliuzza


** Continuano ad arrivare visite di persone in merito alla questione terremoti e petrolio. I post in merito sono qui, qui e qui. **

Oggi e' la giornata della terra, l'Earth Day, che nasce nel 1970 in seguito ai riversamenti in mare di petrolio grezzo nella baia di Santa Barbara, incidente del 1969. Da allora nei mari californiani sono state installate esattamente zero trivelle.

In occasione del giorno della terra, i governanti hanno deciso di riunirsi in un nuovo G8, dedicato esclusivamente ai temi della difesa dell'ambiente. Parlare dei guai del pianeta e' gia' qualcosa, anche se, come sempre, sono i fatti che servono. A rappresentare l'Italia, la nostra Stefania Prestigiacomo, una vera paladina dell'ambiente. Di lei e del suo curriculum ammazza-natura e ingrassa-portafoglio abbiamo gia parlato qui.

E' molto ironica la scelta di Siracusa, voluta proprio dalla Prestigiacomo, come sede di questo evento. Siracusa infatti e' stata totalmente distrutta nel suo ambiente, nel suo tessuto sociale dall'ingordigia di petrolieri e poltici. Qui tutto lo sfruttabile e' stato sfruttato: senza amore, senza lungimiranza, senza rispetto ed in nome del "progresso" selvaggio degli anni cinquanta. A beneficiarne pochi privilegiati: la melma umana fatta di mafie, intrighi di palazzo, poltici senza scrupoli e inciuci speculativi.

A due passi da Siracusa c'e' il triangolo della morte petrolifera, un aggregato di raffinerie fra “Priolo-Augusta-Melilli” e la val Noto ad alto potenziale trivelle, nonostante sia patrimonio artistico dell'umanita'. L'intera provincia di Siracusa è tra le più inquinate d’Italia. I petrolieri la avvelenano e regalano tumori e leucemie alla gente. Ma questi sono morti che non fanno notizia. E siccome una volta iniziato non si finisce mai, arriveranno presto un rigassificatore e un inceneritore, come prevede il governo di cui la Prestigiacomo fa parte. A Siracusa non gli manca niente.

Come gia detto, la famiglia Prestigiacomo e' con-proprietaria della Coemi spa, della VED, la Vetroresina Engineering Development, e della fallita Sarplast, tutte in prima linea nello sfruttamento scellerato della terra. La VED e' pure sotto processo per bancarotta fraudolenta, trattamento e smaltimento illegale di rifiuti, violazione delle norme di sicurezza nei confronti dei dipendenti. La dentro ci lavorano pure i suoi parenti, ma non glien'e' importato nulla.

Ma al G8 la nostra Stefania deve pur dire qualcosa, e cerca di arrampicarsi sugli specchi con qualcosa di neutrale e di commovente per tutti: diamo l'acqua potabile a tutti i bimbi e togliamo il piombo dalle vernici. Facciamo piu' studi epidemiologici sulle mamme e sui bambini, riduciamo l'esposizione ai prodotti chimici, miglioriamo la qualita' dell'aria negli ambienti chiusi.

Avra' spulciato tutti i libri delle sue aziende per trovare qualcosa che non la riguarda!

Il suo obiettivo, secondo la Repubblica (e secondo l'Agenzia giornalistica italiana, CHE APPARTIENE ALL'ENI) e' di salvare i bambini di tutto il mondo che ancora vivono senza acqua potabile e che si ammalano di dissenteria e di malaria. L'immagine che arriva subito agli occhi e' quella dei bimbi del sub-sahara africano, che certamente vanno difesi. Ma quanta stoltezza nel non voler guardare ai propri peccati, e nel non voler far qualcosa di concreto dove fare si potrebbe. Si cara Stefania, e' piu' facile guardare lontano che in casa propria: si evita di fare i conti con se stessi e le proprie responsabilita' .

I bimbi di Gela non hanno forse diritto all'acqua potabile, inquinata dall'ENI e dal loro impianto Clorosoda? I bimbi siracusani non hanno diritto a nascere senza deformita'? I bimbi siciliani non hanno diritto a vivere senza tumori e leucemie?

E' piu' facile pensare alla dissenteria dei bimbi africani e poi sedersi e fare inciuci di ogni genere con l'ENI, lo so. E' piu' facile parlare vagamente degli studi epidemiologici, piuttosto che obbligare l'ILVA di Taranto, per dirne una, ad abbassare le emissioni di diossina. E' piu' facile farsi la bella al G8 che non sa dei suoi scheletri nell'armadio, piuttosto che obbligare la propria ditta a smaltire i rifiuti tossici nella maniera giusta. Agli occhi del mondo questa donna e' la persona piu' importante d'Italia per la difesa della natura! Che vergogna.

Non so se essere piu arrabbiata per lo schifo morale di una donna che rappresenta gli Italiani, oppure del fatto che cosi bellamente, sulla prima pagina del quotidiano la Repubblica c'e' scritto che le notizie arrivano dritte dritte dall'ENI.

Come potranno mai parlare dell'Abruzzo petrolizzato i giornali italiani visto che sono tutti in qualche maniera collegati all'ENI? A differenza del terremoto, qui i morti hanno ancora da venire, saranno diffusi nel tempo e nello spazio, verranno per malattie e non per calamita' natuarali.

Potranno pararsi come vogliono pero' gli Abruzzesi SANNO che il dito e' puntato contro l'ENI e le sue amiche. Sanno che la nostra classe politica e' fatta di uomini e di donne stolti, ignoranti e inutili, partendo da Gianni Chiodi che parla a vanvera e includendo Daniela Stati, Daniele Toto, Mauro Febbo, Emilio Nasuti, Gianfranco Giuliante e tutti coloro che potrebbero fermare la deriva petrolifera in Abruzzo ma non lo fanno.

Come per la Prestigiacomo, cosi i nostri poltici: e' piu facile far prendere aria ai denti piuttosto che far qualcosa di concreto.

Fonti: altrog8

Monday, April 20, 2009

Terremoti e petrolio: il modello italiano



Nel 1857 ci fu un grande terremoto in Basilicata con epicentro a Montemurro, il paese confinante con Viggiano. Il sisma fu del grado 6.9 della scala Richter e morirono in totale 10,000 persone, di cui 1,000 nella sola Viggiano. La raffineria di Viggiano, il cosiddetto centro oli, e' praticamente seduta sopra l'epicentro del terremoto, in piena zona sismica.

L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia dice:

"La Val d’Agri e’ una delle aree italiane a maggiore potenziale sismogenetico. Il recente sviluppo urbanistico, in particolare nella parte alta della valle (Villa d’Agri, Viggiano), e la presenza di infrastrutture legate all’attività di estrazione e raffinazione di idrocarburi, contribuiscono ad accrescere il rischio sismico dell’area, che e’ gia stata colpita da un terremoto distruttivo nel 1857."

Ora, visto che circa il settanta per cento del territorio lucano e' interessato da trivelle di vario genere, visto che il terreno e' sismico e visto che le perforazioni petrolifere in qualche modo modificano gli equilibri sotterranei, ho deciso di indagare cosa si fa in Basilicata a scopo preventivo, sia da parte dell'ENI che con il petrolio lucano si arricchisce, che delle istituzioni che dovrebbero proteggere la gente.

Indagando sulle misure antisismiche, di allerta, di esercitazione, di monitoraggio del suddetto centro oli, non ho trovato quasi niente ne' di sponsorizzato dall'ENI, ne dalla regione Basilicata.

Non c'e' nessun sito in cui si spieghi alla gente cosa fare in caso di terremoto nei pressi della raffineria di petrolio o se c'e' non sono riuscita a trovarlo.

Intanto, a Viggiano le case mostrano crepe, cedimenti, molte persone sono andate via e nella Val D'Agri si susseguono mini-terremoti indotti dalle estrazioni petrolifere. A me pare che tutto sia fatto nella piu' assoluta casualita' e giocando d'azzardo con la vita della gente.

Anche l'Olanda e' zona sismica. In particolare la zona di Groningen e' stata colpita da circa dieci terremoti di scala attorno ai 3.5 gradi della scala Richter negli ultimi venti anni. I notiziari olandesi ed altri siti web, non hanno alcun pudore nel riportare le conclusioni del KNMI, l'ente sismico e metereologico nazionale olandese:

"The earthquakes result from tension in the earth's crust caused by the extraction of gas. The tension increases in correlation to the amount of gas extraction. "

I terremoti sono dovuti alle tensioni che sorgono nella crosta terreste causati dalle estrazioni di gas. La tensione aumenta in proporzione con il gas estratto.

In particolare, nel 2006 ci sono state varie scosse ravvicinate in provincia di Groningen dello stesso ordine di grandezza (tutte inferiori al grado 4.0 della scala Richter), in seguito dei quali la regione inizio' ad allertare la popolazione, con volantini informativi, dibattiti. Alcune case mostrarono crepe e cedimenti. La regione dopo pochi giorni, mise su un sistema di esperti per quantificare questi danni. La ditta che estrae il gas, la NAM, ha dovuto ricompensare economicamente la cittadinanza.

Invece in Basilicata, come riporta la OLA, l'ENI ha ancora da dare una lira alle decine di famiglie che hanno dovuto abbandondare le case vicino alle zone estrattive per

"danni arrecati agli immobili dei lucani, danni arrecati dalle estrazioni petrolifere a seguito delle simulazioni sismiche e dai vari incidenti al Centro Oli di Viggiano che hanno causato il sussulto del terreno con conseguenti lesioni alle mura dei fabbricati circostanti"

Il petrolio in Abruzzo sara' nella mia opinione una nuova catastrofe annunciata. Cosa sarebbe successo se l'epicentro del terremoto fosse stato centrato vicino ad una raffineria, vicino ad un oleodotto abruzzese? La mappa sopra mostra tutti i terremoti degli scorsi giorni. Il nostro e' un territorio altamente sismico per chi non se ne fosse ancora accorto.

Da ultimo, ho visto la puntata famosa di Anno Zero in cui si parlava del terremoto. Un magone allo stomaco quando ho sentito il presidente del consiglio e altri personaggi dire che non si puo' mettere tutto a norma in Italia.

Ci vogliono troppi soldi.

Io mi arrabbio sempre di fronte a questa resa di volonta'. Si deve fare. Si deve volere. Si deve iniziare da qualche parte. Non ci sono i soldi? Combattiamo la mafia, l'evasione fiscale, le tangenti. Evitiamo i soldi delle elezioni sprecate, del ponte di Messina.

I responsabili delle case crollate vanno multati fino all'ultima lira. Iniziamo da qualche parte.

E noi? Nella mia opinione, per noi semplici cittadini, tutto inizia dallo scontrino fiscale. Pare stupido, ma e' la cultura della legalita' che manca in questo paese, dalla ricevuta alla lavanderia fino a chi toglie il ferro dai palazzi.

Il cambiamento culturale parte da ciascuno di noi, nelle nostre vite quotidiane.

Infine, posso solo confermare che "la cultura californiana" fatta di sensori, esercitazioni, conoscenza diffusa dei pericoli sismici non causa alcun panico fra la gente. Lo sanno tutti, anche i bambini, che questa e' zona sismica e che occorre essere preparati.

Pare che ancora tutto il mondo sogni di venire in California a fare le vacanze.

Wednesday, April 15, 2009

Sisimicita' petrolifera: un avvertimento





Antimony-124, argon-41, cobalt-60, iodine-131, iridium-192, lanthanum-140, manganese-56, scandium-46, sodium-24, silver-110m, technetium-99m, and xenon-133 are most commonly used by the oil and gas industry because they are easily identified and measured.

La Schlumberger e' una ditta che perfora pozzi petroliferi e che spesso lavora anche con l'ENI. Ne abbiamo parlato diverse volte in questo blog perche' opera in Basilicata e in Emilia Romagna dove, fra le altre cose, utilizza materiale radioattivo per perforare pozzi a vari chilometri sottoterra. Questa ditta e' anche accusata di avere trafficato uranio arricchito in maniera illegale per conto dell'Iran. Apocalisseitalia ne parla in un articolo di denuncia del Boston Globe qui.

Dunque, questa Schlumberger proprio una ditta di santi non e'. Come abbiamo descritto qualche giorno fa, questi tizi hanno sponsorizzato degli studi per capire meglio il collegamento fra sismicita' ed attivita petrolifera. L'articolo e' stato scritto da tre scienziati russi dell'Istituto della Dinamica della Geosfera, che e' parte dell'Accademia Russa della Scienza in collaborazione con il Ministero Russo dell'Energia e dei Carburanti. Lo studio e' dunque di parte, e dalla parte dei petrolieri che lo hanno commissionato e pagato.

In aggiunta a cio' di cui abbiamo la volta scorsa, in questo lavoro si mette in evidenza come sia l'estrazione di idrocarburi che l'iniezione di fluidi di riempimento nel terreno possono causare la sismicita'.

Quando la roccia non e' sottoposta a grandi stress tettonici naturali, i terremoti che ne risultano sono di magnitudine bassa, dai 0 ai 3 gradi della scala Richter. Ma quanto la roccia e' gia' sotto forti pressioni tettoniche l'energia aggiunta dall'opera umana puo' avere un forte effetto destabilizzante. Anche azioni apparentemente minori possono causare della sismicita' grave.

Lo sfruttamento petrolifero a lungo termine puo' disturbare le condizioni del sottosuolo attorno ai giacimenti di petrolio e di gas in molti modi. I fluidi di riempimento possono propagarsi e penetrare nelle crepe e nell fratture contribuendo allo spostamento di roccia, al propagarsi di crepe, sfalsando gli equilibri e aggiungendo maggiori pressioni in punti vulnerabili e gia' sismici di per se. Lo stesso vale per l'estrazione di petrolio che puo' spostare sulle roccie circostanti pressioni e forze che prima erano equilibrate.

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Gazli e' una citta' petrolizzata dell'Uzbekistan che viene strfuttata dal 1962. Il campo presenta subsidenza con il territorio che si abbassa di un centimetro all'anno (dunque di quasi mezzo metro dall'inizio delle operazioni).

Dal 1976 iniziarono le prime scosse di terremoto prima di allora mai registrate. Furono di 6.8, 7.3 e poi ancora di 7.2 della scala Richter. I nostro terremoto e' stato di 5.8 gradi della scala Richter. Questi terremoti liberarono circa CINQUANTA VOLTE piu energia del nostro.

LA ZONA NON ERA SISMICA. FURONO I PIU' FORTI TERREMOTI MAI REGISTRATI IN TUTTA L'ASIA CENTRALE.
Dopo il terremoto si crearono altre faglie sotterranee, il terreno si abbasso' di altri 23 centimetri in alcuni posti, mentre in altri vi furono spostamenti orizzontali o in altezza del terreno. La frase piu importante di tutto l'articolo, secondo me, sta qui:

THE AMASSED DATA INDICATE THAT THE GAZLI EARTHQUAKES WERE TRIGGERED BY EXPLOITATION OF THE GAS FIELD.

Tutti i dati accumulati indicano che i terremoti di Gazli furono dovuti allo sfruttamento del campo di idrocarburi.

Nella zona non erano stati inclusi studi sismici di alcun genere.

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Romashinko e' il campo petrolifero piu' grande della Russia. Venne sfruttato a partire dal 1948. La zona, prima dell'arrivo del campo petrolifero era considerata non sismica.

A partire dal 1982 pero' dopo decenni di iniezione di fluidi ed estrazione di petrolio, iniziarono ad essere registrati terremoti di scala variabile e in maniera continua con punte di 4.0 gradi Richeter. Grazie alla gran quantita' di terremoti, si pote' studiare la correlazione attivita' petrolifera e sismica e si giunse alla conclusione che, guarda caso, sono correlati.

Ora se tutto questo accade in zone NON SISMICHE cosa mai regaleremo al nostro Abruzzo che invece e' zona a super rischio di terremoti?

Cosa sarebbe successo se all'Aquila il terreno fosse stato sottoposto ad altra attivita' destabilizzante del sottosuolo come l'estrazione petrolifera? Cosa sarebbe successo nella zona costiera se questa fosse stata perforata in lungo ed in largo PRIMA del terremoto dell'Aquila? Invece di tanta paura ci sarebbero stati danni maggiori? Chi lo sa. Sappiamo solo che gravissimi rischi esistono e che siccome NESSUNO puo' sapere cosa c'e' nel sottosuolo, e' meglio evitare altra morte.

Non siamo neanche capaci di costruire condomini e ospedali con i criteri giusti, figuriamoci l'infrastruttura petrolifera. Chi mai controllera' che quando si scavano i pozzi verra' tutto fatto a regola d'arte? Chi studiera' il terreno? Chi potra' mai sapere cosa si incontra quando si scava? Chi potra' mai prevedere come il nostro terreno, gia' sismico di per se, potra' reagire alle trivelle?NESSUNO.

L'ABRUZZO NON HA IL TERRITORIO ADATTO PER ESSERE TRIVELLATO.

Io non potevo restare a braccia conserte. Dopo il convegno di Washington dovevo andare a Genova, ma ho deciso di cancellare tutto e di venire in Abruzzo per 4 giorni. Qui c'e' la protezione civile, le lacrime, le bare, la rabbia, le promesse. C'e' anche il cielo di aprile, i mandorli in fiore, la natura ancora bella, ancora costanentemente violentata e poco apprezzata. Ci sono pure le persone orrende che per rispiarmare diecimila euro o giu' di li in cemento hanno ucciso fior di giovani intrappolati fra le macerie. C'e' la voglia di giustizia e di sbattere in galera questa gentaglia a lungo, lunghissimo perche' non e' giusto.

Ma tutto questo non basta. Occorre onorare quei trecento morti evitando altre catastrofi simili. Aggiustiamo tutti gli ospedali d'Italia. Controlliamo tutti gli edifici pubblici. Abbattiamo i mostri inutili ed insicuri. Non petrolizziamo la nostra terra. Non ci serve.

Friday, April 10, 2009

Petrolio e terremoti


Oggi i funerali delle vittime. Fra i fiori, la gente a lutto, la distesa immensa di parallelepipedi marroni, spicca la tenerezza di quella bara bianca, piccola piccola, con i manici dorati, appoggiata sulla pancia di legno di quella che pochi giorni fa era la sua mamma.

Sono ad un meeting a Washington DC, ne ho parlato l'anno scorso. Quest' anno e' piu' o meno la stessa cosa, solo che ogni cinque minuti corro su Prima da noi, sul Corriere, per vedere le immagini, per partecipare in qualche modo al dolore comune.

Non ho sentito le parole dei governanti o del funerale, e non ho visto la televisione perche' non ne ho avuto il tempo. Probabilmente saranno state dette tante belle cose sulla vita, sulla morte, sul dover vivere bene ogni giorno in modo da essere preparati al viaggio finale quando questo verra'. C'e' un che di vero in tutto questo: nessuno quando sara' il nostro momento ed e' percio' che occorre non avere rimorsi ed essere felici tutti i giorni. Per me questo si condensa non nel vivere la vita spericolata di Vasco Rossi, ma nel sapere che ogni giorno abbiamo fatto qualcosa di utile, anche se piccola, per il resto dell'umanita'.

Ci sono due atteggiamenti nei casi di tragedie cosi grandi: uno e' quello di rassegnarsi alla volonta' divina, o del caso, o della fatalita'. L'altro e' di capire perche' quasi trecento persone sono morte in un terremoto che nemmeno arrivava al livello sei della scala Richter. E questo non per fare inutili polemiche, ma solo per cercare di imparare qualcosa, cosicche' queste lacrime non siano invano.

L'Abruzzo e' un territorio sismico. Come per le falde acquifere, le estrazioni di petrolio e di gas, scavando a cinque, sei chilometri sotto la crosta terrestre alterano le conformazioni del sottosuolo in modo inaspettato. Questo e' un fatto inconfutabile che nemmeno i petrolieri possono contrastare.

Da Wikipedia:

Humans can cause earthquakes for example by constructing large dams and buildings, drilling and injecting liquid into wells, and by coal mining and OIL DRILLING.

Gli uomini possono causare terremoti per esempio costruendo grandi dighe e palazzi, trivellando la terra ed iniettando liquidi nei pozzi, dall'attivita' di estrazione del carbone e dall'attivita' di estrazione petrolifera.

Secondo alcuni scienziati russi, in collaborazione con la ditta petrolifera Schlumberger che opera in Basilicata e il ministero del petrolio russo, tre terremoti nell'Uzbekistan sono dovuti alla forte attivita' estrattiva nella zona. Una di queste scosse e' stata del 7.3 della scala Richter. Ecco cosa dicono:

Few will deny that there is a relationship between hydrocarbon recovery and seismic activity, but exactly how strong a relationship exists has yet to be determined." They caution that in regions where tectonic activity is already high, extracting oil and natural gas could trigger strong quakes.
Poche persone possono negare l'esistenza di correlazioni fra estrazioni di idrocarburi e attivita' sismica, ma esattamente quanto forte sia la relazione fra i due eventi deve essere ancora determinato. Occorre dunque essere prudenti, perche' in zone dove l'attivita' sismica e' gia' molto elevate, l'estrazione di petrolio e di gas potrebbe scatenare forti terremoti.
 
Non ho letto il loro articolo in dettaglio perche' non ho tempo in questi giorni. Ma si parla di almeno CENTO terremoti medio-forti collegati ad attivita' estrattiva. Appena finisco con il mio lavoro ne metto su un riassunto in italiano. Ora se questo lo dicono i petrolieri, figuriamoci cosa direbbe un gruppo di pensatori liberi!

Ho gia parlato del vulcano indonesiano che continua a sputare fango quattro anni dopo che le trivelle hanno rotto le pareti di una grotta sotterranea che conteneva acqua pressurizzata, causando la morte di tredici persone e distruggendo interi villaggi. Che dire della subsidenza del Veneto misteriosamente scomparsa dopo che i pozzi di metano del Polesine sono stati chiusi. Ci sono anche teorie secondo cui lo tsunami indonesiano sarebbe in qualche modo influenzato dalle estrazioni petrolifere della Exxon a pochi chilometri dall'epicentro di Aceh.

Sara' vero, sara' non vero? Come per tutte le cose umane, e difficile rispondere con certezza: i sistemi realistici sono sempre complessi e troppi sono i fattori che influenzano gli eventi climatici, sismici, vulcanici. Pero' quel che e' certo e' che esistono delle possibili correlazioni e per questo occorre rendere tutte le precauzioni possibili. Settantaquattro geologi pero' hanno concluso che nel caso del vulcano la colpa era delle estrazioni di petrolio.

Bucare meta' dell'Abruzzo, un territorio sospeso fra due faglie sismiche attivissime non e' assolutamente una buona idea. Giuliani non e' stato ascoltato in tempo. Speriamo che le nostre proteste, il nostro operato, non siano invano. I disastri petroliferi sono evidenti in tutto il mondo e non ci serve altra morte.

Speriamo che tutte quelle bare innocenti che un po di cemento piu' solido avrebbero risparmiato, facciano capire a chi governa che non vogliamo correre il rischio di altra vita perduta per tumori, esplosioni di pozzi, petroliere che si scontrano, terremoti, aborti spontanei.

Speriamo che la morte di quelle 300 persone serva per farci rendere che la vita umana e' preziosa e' va protetta con intelligenza PRIMA che succedano i guai, costruendo case che reggono e rimandando l'ENI da dove e' venuta.

Dopo sara' troppo tardi.

Altre fonti: Exxon Mobil e lo tsunami

Tuesday, April 7, 2009

Il terremoto vissuto da lontano



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Questo lo scrissi all'indomani del terremoto aquilano del 6 Aprile 

Non e' un post di trivelle, quanto di un sentimento
di esilio che non se ne va.
C'e' sempre una meta' di me che e' straniera,
ovunque vada.

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Come iniziare a scrivere quel che provo? Ero fuori citta', lontana da un computer, quando ho sentito della notizia del terremoto in Abruzzo, domenica sera. Mi sono sentita sola. Mi sono sentita lontana da casa. Mi sono sentita impotente e inutile per tutti quei morti, tutte quelle chiese crollate, tutte quelle persone anziane con lo sguardo perso.

Per un po' la TV americana ha mostrato foto ed immagini di stradine piene di macerie, sotto il Gran Sasso innevato. Non sapevano pronunciare l'Aquila. Il cielo dell'alba abruzzese era limpido, le cupole rosa e giallino con le crepe, e semi-distrutte, erano ancora belle in qualche modo. Fra le lacrime silenziose che chi stava con me non poteva capire, mi veniva da vedere la bellezza dell'Abruzzo anche qui.

Avrei voluto che tutta questa attenzione per la mia terra fosse venuta per parlare delle cose belle dell'Abruzzo, di Celestino V, degli eremi, del Vinitaly, del torrone delle sorelle Nunzia, delle pecore di Anversa che si possono adottare e ti danno in cambio le calzette di lana.

Sono uscita per vedere il mare, per pensare. Attorno a me gli americani non soffrivano: per loro era un altro tsunami, un altro terremoto, un altra tragedia lontana, che anche se ti colpisce perche' facciamo tutti parte del genere umano non ti spezza il cuore in cento parti diverse perche' non hai investimenti emotivi in quelle terre lontane.

E' questo il dramma dell'emigrante, il non soffire e il non gioire come collettivita' per degli eventi che per te hanno un significato, ma per la societa' attorno a te no.

Fa tutto parte della stessa cosa. Perche' mi sono presa a cuore questa faccenda del petrolio cosi tanto?

Perche' e' giusto cosi, perche' dovunque siamo dobbiamo voler bene alla nostra terra, alla nostra gente, dobbiamo volerne la crescita, il miglioramento come persone, sia come individui che come collettivita'. Perche' sono lontana e raccontare e studiare e rompere le scatole e' l'unica cosa che posso dare.

E tutto questo si fa con amore e con intelligenza. Si fa con la passione e con il cervello. Come puo' essere che una nazione sismica ancora adesso continua ad avere un terremoto devastante ogni dieci anni senza che nessuno fa niente se non piangere DOPO che i morti sono successi? Da quando sono piccola un susseguirsi di tragedie: Gemona, Irpinia, Umbria, Molise, Abruzzo.

Il terremoto non si puo' fermare ma TUTTE le misure di prevenzione e di cautela possono e devono essere prese. Non si puo' sempre e solo adagiarsi sull'eroicita' degli uomini del soccorso alpino, della protezione civile, o dei volontari.

Perche' le strutture moderne (ospedali, case dello studente, hotel) devono crollare? Dove sono i controlli? Dove sono le norme costruttive anti-sismiche? Dove sono le esercitazioni anti-terremoto? Qui ne abbiamo fatta una in novembre, in tutta la citta'. In Giappone li fanno con ancora piu' rigore. Ogni volta che c'e' un terremoto in qualsiasi parte del mondo al telegiornale ti dicono con la solita praticita' anglosassone "Are you prepared for disaster?" e ti mandano a un sito web dove ti spiegano cosa fare e cosa non fare.

La citta' di Santa Monica ogni tanto mi manda degli opuscoli per imparare come reagire ai "disastri".

Serve, non serve? Non lo so, ma tutte queste cose messe insieme sono sempre meglio che non fare nulla.

Dopo il terremoto di Northridge nel 1994, con epicentro vicino alla mia universtia' (di grado 6.7 Richter, circa 15 volte piu' forte di quello abruzzese), moltissimi edifici anche se non danneggiati, sono stati tirati giu' e ricostruiti per meglio soddisfare le norme antiterremoto. «Un terremo­to così in California non avrebbe provocato nemmeno un morto». Le pronuncia Franco Barberi, presidente della Commissione grandi ri­schi sul Corriere della Sera.

Il geologo Giampaolo Giuliani aveva dato degli avvertimenti per-terremoto e per questo e' stato denunciato da Guido Bertolaso, capo della protezione civile Italiana, per procurato allarme. Non so cosa dire. I terremoti non si possono prevedere. Forse Giuliani era veramente un ciarlatano. Ma se questo tizio da delle indicazioni e se la terra tremicchia da mesi, possibile che nessuno possa prendersi la briga di dire qualche cosa alla gente se non altro per informazione?

Non capisco, davvero. Perche' si sono messi a dare dell'imbecille a Giuliani, a perdere tempo con le denuncie invece che mettere in moto un qualche sistema di allarme, di informazione, di indagine, di precauzione?

La terra tremava da mesi.

Possiamo permetterci di costruire ora centrali nucleari, rigassificatori, raffinerie ed oleodotti in tutta la regione? Possiamo permetterci ora di bucare meta' dell'Abruzzo per cinque o dieci chilometri sottoterra, stravolgendo ancora di piu equilibri e dinamiche sotterranee?

Io non penso.

Per una volta, e per tutti gli altri motivi di cui parliamo su questo blog da mesi, cerchiamo di essere preventivi. I danni del petrolio sono tutti scritti, documentati, successi. Non ci servono altre tragedie.

Vorrei essere fra la mia gente.

Fonti: US Geological Survey, Corriere della Sera

Thursday, April 2, 2009

Gli inciuci dell' ENI




In questi giorni mi arrivano piu segnalazioni ed email di quanto io non possa processare. Voglio ringraziare tutti, e sperare che possiamo continuare ad essere sempre piu' numerosi. La situazione si aggrava, come riporta Prima da Noi. La piu' grande manifestazione della storia d'Abruzzo quasi sicuramente ci sara' il 16 Maggio 2009. C'e' ancora una lieve possibilita' che si svolga il 23, ma tutti cercheremo di fare del nostro meglio perche' sia il 16 Maggio a Pescara. Man mano che il tutto si delinea, ne scrivero'.

Intanto ecco cosa impariamo: Daniele Toto come spia e premio svendita dell'Abruzzo ai petrolieri diventa, quasi sicuramente il coordinatore del PdL. Ha fatto il lavoro sporco di andare a dire al governo centrale che la moratoria era anticostituzionale (secondo lui), ha fatto il suo dovere di servire i potenti ed ora gli danno il contentino. Un vero poltico che ama la gente d'Abruzzo! Se il buongiorno si vede dal mattino, il nipote di Carlo Toto "coordinera'" tutto l'Abruzzo tra le braccia delle trivelle. Il secondo classificato a questo ruole e' un tale Filippo Piccone di Celano, anche lui favorevole alle trivelle, come tutto il PdL, nonostante le parole.

Intanto, cambia la guardia anche al Corriere della Sera. Il nuovo direttore e' Ferruccio de Bortoli. Perche' questo ci interessa? Perche' il De Bortoli e' nel consiglio di amministrazione della Fondazione ENI Enrico Mattei, il fondatore dell'ENI.

Di questa fondazione fanno parte tutte le societa' petrolifere italiane nate dall'ENI stessa: l'Agip, l'ENichem, la Snam, la Saipem e la Snamprogetti, responsabili di avere inquinato mezza Italia.

Sono allora andata ad indagare chi altro siede in questo consiglio di amministrazione e trovo delle cose sconcertanti: ci sono direttori di giornali, esponenti del Vaticano, di case editrici, giornalisti, professori di economia dell'ambiente! E' incredibile! SI sono parati dappertutto! C'e' pure:

L'AMMINISTRATORE DELEGATO DELL'AGENZIA GIORNALISTICA ITALIANA!!!

E' tutto un inciucio! Come fara' mai a parlare di noi la stampa nazionale se sono tutti amici dell'ENI? Come fara' De Bortoli a parlare di Sarroch, di Viggiano, di noi, e tutte le altre schifezze che l'ENi fa in giro per il mondo sul Corriere se poi ci si va a sedere insieme? Una vergogna.

Il consiglio di amministrazione della Fondazione Enrico Mattei e' formato da:

PAOLO SCARONI
Arrestato nel 1992 con l'accusa di aver pagato tangenti al PSI per conto della Techint, nel processo chiede di patteggiare la pena a 1 anno e 4 mesi. Processato nel 2006 come amministratore delegato dell'Enel per aver inquinato, con la Centrale di Porto Tolle, il territorio del delta del Po e condannato ad un mese di reclusione, a titolo colposo, pena che viene convertita in un'ammenda. Amministratore delegato di ENI, consigliere di amministrazione in Assicurazioni Generali.

FERRUCCIO DE BORTOLI
Come fara' mai ad essere imparziale circondato da tutta questa gente?

RAFFAELLA LEONE
Assistente Esecutivo dell'Amministratore Delegato di Eni. Presidente della Servizi Aerei S.p.A, Vice Presidente di Eni Foundation, "MEMBRO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELL"AGENIZA GIORNALISTICA AGI" e membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Eni Enrico Mattei. Assistente Esecutivo dell'Amministratore Delegato di Enel (dal maggio 2002 al 2005) e di Pilkington (dal 1996 al maggio 2002).

STEFANO LUCCHINI
Direttore Relazioni Istituzionali e Comunicazione del gruppo ENI. E' docente all'ALTA SCUOLA DI GIORNALISMO presso l'UNIVERSITA' CATTOLICA DI MILANO, di cui è anche componente del Nucleo di Valutazione. Membro del CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELl'AGENZIA GIORNALISTICA ITALIANA. Presidente della Fondazione Benedetto XVI pro Matrimonio et Familia.


LEONARDO MAGUERI
Vice Presidente delle strategie e della programmazione per l'ENI. Autore del libro: L'era del petrolio: miti, storia, e futuro della risorsa piu' controversa del pianeta. In sostanza il tizio afferma che le riseve di petrolio non stanno finendo, ma che manca la capacita' di raffinare. Il suo messaggio? Costruiamo nuove raffinerie!


ALBERTO MEOMARTINI
Dall'aprile 1983 al 1990 è stato Direttore Relazioni Esterne dell'Eni e Assistente del Presidente dell'Eni, dal 1990 fino al 1999 ha ricoperto la carica di Amministratore Delegato della Snam S.p.A.,dal maggio 2000 all'aprile 2006 ha ricoperto l'incarico di Presidente di Italgas S.p.A. Dal maggio 2003 al dicembre 2005 è stato anche Vice Direttore Generale della Divisione Gas & Power dell'Eni. Presidente di Snam Rete Gas S.p.A. Presidente dell' ISTITUTO DI ECONOMIA E POLITICA DELL"ENERGIA E DELL"AMBIENTE (IEFE) presso l'Università BOCCONI, di cui era membro del Consiglio Direttivo.


JOAQUIN NAVARRO VALLS
E' stato DIRETTORE DELL'UFFICIO STAMPA DEL VATICANO
Qualcuno dovra' spiegarmi che ci azzecca il Vaticano con l'ENI? Che vergogna.


ROBERTO POLI
Dal 1966 al 1998 è stato docente di finanza aziendale alla Cattolica di Milano. Consigliere della MONDADORI, Fininvest, Merloni Termosanitari, Coesia, Maire Tecnimont e Perennius Capital Partners SGR. È stato PRESIDENTE DELLA RIZZOLI-CORRIERE DELLA SERA e di Publitalia S.p.A.


GIULIO SAPELLI
Dal 1975 al 1981 ha lavorato presso lo IAFE, il centro di formazione e di ricerca manageriale dell'ENI. E'stato, dal 1980 al 2003, DIRETTORE SCIENTIFICO DELLA CASA EDITRICE GIANGIACOMO FELTRINELLI.

DANIELA VIGLIONE
Vice Presidente dell'agenzia giornalistica AGI, ora AMMINISTRATORE DELEGATO
DELL'AGENZIA GIORNALISTICA AGI.

Non ho parole, e' sbalorditivo:

Il Consiglio di Amministrazione dell'ENI ha espresso la volontà di dedicare il massimo impegno al sostegno e allo sviluppo dell'Agi, da 50 anni storico protagonista dell'informazione primaria in Italia.